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Ho letto Aida al confine, grafic novel di Vanna Vinci: La storia partirebbe anche in maniera accattivante, con la bella idea della protagonista che interagisce con i fantasmi della propria famiglia, che sono essi stessi sorpresi nel poter interagire con lei. Il punto è che l'ambiente darkettone-hipster, la coppia di lesbicozze di cui una con il guinzaglio (vere e proprie macchiette), i dialoghi davvero ridicoli, l'antipatia della protagonista rendono la storia davvero poco godibile. Ma la pecca più grave è la volontà del buttare tutto sulla cazzatella gotica adolescenziale dove tutti scopano con tutti. La protagonista si fa il fantasma del prozio e alla fine, passata questa sua fisima, incontra un tizio sul treno, si dicono due stronzate e il libro si chiude con "Non è un fantasma e nemmeno un parente... Proprio quello che ci vuole... Sesso matto." Mah! La postfazione invece è interessante e vale almeno la lettura del libro, perché è una dichiarazione di amore per Trieste da parte dell'autrice, che si è documentata molto per descrivere la città in cui è ambientata questa storia mediocre. Vero che a me non piace Trieste, ma vale la pena leggerla. E vale la pena anche dispiacersi perché questa grafic novel è un'occasione mancata.
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