Pierpazzo pieno di cocaina
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| QUOTE (Simon Peter @ 8/11/2017, 12:22) Esimie facce di cazzo, non abbiamo mai parlato di Tommaso Landolfi? Abbiam parlato degli scrittori di "realismo magico" e di surrealismo più disparati, e non di lui. Beh, è anche normale. https://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_LandolfiIl capitolo sullo "Stile" è per me particolarmente interessante, anche perché mi ricorda i motivi per cui ai tempi mi ero interessato (ed anche disinteressato ) Questa parentesi comunque scaturisce dal ritrovamento nel ripostiglio del libro "Le labrene". L'ho letto, e mi è piaciuto molto (grazie del consiglio indiretto!). Forse l'unico racconto che mi sarei risparmiata volentieri era quello sulla caccia al tesoro aka il-tesoro-è-sempre-stato-dentro-di-te, quello sui fratelli gemelli mi ha fatto molto sorridere ed ho obbligato il mio fida a leggere a voce alta il passaggio in cui la moglie scopre le ritrovate pulsioni sessuali del marito (che in realtà erano del suo sosia, mi sono chiesta se magari non ci sia una commedia di Plauto simile, visto che giocava anche lui spesso con questo trucchetto del "gemello"). L'ultimo, quello sulle parole desuete disseminate nel testo come ripicca dopo aver letto una critica in cui si definiva "inventato" il suo vocabolario, è stato per me un colpo di scena.
Degli esempi delle parole: prostomi, molleche, mivolo, gobello, essere agli scappini, scapruggina, cansare, ignarità, bolse, sopracciò, tabe, divisare, leticare, allogare, deliquio, contumelie, sommommolo, scataluffo, cosotto, iotolone, garontolo, gongolone, gragnuola, protervia, sorgozzoni, adiminare, amonestare “Il calmo trascorrere della vita familiare, l’iterazione di gesti abituali seppure rassicuranti, stasera non mi bastano” “Ah no? E cosa gli ci vorrebbe, al mio signore?” “Te” “Oh bravo: e mi hai” “Ma no, non così” “E come?” “Te, tutta te” “E tutta mi hai, non dubitare; purtroppo sono tutta qui” “Ma non si può dire che io ti abbia” “Oh, da’ retta, il mio carino, o ti spieghi o l’abbozzi” “Intendo propriamente che ti voglio anima e corpo” “Tu??” “Io: tuo marito, dopo tutto… Qualcosa in contrario?” “Tu che, se soffio, vai in terra; tu che, per farti stare ritto mezzo minuto, bisognerebbe armarsi di puntelli e di carrucole! … La arebbe una bella novità” “Irridi pure; ma poni mente… Anzi no, non porre la mente: poni la mano” “Dove?” “Qui” “… Oh gran Dio, effettivamente… Che significa?” “Che ti desidero” “Ah, è mai possibile? È proprio vero?” “Non vedo cosa tu ci veda di singolare. Son tuo marito e ti desidero, tutto qui” “Come, di singolare: per anni e anni m’hai lasciata languire senza una carezza, e ora… e ora, d’improvviso… Ma ti rendi conto, adorato, della mia emozione, della mia felicità? E anche della mia angoscia: angoscia, perché non oso credere a tanta ventura, non oso credere all’impero rinato sui colli fatali di Roma!” “Ma che inventi!” “Non oso credere, ecco, al tuo imperio ristabilito sull’anima mia languente” “Senti, cognata…” “Cognata?” “Beh, nel senso antico… Senti, amata consorte, il meglio che noi possiamo fare è dar vento cioè corso ai nostri affetti ed appetiti: prima che ti riprenda il farnetico. Vieni” “Ma aspetta, dammi tempo di riordinare i miei pensieri sconvolti, di riabituarmi all’idea…” “No, vieni subito” “Oh che tiranno! Oh che forza! … Come è grosso, come è duro!” “Ne dubitavi?” “Nondimeno…” “Se per lunghi anni… è stato in ottemperanza ai miei disegni sui quali non conviene mi apra, neppure con te. Godiamoci invece questa felicità”. Edited by abe01 - 11/9/2018, 12:18
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