CITAZIONE (Gasperino er Carbonaro @ 27/5/2015, 13:59)
Quello che traspare da questi aneddoti è che il sesso era visto in ottica positiva, a quei tempi. Correggetemi se sbaglio.
Forse scopavano di più proprio perchè la pratica sessuale era considerata come una forma di arte, o comunque di intelligenza.
Oggi siamo al punto che vengo additato come perverso se affermo che mi scoperei volentieri una come Marta Flavi....che epoca limitata e ipocrita...
Come sempre poni degli spunti interessanti. Proprio adesso, in questo stesso momento, c'è il mio "amico" Alberto Agnola che sta facendo una trasmissione sugli Egizi e ha descritto le loro poesie amorose rinvenute su papiri (
https://tonykospan21.wordpress.com/tag/poesia-antico-egitto/), dicendo che era una società che amava la vita, amava divertirsi e se la spassava (cosa che sanno in pochi, perché degli egizi si pensa soprattutto alle opere monumentale e alla religione misterica).
Stessa cosa, proprio Alberto Agnola, quando andai a sentirlo e a stringergli la mano, disse dei romani, basandosi peraltro sugli studi su Pompei. La stessa cosa possiamo dire dei greci (basti pensare a quell'opera che ho postato nella sezione della cultura).
Poi personalmente ti posso assicurare che i medievali, al di là del pregiudizio sui "secoli oscuri" se la godevano in modo spettacolare, tiravano per il culo il papa, lanciavano ortaggi agli imperatori, avevano tresche sessuali, etc etc. Andando avanti c'è la civiltà comunale, descritta perfettamente dal Boccaccio non solo nel Decamerone, ma anche nel Corbaccio (che dovrò postare perché è spettacolare). Non parliamo dei poeti comici.
Il Rinascimento, con la ripresa del classicismo, sappiamo tutti quanto godereccio è, per poi arrivare nell'età barocca con personaggi come Giangastone de' Medici che è un Santo Patrono di questo forum (il primo nominato tale). Si arriva poi alla Venezia barocca, agli aneddoti di Casanova e a quelli citati qua.
Insomma, non è stata la chiesa o la mentalità antica a creare tutti questi tabù; è stata (penso) la borghesia ottocentesca, quando vennero promossi dei modelli di vita molto differenti dai predecessori. Ricordiamo che l'avaro è stato da sempre preso in giro e disprezzato (Menandro, l'Aulularia di Plauto, Boccaccio, Moliere, etc) perché - cattolicesimo o no - la vita la si viveva al momento. Dall'Ottocento è nato il self-made man, l'uomo che vive per fare carriera, il capitalismo moderno (quello americano, per intendersi).
Adesso, non voglio fondere tante cose assieme, non ho neanche riflettuto bene, ma è chiaro che la società moderna, nata nell'Ottocento (anzi, dopo la Rivoluzione Francese) è quella in cui siamo adesso. Dicono tutti "postmoderna" ma no, fondamentalmente è sempre quella e c'è una cesoia pazzesca rispetto al Settecento. Insomma, il 1815 è più simile al 2015 che al 1715. Come mentalità.
Noi abbiamo tabù. Io ad esempio l'ho notato su di me, l'ho sempre detto, sono testimoni tutti, "Io parlo parlo però non faccio mai", è come sentirsi in colpa nell'abbandonarsi agli istinti, che rimangono una velleità virtuale (tipo le cazzate che scrivo qua sulle fregne da me adorate, sulle nane, sulle negre, sui trans etc). Molti direbbero "Eh, la mentalità cattolica", ma io sono
sicuro che non si deve ricondurre a questo, ma a una cosa più profonda e subdola.
Per concludere, resta il fatto incontestabile che le civiltà antiche avevano molti meno tabù, molta più gioia di vivere e se la godevano di più. Ah, dimenticavo: i templi con le prostitute sacre, i baccanali, quel testo islamico di cui ho parlato che descrive porcate allucinanti e demenziali.