CITAZIONE (lagunaloire @ 25/8/2012, 21:07)
L'utente bludita ha preferito cancellarsi che non affrontare la discussione.
è scaduto, come le cose che a volte mangio. Ma gli alimenti hanno un processo di decadenza molto meno rapido che non gli archivi virtuali.
CITAZIONE
Dice delle cose comuni
Lui parla comunemente in questo caso,
ritengo perché vuole essere universale, e non settoriale. C'è un pregio molto grande in questo, c'è desiderio di essere ascoltato da molti, ma anche un'umiltà di abbassarsi che tutto sommato, ha sempre convissuto col suo ego debordante. Glielo riconosciamo, questo? E lasciamolo morire in pace, Skops...
CITAZIONE
facendo chiari riferimenti alla sua persona (come in 1:20 "Tenere cara la propria indipendenza: questo credo che per ogni uomo è importante, *per alcuni* lo è di più" e il pianeta in cui lui va) ma le dice egregiamente bene.
Sì. In realtà la ricerca di quella che lui chiama "indipendenza", rischia come molte cose di diventare una chimera. Un'illusione, una schiavitù, una dipendenza da un bisogno camuffato da altro. Lui le dice bene ed egregiamente, per quanto Jodorowsky vinca per distacco, nei suoi confronti.
Cito a memoria un concetto che si espresse tramite lui, e che mi ha colpito profondamente:
noi (il nostro corpo, i nostri sentimenti, i nostri ricordi, tutto quello che che ci riguarda insomma) siamo un albero.
Dobbiamo iniziare col curare le nostre radici. Il nostro nutrimento, ma anche il nostro passato: accettarlo, non inseguirlo. Permettergli di essere una fonte, grazie al quale svilupparsi.
Poi abbiamo un tronco. Una vita, delle occupazioni, delle cose che tornano sempre. E' molto bello divenire un albero dal tronco verticale, di una verticalità naturale, che punta al sole che lo alimenta; perciò "vivere" le regole e i doveri che ci imponiamo, per vivere nel modo giusto, in maniera naturale però, non artefatta. L'albero è flessibile, non è un muro, e accetta di perdere la corteccia senza morire tutti gli anni: se ne riformerà di nuova, e proprio per questo non ha senso attaccarsi alle cose più esteriori di noi, divinizzarle o farne dei feticci sacri.
Poi, abbiamo i rami: alcuni robusti, altri meno. Sono le nostre possibilità di sviluppo, che possono diramarsi in ulteriori possibilità, e poi in altre ancora... dipende sempre dalla sanità delle radici, e del fusto. Ma anche da quanto siamo disposti a credere nelle nostre possibilità, e vivere quelle possibilità senza crederci "soltanto".
Infine, abbiamo le foglie, e i fiori: ma abbiamo soprattutto i frutti.
Gesù Cristo nei Vangeli maledì un fico che non dava frutti. Non era la sua stagione! Ma quel passo è simbolico, non era ovviamente un anatema contro l'albero del fico.
Dopo aver attinto al materiale che abbiamo ereditato, aver vissuto appieno, ed esserci sviluppati, arriva il momento di far fruttare tutto ciò. "Saranno i frutti a parlare della qualità della pianta", e "la mela non cade lontano dall'albero". E' così, e questi frutti sono sia una possibilità di realizzazione concreta e di creatività per noi, che un'occasione per chi ci circonda.
CITAZIONE (lagunaloire @ 25/8/2012, 21:07)
Ma perché ESSO
Che disprezzo!
Di certo non gli manca la benzina, comunque dobbiamo renderci conto che Piero Angela è molto orizzontale, cioè è frastagliato, ed è assurdo dire "è solo questo". Lo può dire proprio colui che è disonesto e si attacca ad un solo aspetto, strumentalizzandolo... è un tizio pieno di sè, ma avercene, di tizi così.
Lo è, e al contempo ha diffuso cultura come pochi, e spesso dice cose anche di una certa saggezza. Se uno è messo in soggezione dal suo sfoggio di orgoglio personale, è a sua volta uno che ha bisogno di circondarsi di gente modesta e che si schermisce, ma questo è altrettanto ridicolo!
CITAZIONE (Skop's @ 17/11/2012, 15:00)
S'è scoperto che bludita era il figlio di Piero Angela, irato nei nostri confronti.
Jodorowsky direbbe che le dita blu rivelano la manipolazione di testicoli dipinti di quel colore. Che Ip aveva, Esso?