Ciclo filmico di flusso, Pensieri sui film visti

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view post Posted on 25/1/2024, 23:32     +1   -1
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Dragaster Excuriam

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CITAZIONE (Skop's @ 25/4/2018, 19:22) 
Ieri, con la compagnia di V.d.S. rediviva, ho visto il film finlandese L'altro volto della speranza, del 2017, un film che parla della vita di due personaggi apparentemente inconciliabili: uno è un finlandese di mezza età, che non sorride mai, pragmatico e dalla vita grigia; l'altro è un profugo siriano che cerca di rintracciare sua sorella. Il film, come tutti quelli di Aki Kaurismäki, è strano, surreale, dal ritmo lentissimo e con un umorismo nordico e atipico. Inoltre ogni personaggio è un brutto ceffo, sono favvero tutti brutti e svuotati di vita.
Ma la cosa migliore del film è la colonna sonora, country-blues finlandese stranissima e bellissima, che accompagna spesso direttamente il film; i testi delle canzoni sono sottotitolati e si riferiscono sempre a cose tristissime e miserabili (spettacolo puro!!).

Questo il trailer, che però è fatto male (il film pare una cazzata) e soprattutto presenta i personaggi stranieri doppiati, cosa che nella visione proiettata non c'era (solo chi parlava finlandese era doppiato, mentre quando parlavano inglese o arabo no, peraltro accorgimento molto saggio):

Porcatroia amici miei, sono andato a un altro cineforum strambo e hanno fatto questo film, solo che il titolo non mi diceva nulla e pensavo di non averlo mai visto, mentre poi mi sono accorto che l'avevo visto qualche anno fa.
Confermo perfettamente il commento, è un film che ogni utente di questo forum dovrebbe vedere (e che probabilmente ha già visto).
Ma la cosa più divertente è stata che al cineforum non c'era nessuno, eravamo in 12-13 in un cinema e il tipo che lo presentava è diventato un mio idolo, campione di DaDaStronzaggine. Prego seguitemi:
- Era vestito in modo improponibile, da benzinaio, con berretta storta e giubbotto.
- Non diceva la esse, parlando "cofì" e continuava a balbettare.
- Non ricordava un titolo, un regista o un attore, continuando a dire "EEEhh adeffo non mi ricordo" "Questo attore... non mi ricordo il nome...".
- Si era stampato tre fogli di appunti ma non trovava quello che doveva dire, quindi ogni tanto faceva pause cercando, non vedeva bene e quindi non trovava la frase che si era scritto e allora diceva "Eeeehh va bè non è importante".

Poi niente, abbiamo visto il film.

Alla fine lui stava parlando con alcuni anziani (va bè, erano tutti anziani tranne me, ma io sono anziano dentro" e ha detto: "Proffimo film 22 febbraio, titolo ... .. Confeffione, parla di un religiofo che confeffa un banchiere, poi rimane sconvolto e allora fi uccide" e una signora: "Nooooooo ma hai detto la trama!" e lui si è accorto della gaffe, è diventato tutto rosso e ha detto "No no no, ci fono tante altre cofe nel film, davvero, tante fottoftorie!". Io lì davvero non ce l'ho più fatta e ho soffocato una risata, alché si sono tutti girati verso di me che ho fatto finta di tossire :rotfl:
Poi all'uscita lui si lamentava che gli hanno dato la licenza per il cineforum ma non può pubblicizzarlo. Io gli ho detto: "E metterlo sul Giornale di Brescia?", lui "Peggio che peggio, mi metterebbero in prigione". Allora gli ho detto che penserò a qualcosa per il 22 febbraio.

Gli ho voluto troppo bene, mi sono divertito un sacco, è un personaggio meraviglioso e non capisco come riesca sempre a trovarmi in questi contesti veramente surreali. Se dovessi scrivere un libro lo inserirei perché è un personaggio top assoluto, sono io da vecchio.
 
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view post Posted on 31/1/2024, 23:56     +1   -1
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Stasera ho visto al cinema Il Grinta (True Grit, 2010) di Joel ed Ethan Coen.
Da tempo non vedevo un film dei fratelli Coen. Questo è sicuramente piacevole e mi è piaciuta molto la fotografia, però non mi ha dato molto, inoltre lo ritengo molto stereotipato e con i personaggi che sono proprio dei "tipi", delle macchiette. Poi rispetto alla maggioranza dei film è comunque fatto da gente che ne sa, su questo nessun dubbio, infatti la qualità è molto alta, però secondo me manca di quella ironia e scazzataggine che mi avevano fatto piacere i fratelli Coen in film come Fratello dove sei? o Il grande Lebowski.
Voto: 6.5.
 
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view post Posted on 7/2/2024, 23:53     +1   -1
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Stasera ho visto al cinema Le amiche (1955) di Michelangelo Antonioni, basato su un romanzo breve di Cesare Pavese.
Come ho avuto modo di dire a un mio ex professore che era lì al cinema vicino a me, questo film è uno strazio.
Si tratta di un "dramma borghese" come si pubblicavano a valanghe a inizio del Novecento, che ha gettato infamia su letterati quali D'Annunzio e Pirandello. Pavese invece ha la disgraziatissima idea di riproporlo a metà anni Cinquanta. E Antonioni ha la sciagurata idea di riprenderlo anche nella cinematografia. Il copione è sempre quello: molti personaggi che si mettono assieme e si mollano, che si tradiscono e feriscono, tutti stupidi e senza caratterizzazione. Pruriginoso.
Poi che Antonioni sia difficile da approcciare lo sapevo, ma questo film ha il grande difetto di essere verbosissimo, veramente all'eccesso, forse il più verboso che abbia mai visto. Una palla immane, mi sono anche addormentato per un quarto d'ora a metà film. Il film paga anche l'essere molto datato, anche come stile. Però, nonostante questo, la vittoria del Leone d'argento nel 1955 mi risulta davvero incredibile.
Da salvare c'è poco: il bel pezzo di apertura di Trovajoli; la bellezza incredibile delle attrici, due poi erano fenomenali; il continuo bombardamento della pubblicità del Martini che mi ha fatto morire dal ridere.
Voto: 4.

PS: guardate quanto sono belle quella a sinistra, quella al centro e quella a destra:
Le_amiche_%281955%29_Furneaux%2C_Cortese%2C_Pancani%2C_Rossi_Drago%2C_Fischer
 
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QUOTE (Skop's @ 7/2/2024, 23:53) 
Si tratta di un "dramma borghese" come si pubblicavano a valanghe a inizio del Novecento

ovvero i borghesi fanno schifo, a meno che siano quelli benestanti di sinsitra che si leggono le peggio stronzate o guardano i filmacci intelletuali annoiandosi, ma folto in.
 
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view post Posted on 19/2/2024, 21:49     +1   -1
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Ho visto su Prime L'uomo bicentenario (Bicentennial Man, 1999) di Chris Columbus, basato su un racconto fantascientifico di Isaac Asimov.
Film abbastanza noto alla fine degli anni Novanta, l'avevano passato anche in televisione e ne avevo visto una parte. Ambientato in un futuro prossimo, parla di un robot-elettrodomestico che però ha un difetto di fabbrica: ha una personalità. Lui più che una macchina diventa un amico di famiglia e vede più generazioni (precisamente quattro) vivere e morire. Questo per la prima metà del film.
La seconda metà invece parla di lui che si "innamora" di un membro della famiglia e, dato che viene rifiutato in quanto robot, si prodiga in studi per creare un sistema nervoso centrale e degli organi. In questo modo diventa un androide e riesce a conquistare la ragazza che ama. Beh, la seconda parte mi sembra molto forzata e soprattutto "americanizzata", cioè che segue i copioni del cinema americano: ostacoli all'eroe, l'eroe li supera, l'eroe ottiene ciò che vuole, l'eroe trionfa. Io avrei preferito che, nella seconda parte, il robot avesse vissuto una crisi esistenziale e si fosse buttato in mare o "suicidato". Mi sarebbe sembrata una storia più ragionevole.
Voto: 7.
 
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CITAZIONE (Gioppino Tregozzi @ 19/2/2024, 21:49) 
Ho visto su Prime L'uomo bicentenario (Bicentennial Man, 1999) di Chris Columbus, basato su un racconto fantascientifico di Isaac Asimov.
Film abbastanza noto alla fine degli anni Novanta, l'avevano passato anche in televisione e ne avevo visto una parte. Ambientato in un futuro prossimo, parla di un robot-elettrodomestico che però ha un difetto di fabbrica: ha una personalità. Lui più che una macchina diventa un amico di famiglia e vede più generazioni (precisamente quattro) vivere e morire. Questo per la prima metà del film.
La seconda metà invece parla di lui che si "innamora" di un membro della famiglia e, dato che viene rifiutato in quanto robot, si prodiga in studi per creare un sistema nervoso centrale e degli organi. In questo modo diventa un androide e riesce a conquistare la ragazza che ama. Beh, la seconda parte mi sembra molto forzata e soprattutto "americanizzata", cioè che segue i copioni del cinema americano: ostacoli all'eroe, l'eroe li supera, l'eroe ottiene ciò che vuole, l'eroe trionfa. Io avrei preferito che, nella seconda parte, il robot avesse vissuto una crisi esistenziale e si fosse buttato in mare o "suicidato". Mi sarebbe sembrata una storia più ragionevole.
Voto: 7.

Raga, sono americani, non Pasolini. E parlando di Pasolini mi viene in mente Salò: Le 120 Giornate di Sodoma.
Il primo film che ho visto di Pasolini, e in realtà anche uno dei primi film italiani che ho visto di mia sponte.
Abituato com'ero a film americani dove il buono vince sempre, mi aspettavo che nel finale del film arrivassero gli americani a far fuori la feccia fascista e salvare i prigioneri, giusto? E INVECE...
Giuro, alla fine ero basito da cotanto nichilismo.
 
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view post Posted on 20/2/2024, 21:14     +1   -1
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CITAZIONE (AsbestosMaritozzo @ 20/2/2024, 07:08) 
CITAZIONE (Gioppino Tregozzi @ 19/2/2024, 21:49) 
Ho visto su Prime L'uomo bicentenario (Bicentennial Man, 1999) di Chris Columbus, basato su un racconto fantascientifico di Isaac Asimov.
Film abbastanza noto alla fine degli anni Novanta, l'avevano passato anche in televisione e ne avevo visto una parte. Ambientato in un futuro prossimo, parla di un robot-elettrodomestico che però ha un difetto di fabbrica: ha una personalità. Lui più che una macchina diventa un amico di famiglia e vede più generazioni (precisamente quattro) vivere e morire. Questo per la prima metà del film.
La seconda metà invece parla di lui che si "innamora" di un membro della famiglia e, dato che viene rifiutato in quanto robot, si prodiga in studi per creare un sistema nervoso centrale e degli organi. In questo modo diventa un androide e riesce a conquistare la ragazza che ama. Beh, la seconda parte mi sembra molto forzata e soprattutto "americanizzata", cioè che segue i copioni del cinema americano: ostacoli all'eroe, l'eroe li supera, l'eroe ottiene ciò che vuole, l'eroe trionfa. Io avrei preferito che, nella seconda parte, il robot avesse vissuto una crisi esistenziale e si fosse buttato in mare o "suicidato". Mi sarebbe sembrata una storia più ragionevole.
Voto: 7.

Raga, sono americani, non Pasolini. E parlando di Pasolini mi viene in mente Salò: Le 120 Giornate di Sodoma.
Il primo film che ho visto di Pasolini, e in realtà anche uno dei primi film italiani che ho visto di mia sponte.
Abituato com'ero a film americani dove il buono vince sempre, mi aspettavo che nel finale del film arrivassero gli americani a far fuori la feccia fascista e salvare i prigioneri, giusto? E INVECE...
Giuro, alla fine ero basito da cotanto nichilismo.

Eh ma lo so che sono americani, ma non per questo devo cambiare il mio giudizio. Questo era un film con gran potenziale, però la seconda parte lo spreca. Ho anche letto un giudizio di una testata critica che dice qualcosa come "Robin Williams è stretto nei panni di un robot per più di mezzo film, e quando invece ne esce si robotizza".
 
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view post Posted on 12/3/2024, 01:23     +1   -1
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Ho visto su Prime Parenti serpenti (1992) di Mario Monicelli.
Prima cosa da dire è che l'inizio è meraviglioso, facendo vedere una tipica cittadina italiana a inizio anni Novanta, piena zeppa di vita e tranquillità. Inoltre il regista non ha usato comparse, ma gente normale che saluta anche in camera, e va bene così, ha fatto benissimo, naturalismo al massimo.
Comunque la trama è: un'anziana coppia di Sulmona organizza il cenone di Natale chiamando i propri figli e le rispettive famiglie (a parte lo scapolo, che viene da solo e si capisce subito che è gay, interpretato dall'ottimo Alessandro Haber). Dopo aver passato la vigilia e la mattina di Natale, la matrona comunica ai figli che la coppia è troppo vecchia per tirare avanti da sola in quella enorme casona, quindi uno dei figli dovrà farsi carico di loro, ovviamente prendendo parte della pensione. Si scatena un parapiglia in cui tutte le tensioni e i rancori accumulati nei due giorni si irradiano come stelle marce. Tutti litigano e poi trovano la soluzione più conveniente: ammazzarli, regalondogli una stufa a gas e facendola esplodere.
A me la cosa che più ha colpito del film è quell'atmosfera tipicamente anni Novanta, sia della cittadina, sia dei vestiti, del look, del modo di parlare, della messa cantata, della gente che fuma nei bar, dei trentenni che paiono cinquantenni. Tutto sembra proprio come ricordo io gli anni Novanta.
La questione dell'anziano a casa l'abbiamo avuta anche noi con mia nonna, morta a 97 anni e cieca. I miei parenti sono stati più intelligenti e semplicemente le sue quattro figlie la tenevano in casa 15 giorni l'una (mentre il figlio no). Alla fine, anche se negli ultimi anni era veramente pesante per loro, è andato tutto bene.
Io quindi l'ho trovato un film molto esagerato però interessante. Nel mio caso l'ho visto più come documentario che come film.
Voto: 6.

Guardate come morì uno degli attori secondari del film:
CITAZIONE
Corbiletto morì misteriosamente, la versione ufficiale dice che fu carbonizzato e incenerito da un fulmine o da un incendio da esso causato, dando adito a leggende dato che sarebbe stato un giorno sacro a Giove, dio dei fulmini; secondo alcuni esoteristi avrebbe sbagliato a eseguire una pratica segreta e interdetta. Sussistono tuttavia dubbi dato che per cremare un corpo, e ottenere ceneri da cui non si può ricavare DNA, occorre un calore enorme e concentrato; secondo la polizia il casolare avrebbe bruciato per sei ore di fila, fatto raro. Altri appartenenti alla Via romana agli dei morirono infatti prematuramente, tra cui uno in incidente stradale, uno speleologo in una grotta e uno fu certamente assassinato a colpi di pistola. Alcuni esoteristi hanno invece paragonato la scomparsa di Corbiletto alle assunzioni in cielo di Romolo ed Enea, quindi un premio.
 
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Visto ieri Henry: Pioggia di sangue.
Non so che dire. Me l'hanno descritto come una trashata unica eppure non era così. Era serio, malato a dir poco come film, per essere una roba dell'86. Certo, hai i suoi momenti di noia, ma l'atmosfera, la sensazione generale di aver l'assassino come protagonista (per altro ispirato a un aassassino reale), beh... Voto: 8/10.
 
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CITAZIONE (AsbestosMaritozzo @ 12/3/2024, 14:44) 
Era serio, malato a dir poco come film, per essere una roba dell'86.

Beh, negli anni Ottanta facevano cose malatissime, anche se il top secondo me è stato raggiunto negli anni Settanta.
 
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CITAZIONE (Gioppino Tregozzi @ 12/3/2024, 01:23) 
Ho visto su Prime Parenti serpenti (1992) di Mario Monicelli.
Prima cosa da dire è che l'inizio è meraviglioso, facendo vedere una tipica cittadina italiana a inizio anni Novanta, piena zeppa di vita e tranquillità. Inoltre il regista non ha usato comparse, ma gente normale che saluta anche in camera, e va bene così, ha fatto benissimo, naturalismo al massimo.
Comunque la trama è: un'anziana coppia di Sulmona organizza il cenone di Natale chiamando i propri figli e le rispettive famiglie (a parte lo scapolo, che viene da solo e si capisce subito che è gay, interpretato dall'ottimo Alessandro Haber). Dopo aver passato la vigilia e la mattina di Natale, la matrona comunica ai figli che la coppia è troppo vecchia per tirare avanti da sola in quella enorme casona, quindi uno dei figli dovrà farsi carico di loro, ovviamente prendendo parte della pensione. Si scatena un parapiglia in cui tutte le tensioni e i rancori accumulati nei due giorni si irradiano come stelle marce. Tutti litigano e poi trovano la soluzione più conveniente: ammazzarli, regalondogli una stufa a gas e facendola esplodere.
A me la cosa che più ha colpito del film è quell'atmosfera tipicamente anni Novanta, sia della cittadina, sia dei vestiti, del look, del modo di parlare, della messa cantata, della gente che fuma nei bar, dei trentenni che paiono cinquantenni. Tutto sembra proprio come ricordo io gli anni Novanta.
La questione dell'anziano a casa l'abbiamo avuta anche noi con mia nonna, morta a 97 anni e cieca. I miei parenti sono stati più intelligenti e semplicemente le sue quattro figlie la tenevano in casa 15 giorni l'una (mentre il figlio no). Alla fine, anche se negli ultimi anni era veramente pesante per loro, è andato tutto bene.
Io quindi l'ho trovato un film molto esagerato però interessante. Nel mio caso l'ho visto più come documentario che come film.
Voto: 6.

per me è un gran bel film.
 
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CITAZIONE (Shagrath82 @ 12/3/2024, 18:28) 
CITAZIONE (Gioppino Tregozzi @ 12/3/2024, 01:23) 
Ho visto su Prime Parenti serpenti (1992) di Mario Monicelli.
Prima cosa da dire è che l'inizio è meraviglioso, facendo vedere una tipica cittadina italiana a inizio anni Novanta, piena zeppa di vita e tranquillità. Inoltre il regista non ha usato comparse, ma gente normale che saluta anche in camera, e va bene così, ha fatto benissimo, naturalismo al massimo.
Comunque la trama è: un'anziana coppia di Sulmona organizza il cenone di Natale chiamando i propri figli e le rispettive famiglie (a parte lo scapolo, che viene da solo e si capisce subito che è gay, interpretato dall'ottimo Alessandro Haber). Dopo aver passato la vigilia e la mattina di Natale, la matrona comunica ai figli che la coppia è troppo vecchia per tirare avanti da sola in quella enorme casona, quindi uno dei figli dovrà farsi carico di loro, ovviamente prendendo parte della pensione. Si scatena un parapiglia in cui tutte le tensioni e i rancori accumulati nei due giorni si irradiano come stelle marce. Tutti litigano e poi trovano la soluzione più conveniente: ammazzarli, regalondogli una stufa a gas e facendola esplodere.
A me la cosa che più ha colpito del film è quell'atmosfera tipicamente anni Novanta, sia della cittadina, sia dei vestiti, del look, del modo di parlare, della messa cantata, della gente che fuma nei bar, dei trentenni che paiono cinquantenni. Tutto sembra proprio come ricordo io gli anni Novanta.
La questione dell'anziano a casa l'abbiamo avuta anche noi con mia nonna, morta a 97 anni e cieca. I miei parenti sono stati più intelligenti e semplicemente le sue quattro figlie la tenevano in casa 15 giorni l'una (mentre il figlio no). Alla fine, anche se negli ultimi anni era veramente pesante per loro, è andato tutto bene.
Io quindi l'ho trovato un film molto esagerato però interessante. Nel mio caso l'ho visto più come documentario che come film.
Voto: 6.

per me è un gran bel film.

Cos'è che ti ha colpito di più? Forse mi è sfuggito qualcosa o forse la mia mente ha creato senza volerlo una barriera psicologica, perché una situazione simile l'abbiamo vissuta anche noi in famiglia.
 
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view post Posted on 12/3/2024, 18:44     +1   +1   -1
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è una bella commedia satirica che tratta un tema ancora oggi, anzi, forse ancora di più, di attualità.
Poi in Italia, il paese basato sulla famigghia le commedie che la prendono per il culo scoperchiando le ipocrisie son sempre apprezzabili
 
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view post Posted on 14/3/2024, 22:29     +1   -1
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Ho visto su Prime La ballata dei gusci infranti (2022) di Federica Biondi.
Il film è ambientato sui monti Sibillini e ha una bellissima fotografia e riprese dei droni, però la trama difetta un po', perché è una serie di storie che si intrecciano tra loro in modo piuttosto pretestuoso. Il messaggio di fondo è quella di fare molto vittimismo su chi vive nella zona sismica dell'Appennino.
Una storia tratta di un prete straniero che viene mandato in una piccolissima parrocchia d'alta montagna e passa in solitudine gran parte del tempo, malvisto dai parrocchiani, ma dopo il terremoto diventa un punto di riferimento per loro. Un'altra storia parla di una donna che ha una fattoria e viene abbandonata dal suo compagno e deve tirare avanti da sola. La terza storia parla di una coppia di anziani teatranti che sognano di rappresentare uno spettacolo a teatro, ma il terremoto distruggerà anche i loro sogni. Infine una giovane coppia che presto avrà un figlio, ma il ragazzo vive male il fatto di vivere in una zona sismica e nella casa offerta dai genitori di lei.
Queste storie sono più o meno legate dal personaggio del matto, un ragazzo introverso che cita la Divina Commedia. Dico "più o meno" perché ad esempio in quella della giovane coppia non si capisce il senso, pare proprio un riempitivo.
Voto: 5,5.
 
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view post Posted on 17/3/2024, 18:12     +1   +1   -1
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QUOTE (Gioppino Tregozzi @ 31/1/2024, 23:56) 
Stasera ho visto al cinema Il Grinta (True Grit, 2010) di Joel ed Ethan Coen.
Da tempo non vedevo un film dei fratelli Coen. Questo è sicuramente piacevole e mi è piaciuta molto la fotografia, però non mi ha dato molto, inoltre lo ritengo molto stereotipato e con i personaggi che sono proprio dei "tipi", delle macchiette. Poi rispetto alla maggioranza dei film è comunque fatto da gente che ne sa, su questo nessun dubbio, infatti la qualità è molto alta, però secondo me manca di quella ironia e scazzataggine che mi avevano fatto piacere i fratelli Coen in film come Fratello dove sei? o Il grande Lebowski.
Voto: 6.5.

molto più fedele al romanzo questo che quello con John Wayne
 
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