Volevo dire quattro cose: una sul cambiamento delle squadre che salgono dalla C, una su Lotito, una su Giulio Antonio Picci, una sul Vicenza.
1) Negli ultimi anni le cose sono cambiate. Prima salivano dalla C quasi sempre squadre con grandi piazze e le eccezioni sono davvero poche (Castel di Sangro, Alzano Virascit, Acireale), le grandi squadre venivano praticamente "spinte" (ne so qualcosa, vedasi Lumezzane-Pistoiese e Lumezzane-Cesena). In questi ultimi anni invece le grandi piazze non vengono più spinte, quindi sono salite un sacco di squadre che non avevano mai fatto la B (quest'anno su 4, 3 sono debuttanti in B! Penso non si sia mai fatto questo record).
Il motivo è che ormai, tra pay tv e tessere, pochi vanno allo stadio, quindi la grande cornice non è più essenziale al calcio moderno. Parimenti sono ben richieste le squadre sane, che pagano gli stipendi, che non falliscono, eccetera.
Per questo secondo me se avessero giocato Lecce-Carpi 10 anni fa avrebbero mandato su il Lecce a forza di calci di rigore o gol in fuorigioco o annullati, e anche il Pisa, ma invece adesso le cose sono fortunatamente cambiate e il "grande nome" o la "grande piazza" non contano più come un tempo, perciò non sono favorite. Non che i condizionamenti siano del tutto spariti, però siamo sulla buona strada. Ormai contano i soldi, se una squadra gioca bene e paga regolarmente, non viene ostacolata, anche se è di un paese con 10.000 abitanti.
2) Quando avevo pensato a questo processo di "democratizzazione della terza serie" in cui non vengono favorite le grandi piazze, ho letto sulla "Gazzetta" del 19 giugno (p. 16, in fondo) che Lotito - presidente della Salernitana - protesta perché secondo lui i contributi federali dati alle squadre non devono essere distribuiti in base all'età media o al merito in classifica, ma alzando la base della "quota tifosi". Grazie Lotito del tentativo di far tornare la C una categoria arbitraria, adesso puoi tornare a fare i tuoi magheggi in serie A. Fra l'altro non ha senso questa cosa, è davvero un sopruso, non so come chiamarlo se non così.
3) Non so se ne avevo mai parlato, ma Giulio Antonio Picci è un giocatore che ha sempre giocato in D e l'anno è stato acquistato dal Brescia. I tifori erano logicamente scettici, però - per farla breve, anche se ci sono molte cose da dire - se ne sono innamorati, perché sia in allenamento sia le poche volte che è sceso in campo ha dato il massimo, c'ha messo tutto il cuore possibile. Presente in facebook
https://www.facebook.com/agpicci?ref=ts&fref=ts metteva degli status che facevano stringere il cuore da quanto ci credeva. In più dialogava molto coi tifosi. Questo un articolo che ho letto sul BresciaOggi:
CITAZIONE
Picci in partenza, amaro l´addio «Spiace, non c´è meritocrazia»
IL CASO. Se ne va dopo un anno la punta di scorta amata dai tifosi
Il più amato dai tifosi, ma non dagli allenatori. Antonio Giulio Picci, un caso più unico che raro, mai protagonista in partita, sempre in cima all´applausometro, saluta il Brescia con tanta amarezza. E non se la tiene dentro, coerente con il personaggio che è stato, in biancazzurro, in campo e fuori. Uno di cuore, coraggioso, istintivo, fiero anche dei propri limiti.
«Le cose più belle sono quelle più sofferte: per questo mi sento più forte di ieri e meno di domani. Addio Brescia, e grazie ancora», si è accomiatato l´attaccante sulla sua pagina Facebook.
[...] Il suo modo di affrontare gare e allenamenti, dando l´anima e mostrando a tutti di farlo, effervescente e appariscente, gli è valso l´apprezzamento del pubblico. I cori che all´inizio suonavano goliardici alla fine sono diventati stima e affetto. Qualcosa che andrà oltre un contratto scaduto.
«Per quanto il calcio sia lo sport più bello al mondo, a volte ti accorgi che non esiste meritocrazia - si lamenta Picci -. Soffri e dai tutto per quei colori per poi vedere un altro prendere il tuo posto». Un altro che, per il momento, nemmeno c´è. Il Brescia non ritiene Picci all´altezza a prescindere dall´attaccante che, eventualmente, acquisterà più avanti.
Nell´andarsene il puntero barese si appella a una meritocrazia che non c´è. Comprensibile la rabbia. Picci, accostato nei giorni scorsi a Cremonese e Ternana, non è un campione e non è nemmeno troppo autocritico, però può essere orgoglioso di quanto ha fatto con la V sul petto. È poco, ma se l´è sudato tutto: 22 presenze, una da titolare, 2 gol non proprio epocali (il tocco del 5-0 al Crotone, l´esultanza per una rete dalla paternità mai chiarita nel 2-2 con il Cittadella). Numeri freddi che nulla dicono del feeling che il ragazzo di Puglia ha saputo costruire con il pubblico bresciano. Una cosa mai vista, per una piazza che in passato ha fischiato Toni e Diamanti.
Devo dire che mi dispiace un sacco, perché è l'esempio dell'uomo limitato che però ci mette tutto quello che può, e che quindi merita applausi. Molti tifosi si specchiavano in lui, che ha avuto il privilegio (perché siamo onesti, di questo si tratta!) di essere acquistato in B dopo una modesta carriera, ma ce l'ha messa tutta, conscio dei limiti e obbligato a fare il massimo.
4) Il Siena rischia seriamente il fallimento, vuoi vedere che ripescano il Vicenza? No perché penso che l'abbiano già ripescato 3 volte negli ultimi anni, non ha mai fatto la C ma è sempre stata retrocessa