Non so se si possa chiamare veramente sport, ma quello che fanno questi valtrumplini delle malghe è incredibile ed eroico:
Dalla Valtrompia allo Yukon per la più estrema delle sfideAlberto Micheli e il «lupacchiotto» Enrico Ghidoni affronteranno le pianure del Canada in bicicletta: «In un deserto di neve pedaleremo anche di notte»Sfideranno ghiaccio, freddo e venti polari armati solo di una bicicletta, contando sulla forza d´animo e sui propri muscoli. Sono partiti ieri Alberto Micheli, 52enne di Sarezzo, ed Enrico Ghidoni, 61enne di Bovegno, il lupacchiotto che corre, fratello di Roberto, il lupo per antonomasia degli sport di fatica e delle imprese impossibili. Ad attenderli in Canada l´edizione 2015 della «Yukon Arctic Ultra», la più estrema delle gare estreme. Ma i due uomini d´acciaio non sono certo nuovi a questi sforzi. Per Micheli sarà comunque è il battesimo in questa competizione difficilissima, mentre Ghidoni parteciperà per la quarta volta.
Gli iscritti, un centinaio per il 2015 provenienti da ogni parte del mondo, potranno affrontare la gara in tre diverse discipline: correndo, in mountain bike o con gli sci. Lungo il percorso tracciato dalle slitte.
[...] Sia Ghidoni che Micheli affronteranno la sfida in mountain bike, ma il primo si cimenterà nella 800 chilometri (arrivo a Dawson City), mentre il secondo nella 500 (arrivo a Pelly Farm). «Una gara in un deserto di neve - aggiunge Micheli -, seguendo il percorso dei cercatori d´oro. Gli inconvenienti lungo il tragitto possono capitare: si tratta di una competizione no stop e quindi si continua anche con il buio. Puoi trovarti faccia a faccia con i lupi o magari precipitare in un crepaccio». La partenza è da Whitehorse, accanto al mitico fiume Yukon, non molto distante dall´Alaska. Una sola regola: vince chi arriva per primo.
«Avremo un bagaglio sulla bicicletta di una trentina di chili, un autonomia di 48 ore - viveri, medicinali e sacco a pelo -. Gli stop solo per i pasti e per dormire, ma non certo in luoghi accoglienti. Il problema è quando sulla pista non si potrà pedalare ma si dovrà spingere il mezzo tra neve e ghiaccio. Un trucco sta nel non sudare, per evitare il formarsi del ghiaccio sul corpo». Il tempo stimato per Micheli è di un paio di giorni, per Ghidoni il doppio. Anche se l´avversario più temibile non sarà il cronometro, ma la natura.
Di Roberto Ghidoni, che a 60 e passa anni corre nel ghiaccio in Alaska, avevo seguito una conferenza e visto un documentario alle medie o alle superiori:
VideoMi rimase colpito - come si vede nel trailer - la vita quotidiana durissima che fa: nelle malghe, al freddo, lavorando come nell'Ottocento.
Pur non essendo un atleta, a sessant'anni correva un kilometro a 6 minuti nel ghiaccio a temperature di -30 °C; si prepara con allenamenti durissimi a quella gara disumana in Alaska.
CITAZIONE (Fanciullo Orsù @ 21/1/2015, 16:56)
"quando ormai il Calcio aveva sostituito il Pugilato negli interessi di Maurizio Mosca per ovvie opportunità professionali (...ma probabilmente non nel cuore)" - A paraculi.
"deceduto una settimana dopo, imbottito di doping somministratogli a sua insaputa…" ... in tutti gli sport sono tutti dopati a loro insaputa.