CITAZIONE (Fanciullo Orsù @ 12/12/2011, 16:03)
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Il tornio a "collo di cigno", (cit. Pistorio), un tornio antediluviano che non esiste manco nei musei. Noi lo studiammo in tecnologia come cosa avveniristica.
Ah sì, sì.
Chissà quanti bambini inglesi ci osno passati...
Non ricordavo affatto di avere messo quella faccina amorevole, perché io odio la Cina e non volevo fare l'ironico, come non ricordavo d'aver lasciato fuori una acca nel post di sopra. Sto iniziando a perdere colpi, ho il primo capello bianco e ho messo su 3 kg di pancia.
Cosa mi sta accandendo? (si sentono i campanelli di santa Lucia... che bel momento, bei ricordi)
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Tre uomini in barca (per non parlare del cane) lo sto audioleggendo in questo periodo. Poi tu mi hai prestato Pensieri oziosi di un ozioso che però ho abbandonato.
Beh, tanto te l'ho prestato da poco... se ti dico che le cose sono tue invece, le leggi?
Ahahaha non scherzare che effettivamente i libri che invece mi donasti li ho letti, tranne quello di Don Cheguara o quel che era. Dei libri che mi hai prestato comunque ho letto tutto meno quello e quello di Soriano, che comunque leggerò. Ti sarò sempre grato per avermi fatto conoscere Enrico Morovich, un personaggio tanto misconosciuto che avrei avuto pochissime probabilità di "scovarlo". E chissà quanti altri sono obliati per colpa del fatto che nessuno studia la letteratura del Novecento in modo serio.
Morovich non mi sbilancio a dire che è uno dei migliori che abbia mai letto, mi ha dato talmente tante immagini e pensieri che ogni tanto mi rileggo qualche racconto. Perché bistrattato? Forse perché non scrisse romanzi, ma solo racconti brevi (anzi, brevissimi), fra l'altro pochi, considerando che ha vissuto 87 anni. Quindi è proprio il prototipo del "mio scrittore". Uno che scrive poco, quando gli va e quando è ispirato. Una scrittura non seriale, ma artigiana.
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C'è ridere e ridere. Il fatto sbagliato non è chi scrive un libro per far ridere, ma chi legge per ridere: uno legge, e poi sia il cazzo che sia. Qualcosa di brodoso lo si trova, o lo si nota sempre.
Questo indubbiamente, ma è molto sottotono, non riesco proprio ad appassionarmi. Che poi in realtà io non ho mai avuto predilezione per la letteratura inglese nel suo complesso, odio Shakespeare. L'unico che mi piace è Tolkien, ma definirlo inglese è riduttivo: egli era un Norreno, uno spirito antico incarnato alla fine del XIX secolo.
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Ma smetti che hai ammesso di servirti in biblioteca, con evidenti richiami ebraici. Per il tuo compleanno ti compro la manina l'ottone per sfogliare la Bibbia.
Il leggìo servirebbe ad altri tizi, di cui ti parlerò.
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Chi ha letto la Porta Stretta di Gide?
Sicuramente non in tempi recenti, o perlomeno, fa parte di quelle cose che sono ingiustamente considerate da me, evitabili.
Questo è uno dei libri che mi sono ripromesso di leggere. Parla dell'amore di un ragazzo verso sua cugina, che diventa morboso.
CITAZIONE (Quellocheascolta @ 12/12/2011, 17:29)
Di recente ho comprato un noir d'epoca contemporanea, che narra di un ex operaio disoccupato che in assenza di offerte migliori diventa sicario. Simpatico e schietto, s'intiola <<fatti Fuori>>
Lo consiglio, ma costa sedici euro di copertina. Nel mio caso con gli sconti feltrinelli accumulati ho dovuto pagare solo 50 centesimi.
Bei. Io prima o poi troverò la storia "Requiem per uno Junker" tratta da SuperEroica, una delle più belle storie di guerra mai lette, che parla fra l'altro di piloti di aerei. Ad ogni modo era una specie di dramma greco trasposto nello scenario della Seconda Guerra Mondiale. Non vorrei averla idealizzata, dato che ora non ricordo nemmeno bene come si dipanava, comunque mi colpì molto.
CITAZIONE (Maeda Taison @ 12/12/2011, 18:01)
CITAZIONE (Skop's @ 12/12/2011, 14:45)
(cit. Pistorio)
minchia ma cosa cazzo mi tiri fuori dalle nebbie del tempo?
Aahhaahahahah cazzo cazzo CAZZO! Pensa che non volevo nemmeno scriverlo perché mi sono detto "bah, tanto non lo conosce nessuno e non ho tempo di parlarne", non mi ricordavo più che lo conoscevi.
T'AMMAZZO LA FAMIGLIA, T'UCCIDO LA FAMIGLIA!!!
Pensa che ho usato per 4 anni come segreteria del telefono la registrazione di io che cantavo con una chitarra il Pistorio Theme. Non mi ricordavo neanche più di averla quando una persona (non ricordo chi, ma c'entra con l'ambito lavorativo) mi disse "ti ho telefonato ed è partita una segreteria in cui sbraitavi imprecando e minacciando una persona"
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E' molto difficile fare ridere in un libro.
Comma 22. Ridi solo una volta, massimo due, però ridi come si deve. E poi comunque il libro apre, è veramente bello.
Segnati, caso mai ti capiterà. Uno dei passi che mi ha fatto più ridere in vita mia è stato quando, in
Le opinioni di un clown, di Heinrich Boll, il protagonista telefona a casa e parla dopo anni con la madre. Dato che fa tutto sovrapensiero rimane stranito ascoltando la voce pacata della madre, un tempo donna affiliata al nazismo che mandò in guerra l'amata sorella del protagonista (morì) e ora, pochi anni dopo la guerra, a capo di una agenzia che si prodiga per aiutare le vittime dell'olocausto. Lui, appena lei risponde, di getto dice "Pronto, qui è il comitato degli Yankiee ebrei," una parola che lei utilizzava per spronare i propri figli all'odio degli ebrei e ....
OH MA STICAZZI. Non lo ricordo alla lettera orcodio, quindi sono andato a cercarmi e trascrivere l'intero passo, che giudico sopraffino:
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Mia madre ha soltanto due apparecchi: uno nero per il Comitato Centrale della Società per la conciliazione dei contrasti razziali e uno bianco per le conversazioni private. Sebbene il conto bancario privato di mia madre porti un saldo di sei cifre a suo favore, le bollette del telefono (e naturalmente anche i viaggi ad Amsterdam e altrove) vanno tutte sul conto del Comitato. La ragazza nel passare la comunicazione aveva sbagliato bottone, mia madre si presentò in veste professionale all'apparecchio nero: "Comitato Centrale della Società per la conciliazione dei contrasti razziali".
Io rimasi senza parole. Se avesse detto: "Sono la signora Schnier", probabilmente avrei risposto: "Sono Hans, come stai mamma?". Invece dissi: "Parla un delegato di passaggio del Comitato Centrale degli yankees ebrei; mi metta per favore in comunicazione con sua figlia". Io stesso ero spaventato. Udii mia madre che gettava un grido, poi sospirò in un modo che mi fece capire quanto fosse invecchiata. Disse: "Non puoi proprio dimenticare, eh?". Mi sentivo prossimo al pianto e risposi piano: "Dimenticare? Dovrei farlo, mamma?". Lei tacque; udivo soltanto quel pianto di donna vecchia, così impressionante.
Ora, chiaramente non è un passo comico, ma la prima frase della telefonata è talmente immediata, cinica, devastante, che mi ha fatto morire dal ridere. Il libro comunque non è comico, anche se ha momenti impressionanti, soprattutto dalla mia prospettiva. Odio i tedeschi e non mi sarei mai aspettato di trovare, in mezzo a quel mare di pragmatismo, un narratore così umano, arguto e sentimentale.
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Porca puttana che odio per queste cose. sedici euro per una pila di carta. A proposito di questo sarebbe da leggere Baci da 100 Dollari di Vonnegut, ma costa un euro in più, e poi... esiste qualcosa di Vonnegut che non sarebbe da leggere? persino gli autografi scritti sui tovaglioli del bar sono meglio di tante altre cose.
Sei magari al corrente di qualche autobiografia di Lynch o suo libro che non affronti direttamente il suo lavoro, ma il suo pensiero/esperienza di vita?
Fra l'altro secondo me lui è un artista del quale è imprescindibile sapere una sua più o meno esaustiva biografia prima di approcciarsi ai suoi lavori, specie ai primi (che dall'idea che mi [ma penso ci] siamo fatti sono i più sconcertanti ed importanti.
Fra l'altro guardate cosa cazzo trovai, nella speranza di trovare qualche PDF di sue opere:
http://cultura.blogosfere.it/2010/02/le-pa...o-morovich.html Io di questa cosa non ne sapevo niente, fra l'altro se la Boroni (che insegna non alla facoltà di lettere ma si sarà senza dubbio laureata lì) c'ha già fatto studi, sfuma la mia ipotesi di fare una tesi magistrale su di lui. Va beh, mi darò all'agiografia
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"Un mio collega alla Cattolica, nonché collaboratore al Corriere della Sera, Ermanno Paccagnini, mi disse che Morovich aveva pubblicato sul Giornale di Brescia una cinquantina di racconti e chissà, forse ne avremmo potuto fare una raccolta. Questo nel 2005. Negli anni seguenti ogni tanto andavo in emeroteca o all'archivio del Giornale di Brescia. Sono partita a ritroso dal 1994 fino ad arrivare, e chi se lo aspettava, al 1948 trovando in tutto 141 lavori.
PSSSSSffffffzsshhhhh, sentite il rumere della tesi che si sta dissolvendo?
E comunque a fare una ricerca su internet approfondita, mi sa che non era così misconosciuto come pensavo. Eppure non l'ho mai sentito citare da nessuno e quando ho chiesto a gente che a mio avviso ne sa, nessuno lo conosceva.