Il Cavagnino (Angelo Saleri)VideoDal BresciaOggi:
Il Cavagnino e l´arte Maya lodata da DiprèIl critico definisce l´artista quinzanese di «visionaria eccezionalità», mentre Angelo Saleri dichiara: «Il mio segreto lo custodirò fino all´ultimo giorno»Tra gli appassionati di certa arte è già diventato un mito da copertina. Per il popolo internauta, una specie di nuovo santone mediatico col vizietto della tempera. Alle orecchie del grande pubblico, molto probabilmente, suonerà invece come un perfetto sconosciuto. Ma Angelo Saleri detto il Cavagnino, classe 1932, da Quinzano d´Oglio, somiglia tanto a uno di quegli artisti predestinati al successo tardivo o addirittura postumo (serve scomodare gente tipo Van Gogh...?); magari per uno strano giro di coincidenze maldestre. Niente di tutto questo.
Il Cavagnino, uno che per sua stessa ammissione è «figlio di mandriani, ho conosciuto la miseria e le tragedie della guerra», sta infatti vivendo la sua personalissima ribalta proprio in questi giorni, grazie alla propaganda virtuale innescata dal bizzarro critico Andrea Diprè, che all´artista bresciano ha dedicato un intero episodio della surreale trasmissione «Le Scelte di...», in onda su Sky e super-cliccata su You Tube.
Diprè, anche noto per le sue mazzate catodiche con Achille Bonito Oliva nei salotti Rai, lo introduce così: «inimitabile, inconfondibile, potete girare il mondo ma un artista come Angelo Saleri non lo troverete mai». Già, perché il Cavagnino è l´unico depositario vivente degli stilemi postulati dall´«arte Maya», corrente fondata illo tempore dallo stesso Saleri, che fonde tra quadri, anfore prestigiose e le ormai celeberrime «pito-sculture» un messaggio iconografico perso nella storia.
«Nelle mie opere rivivono gli antichi Egizi, Caronte, Verdi, Attila, Ursus e il toro, la Mesopotamia, Orfeo, Adamo ed Eva... - spiega il Cavagnino -. Io sono nato per l´arte e il segreto della mia arte lo custodirò finché il Padreterno mi darà la possibilità di calpestare questa terra».
Una terra genuina, rurale, contadina: in altre parole, l´humus culturale che ha permesso a Saleri di sviluppare una tecnica visionaria avulsa dai circuiti leccati dell´arte contemporanea.
Almeno fino a un annetto fa, quando è scoccata la reciproca scintilla artistica col debordante Diprè.
«Ci siamo conosciuti durante un´esposizione a Orzinuovi, lui è una persona molto raffinata e disponibile, oltre che preparatissima», dice il Cavagnino a proposito del suo neo-mecenate tv. Diprè, dal canto suo, non è da meno e nel video lo incensa a colpi di «visionaria eccezionalità», «assoluta assenza di superfetazioni». Per il legittimo ideatore di questo fantastico mondo Maya, però, la faccenda sembra essere molto più semplice: «Non faccio bozzetti, l´arte è istinto, è qualcosa che mi rivolta il sangue».
«Perché Cavagnino? Di lavoro ho sempre fatto il canestraio, il nome d´arte deriva dal dialetto “caagnì” – svela Saleri -. Ora, però, ho un solo messaggio da trasmettere con le mie opere: l´amore».
Da 3:48 a 4:15 inizia a delirare dicendo frasi senza senso e Dipré annuisce.
Notare i commenti su YouTube degli eretici dell'arte: "Pacciani", "Carletto Mazzone", etc.
Alcune citazioni:
"Per esempio questo qua... eeeeh, rapresenta i scarabei dei Egissi".
"Tiberio era a Roma che... a crocifissar il Signore eeeh, comunque che gho gho spostà per Tiberio".
10.14: "Qui ho usato un sche-du eran due schermi di macchine dove fanno la pasta oooooohho d oooh-deee per-per non metter dentro la mano no?, che le fcev come schermo davanti al vetro dove girava e io le ho recuperati e fatto queste dueeee... due opere". Supercazzola.
12.49: "Sissì me spète qualcuno cheee... che vengano qui, s'endiamo d'accordo, ce la do-do tutta la-la collessione e dopo io anderò avanti ancora a fare ancora qualche cosa però vorei vendere a un buon prèso queste meraviglie".
Edited by Skop's - 26/4/2013, 01:14