Aneddoti e assurdità storiche

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Dragaster Excuriam

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CITAZIONE
Gabriele D’Annunzio vive nella casetta rossa a Venezia: passa le giornate tra imprese volanti e amplessi con Luisa Baccara e la contessa Morosini, donna stupenda quanto di scarsa cultura a cui mandava messaggi in latino che lei non capiva.

CITAZIONE
istituisce l’Ufficio colpi di mano, ministero che si occupa di organizzare azioni di pirateria e gli mette a capo Guido Keller col titolo di “Segretario d’azione”. Keller in volo è un genio (tre medaglie d’argento), mentre a terra è uno squilibrato che defeca dai rami degli alberi, gira nudo nei campi d’aviazione con addosso solo ciabatte arabe, ha un’aquila ammaestrata di nome Guido e un asino di nome Camillino. La sua dieta consiste nel mangiare esclusivamente petali di rosa canditi.

CITAZIONE
Keller fa cose sempre più strane, addestra un ragazzino a sgozzare maiali per una settimana, poi lo manda a Roma per assassinare Nitti – il giovane non ce la fa e per la vergogna si spara in albergo.
 
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CITAZIONE (Ferraù @ 29/1/2018, 20:31) 
Pare Metal Gear ma diretto da Carlo Vanzina

Dovresti aprire una pagina di memi.
 
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Minchia, sono rimasto indietro di un anno a vedere questo topiz. Ero rimasto alla ricostruzione brasiliana di quell'incidente assurdo radioattivo:
CITAZIONE (anonormale @ 4/5/2017, 06:19)
Bella la storia dell'incidente di Goiana. Più che all'ignoranza delle persone imputerei la colpa a chi non ha posizionato cartelli di pericolo attorno al macchinario.
Sarebbe molto bello farci un cortometraggio.

Sì, o anche un romanzo breve, però ambientato in Veneto o in Emilia Romagna, dove i protagonisti si bestemmiano dietro tra loro e parlano un italiano dialettizzato.
CITAZIONE (anonormale @ 4/5/2017, 11:15)
Purtroppo non capisco nulla, però la ricostruzione è più o meno come me la immaginavo.

www.youtube.com/watch?v=hP-8D-YglDo

Fanno morire dal ridere queste ricostruzioni brasiliane perché anche nel dramma mettono la loro simpatia macchiettistica, tipo i ladri all'inizio che si bestemmiano dietro fra loro o quello che gli chiede perché sta male e l'altro risponde "Dev'essere la feijoada che ho mangiato ieri". Anche la sigla a 22.20 è totalmente delirante. E' bello quando il presidente dell'associazione vittime dice che uno dei morti dichiarò, in un secondo momento: "Io mi innamorai del brillìo della morte".
CITAZIONE (abe01 @ 16/5/2017, 05:23)
Va beh comunque oggi voglio portare all'attenzione la storia di Zingonia (da quanto ho capito alcuni di voi abitano in quelle zone quindi sapete già tutto però oh, lasciatemi mostrare legittima meraviglia).
zingonia-01.png-crop-600x311

La storia di Zingonia ha analogie con quella di Consonno, solo che - essendo Zingonia vicino a Bergamo - il quartiere è riuscito in qualche modo a sopravvivere, mentre Consonno è diventato in tutto e per tutto un paese fantasma.
CITAZIONE (abe01 @ 16/5/2017, 05:23)
L'imprenditore illuminato aveva comprato tutti i terreni delle città vicine dai contadini bergamaschi per pochi spicci

Esattamente come il conte Bagno a Consonno.
CITAZIONE (Simon Peter @ 16/5/2017, 16:00)
per un motivo o per un altro, siam tutti qualche cosa a prescindere. E pensiamo qualcosa degli altri a prescindere.
Fa parte della nostra idea di "libertà", e di volontà. Seguire la nostra corrente d'inerzia (o linea di minor resistenza).

Così parlò Fanciullo Orsù.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 16/5/2017, 16:46)
CITAZIONE
Zingonia è un posto nella provincia di BG

quindi già fa cagare

Ma sei diventato un Ultras Brescia? Allora va a prendere a schiaffi Domenico e a sfregiare con l'acido l'ex della tua amica.
CITAZIONE (abe01 @ 17/5/2017, 20:24)
In realtà quando ero piccola avevamo adottato una capra (e per adottato intendo strappato alle cure della madre una settimana dopo il parto per nutrirla con un biberon e portarla in giro con un guinzaglio per cani), però un paio di anni dopo quando le sue corna ormai facevano un pochino ino paura (non sono animali che restituiscono l'affetto, tienilo presente mentre cerchi di praticarle del sesso orale, potrebbe non restituire il favore) l'abbiamo ceduta ad un allevatore (ergo, la capra è morta, giacché era maschio ed i maschi devono morire indipendentemente dalla loro specie etc bruciamo i reggiseni e baciamoci con la lingua durante i pigiama party).

C'è una novella, non ricordo se è di Pirlandello, dove una tizia in vacanza in Sicilia acquista una capretta, ma la lascia al mezzadro mentre lei torna in Nord Europa. Dopo qualche mese reclama la capra e lui, indebitandosi, riesce a mandargliela in Inghilterra. Però la capretta è diventata un montone sporchissimo e lei lo denuncia perchè si dice truffata. Qualcosa del genere, non so se ricordo bene la trama.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 17/5/2017, 20:51)
https://it.wikipedia.org/wiki/D.B._Cooper

CITAZIONE
Cooper si imbarcò sull'aereo, un Boeing 727-100 (registrazione FAA N467US), al posto 18C nella parte posteriore, dove si accomodò, si accese una sigaretta e ordinò bourbon e soda.

bei tempi

CITAZIONE
La Schaffner lo descrisse come un uomo tranquillo, educato nei modi e nel parlare, non affatto assimilabile agli stereotipi popolarmente associati alla pirateria aerea.

chissà che stereotipi sono

Bellissima questa storia, lui mi ha ricordato molto Jurambalco, specialmente quando ha respinto "seccamente" la richiesta di assistenza dopo aver averto il portellone.
Abbinato c'è anche questo suo emulo (o è sempre lui?), adorabile: https://it.wikipedia.org/wiki/Richard_McCoy
CITAZIONE (Cough Ferati @ 29/5/2017, 19:37)
CITAZIONE
Seicento anni dopo, troviamo un caso interessante in una saga islandese: un vecchio vichingo chiamato Egil aiutava un uomo più giovane, Einar, che continuava a compiere attivamente razzie. I due amavano sedersi assieme e scrivere poesie. Un giorno Einar arrivò con un magnifico scudo «inscritto con vecchi racconti, nello spazio fra le righe della scrittura era laminato d’oro e pietre preziose». Nessuno aveva mai visto una cosa del genere. Lo portò con sé andando a far visita a Egil. Egil non era in casa, così Einar aspettò tre giorni, come d’abitudine, poi appese lo scudo nel salone, lasciandoglielo in dono, e se ne andò via a cavallo.

Egil tornò a casa, vide lo scudo e chiese a chi appartenesse quel tesoro. Gli risposero che Einar era venuto a fargli visita e glielo aveva lasciato in dono. Allora Egil disse: «Che se ne vada al diavolo! Pensa forse che rimarrò sveglio tutta la notte a scrivere un poema sul suo scudo? Portatemi il mio cavallo, lo raggiungerò e lo ucciderò». Ma Einar aveva avuto fortuna e andandosene presto aveva messo molta distanza tra lui ed Egil. Allora Egil si rassegnò a scrivere un poema sul dono di Einar.53

53 Come riportato da William Ian Miller (1993, pp. 15-16). La prima citazione è tratta direttamente dall’originale, ovvero dal capitolo 78 della Saga di Egil. Egil provava sensazioni ambivalenti sullo scudo: in seguito lo portò a una festa di matrimonio e progettò di gettarlo in una vasca contenente siero di latte acido. Poi, dopo aver concluso che era rovinato, lo smontò.

David Graber - Debito: i primi 5000 anni

La particolarità delle saghe vichinghe/norrene è che non solo i personaggi, ma anche i fatti non hanno il minimo senso.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 15/6/2017, 18:29) 
www.facebook.com/fotoprimarepubbli...7152542336767:0
CITAZIONE
«Vivissimi, prolungati applausi a sinistra — Grida a sinistra di: Viva la Repubblica! — Nuovi vivissimi applausi — Grida ostili del deputato Covelli — Rumori vivissimi a sinistra — Scambi di vivacissime apostrofi fra l'estrema sinistra e l'estrema destra — Agitazione — Tumulto — Il Presidente fa sgombrare le tribune e sospende la seduta»
Questo il pudico resoconto stenografico dei (probabilmente) primi “tumulti” parlamentari della storia repubblicana ch’ebbero luogo durante la seduta pomeridiana dell'Assemblea Costituente del 3 dicembre 1947.
Curiosamente il motivo del contendere fu proprio il (futuro) articolo 139 che avrebbe riguardato l’intangibilità della forma repubblicana.
...Il racconto fatto il giorno dopo su La Stampa da conto però di una situazione in aula un po’ più tumultuosa:
------------------
TEMPESTOSA SEDUTA A MONTECITORIO - INCIDENTI E PUGILATO TRA I DEPUTATI. L'articolo 131, l'ultimo del progetto di costituzione, è stato oggi a Montecitorio la causa di un violento incidente tra clamori altissimi, pugni a vuoto, bottoni saltati e cravatte in pietoso disordine che ha obbligato il presidente Terracini ad ordinare lo sgombero delle tribune del pubblico. L'articolo in questione nella forma proposta dalla commissione stabiliva che «l'istituto repubblicano è definitivo per l'Italia e non poteva essere oggetto di revisione costituzionale». Alla forte opposizione dei deputati monarchici, il comunista on. Nobile ha risposto proponendo il seguente testo meno assolutista: «La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale». La commissione relatrice, ricordando che anche nello statuto albertino vi era una analoga contraria affermazione e che essa ha solo un valore politico, ha accettato l'emendamento. In sostanza — ha detto il relatore — si assume la formula adottata dalla costituzione francese. Benedettini (monarchico) — Ma non vi accorgete che questo è un atto di debolezza? (Dai banchi di sinistra si grida: «Debolezza? Vi facciamo vedere noi! In piedi! In piedi!». E poi, ad una sola voce: «Viva la Repubblica!»). Dopo un attimo di esitazione si alzano anche i deputati del centro e quelli qualunquisti, ma i monarchici restano seduti. L'ex-qualunquista on. Coppa a questo punto ha gridato: «Noi non gridiamo viva la repubblica, ma viva l'Italia». Qui è nato il tumulto. A questa affermazione, che è sembrata per i comunisti una provocazione, i deputati dell'estrema sinistra sono scattati. L'on. Moranino, già Sottosegretario alla Guerra, esce dal banco e corre verso Benedettini che grida: «Viva la monarchia!». Ma giunto nell'emiciclo viene fermato da un questore. Intanto fra le due estreme continuano violente le invettive e agli «evviva» che si levano da una parte rispondono gli «abbasso» gridati dall'altra. Terracini urla al microfono, tentando di portare un po' di calma; ricorre poi al campanello, ma invano. Le grida si alternano alle invettive e alla fine il tumulto degenera: comunisti da una parte e monarchici dall'altra, lasciati i rispettivi banchi e guidati i primi dall'on. Fedeli e gli altri dall'on. Benedettini, scendono nell'emiciclo. I questori Priolo e Mattarella fanno intervenire i valletti per fermare e dividere i contendenti. Vola qualche pugno; vengono suonate le sirene; il pubblico viene allontanato. Gli on. Niccolis e Fabbri riescono a trattenere Benedettini e a ricondurlo nel proprio banco. Terracini, abbandonato il seggio, a un certo momento è sceso anch'egli nell'emiciclo per calmare gli animi dei più agitati e, fermato l’On. Moranino, lo ha respinto verso la scaletta dell’estrema sinistra.
Fedeli, svincolatosi dai due commessi che lo avevano immobilizzato tenta di rientrare nella zuffa ma viene fermato in tempo. Benedettini, tornato al suo posto, conta i bottoni mancanti alla sua giacca. Finalmente nell’aula torna un po’ di calma. Terracini risale sul suo seggio, mentre i deputati poco a poco tornano ai loro banchi. Il pubblico rientra nell’aula. Si passa alle dichiarazioni di voto...

Non si scherza con i monarchici jurambalcheschi.
 
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https://it.wikipedia.org/wiki/Bestemmia

CITAZIONE
Accostare il nome di Dio o del profeta Maometto a sostantivi o aggettivi insultanti oppure osceni costituisce nondimeno uno dei principali peccati, sanzionati con la massima durezza dalla giurisprudenza islamica, che qualifica questo reato come tajdīf (in arabo: تجديف‎). Questo fu appunto il caso delle bestemmie rivolte al profeta dell'Islam da parte di un folto gruppo di oltranzisti cristiani mozarabi di Cordova (i cosiddetti "Martiri di Cordova") che, all'epoca dell'Emirato dell'omayyade ʿAbd al-Raḥmān II (822-852), si recarono ripetutamente nella moschea principale per rivolgere pubblicamente insulti a Maometto, venendo immancabilmente sanzionati col carcere e la pena di morte.
 
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CITAZIONE (Cough Ferati @ 20/6/2017, 23:00)
CITAZIONE
(Galileo, che metteva in discussione l’intera premessa, a un certo punto affermò che i sostenitori di questa tesi avrebbero dovuto essere trasformati in statue. In questo modo, suggerì in inimitabile stile rinascimentale, tutti sarebbero stati felici, perché (1) loro sarebbero eterni e (2) il resto del mondo non avrebbe più dovuto stare a sentire le loro stupide tesi).

Ahahah top!
CITAZIONE (Cough Ferati @ 20/6/2017, 23:00)
CITAZIONE
Dopo aver bruciato le sue navi, Cortés iniziò a radunare un esercito di alleati locali, compito facile perché gli aztechi erano ampiamente detestati, per poi marciare sulla capitale. Montezuma, l’imperatore azteco, che controllava attentamente la situazione, concluse di dover almeno capire con chi avesse a che fare, quindi invitò l’intera forza spagnola (qualche centinaio di uomini) a essere sua ospite a Tenochtitlán. Questo portò a una serie d’intrighi di palazzo durante i quali Cortés e i suoi uomini tennero brevemente in ostaggio l’imperatore prima di essere espulsi con la forza.
Mentre Montezuma era prigioniero nel suo stesso palazzo, lui e Cortés passavano gran parte del tempo giocando a un gioco azteco chiamato totoloque. La posta in palio era oro, e ovviamente Cortés barava. A un certo punto, gli uomini di Montezuma glielo fecero notare, ma l’imperatore si limitò a scoppiare a ridere e a prenderli in giro – si preoccupò quando più tardi Pedro de Alvarado, il primo luogotenente di Cortés, iniziò a barare in modo ancora più evidente, chiedendo oro per ogni punto, ma pagando solo in ciottoli senza valore quando stava perdendo. Perché Montezuma abbia agito in questo modo rimane un mistero della storia. Díaz interpretò il suo comportamento come un gesto di magnanimità, forse addirittura un modo per rimettere al loro posto i meschini spagnoli.
Una storica, Inga Clenninden, suggerisce una spiegazione alternativa. Secondo lei, i giochi aztechi tendono ad avere una caratteristica particolare: c’è sempre un modo in cui, grazie a un enorme colpo di fortuna, si può ottenere la vittoria totale. Sembra che questo fosse il caso, per esempio, nel loro famoso gioco di palla. Gli osservatori si domandavano sempre, vedendo i piccoli anelli di pietra sopra il campo, come qualcuno potesse mai segnare. La risposta sembra essere che non segnavano affatto, almeno non in quel modo. Normalmente il gioco non aveva nulla a che vedere con il mettere la palla nel cerchio. Il gioco era tra due squadre contrapposte, agghindate come per una battaglia, che mandavano la palla avanti e indietro:

Il normale metodo per segnare era accumulare lentamente punti. Ma questo processo poteva essere drammaticamente interrotto. Mandare la palla in uno degli anelli con una prodezza vista la taglia della palla e le dimensioni dell’anello, presumibilmente più rara della buca in un colpo singolo nel golf – dava istantaneamente la vittoria, oltre a tutte le merci in palio e al diritto di saccheggiare le vesti degli spettatori.

Chi riusciva a segnare vinceva tutto, fino agli indumenti del pubblico.
C’erano regole simili anche nei giochi da tavolo, come quello a cui giocavano Cortés e Montezuma: se, per un assurdo colpo di fortuna, uno dei dadi rimaneva in bilico sul bordo, il gioco era finito e il vincitore prendeva tutto. Clenninden suggerisce che questo fosse veramente quello che cercava Montezuma. Dopotutto, si trovava evidentemente nel mezzo di eventi straordinari. Erano apparse delle creature straniere, apparentemente dal nulla, con poteri mai visti. Presumibilmente gli era già giunta voce delle epidemie e della distruzione delle nazioni vicine. Se mai ci fosse stato un momento in cui dovevano arrivare delle grandiose rivelazioni divine, sicuramente era quello.

Porcatroia se erano matti questi atzechi.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 20/6/2017, 23:25)
RYgEqQh

Altri tempi di pazzie ideologiche.
CITAZIONE (Simon Peter @ 23/6/2017, 03:20)
sapete cosa fa un russo bianco sepolto a Pietroburgo?
Vede le cose sotto un'altra prospettiva.

La capirò quando Ferati la spiegherà.

CITAZIONE (Cough Ferati @ 28/6/2017, 23:26)
http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cu...o/279758/280350
Non credo a una parola, ma bella storia.

Io ci credo, c'è anche un filmato d'epoca:
Video

CITAZIONE (Cough Ferati @ 29/6/2017, 21:17)
CITAZIONE (abe01 @ 29/6/2017, 21:58) 
non l'ho capita! :(

https://it.wikipedia.org/wiki/Prospettiva_Nevskij

Ah ecco.

CITAZIONE (abe01 @ 29/6/2017, 23:02)
sei tu che vedi dei risvolti erotici nei video di gente che si vomita addosso a questo punto

Fosse solo questo...

CITAZIONE (Simon Peter @ 7/7/2017, 19:22) 

URL signature expired ciao.
 
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Torniamo alla Chronica di Salimbene de Adam, di cui lessi certi passi memorabili: http://www.lastampa.it/2011/08/19/cultura/...bKM/pagina.html
Sono cavoli amari fratel Salimbene
Nella testa di un uomo del Medioevo: il frate Scappato dalla casa del padre, a Parma, per arruolarsi nei francescani, senza peli sulla lingua, un po’ «leghista»
Come pensava un uomo del Medioevo? Il francescano Salimbene de Adam, nato a Parma nel 1221 e vissuto almeno fino al 1288, ci ha lasciato una Cronica di quasi mille pagine, in cui accumula informazioni storiche e ricordi di famiglia, riflessioni politiche e teologiche, e giudizi da levare la pelle su personaggi grandi e piccoli che ha conosciuto di persona. Proviamo a entrare nella sua testa, e vediamo che cosa ci troviamo.
[...] Salimbene le conosce a memoria [le Sacre Scritture], perché come molti uomini del suo tempo ha sviluppato le facoltà mnemoniche a un grado che per noi è impensabile. A un certo punto della sua cronaca cita otto versi di una canzonetta satirica, e si scusa di non ricordare né l’inizio né la fine: è molto tempo che non l’ho più letta, dice, e quando l’ho letta non me ne importava molto, e così non l’ho memorizzata bene. È un’uscita rivelatrice: vuol dire che quando si leggeva, di solito si imparava a memoria. I libri erano pochi, procurarseli era difficile, e non era neppure facile prendere appunti, perché la carta e la pergamena costavano care. L’unica cosa che non costava era la memoria: e perciò la si riempiva di testi, e chi lavorava con la parola li teneva lì in bell’ordine, sempre pronti per l’uso.
[...] Ma Salimbene ha anche la certezza di appartenere all’organizzazione più buona e giusta che esista al mondo, l’ordine francescano. Entrarvi gli è costato molto: per quel saio e quei sandali, Salimbene a sedici anni ha rinnegato la famiglia. I suoi erano ricchi e potenti cavalieri, gente abituata a parlar forte nei consigli cittadini, ad avere belle armi e bei cavalli, a mangiare e bere gagliardamente, a rischiare la pelle in guerra e vendicarsi sempre dei propri nemici (Salimbene osserva che a Parma una vendetta dopo trent’anni non è considerata fuori tempo; «e anch’io vengo da lì», aggiunge sornione). Agli occhi di quei nobili, i frati restavano dei poveracci che andavano a mendicare di casa in casa e perdevano le notti sui libri: sant’uomini, certo, ma che suo figlio dovesse finire così era più di quel che poteva sopportare messer Guido de Adam. Quando il ragazzo scappò di casa per arruolarsi nell’ordine, piombò al convento con una folla di parenti, e davanti ai frati terrorizzati cercò in tutti i modi di riportarlo a casa: figlio mio, lo esortò, non credere a questi pisciaintonaca che ti hanno menato per il naso! [ :rotfl: è vero, dice proprio così e altre pagliacciate]
Membro di una grande organizzazione votata a predicare l’ortodossia e combattere gli eretici, potremmo aspettarci che Salimbene giudicasse gli uomini in base a pregiudizi e stereotipi; invece troviamo in lui un’attenzione all’individuo che lo porta a giudicare le persone con estrema libertà. [cosa tipica del Medioevo, altro che chiusi di mente!] Ognuno, infatti, si presenterà da solo davanti al Signore, e di ognuno bisogna pesare i meriti e le colpe, quale che sia la sua posizione nel mondo. Non per niente l’intercalare preferito di Salimbene, quando riferisce qualche accusa davvero enorme a carico di un politico o d’un prelato, è Ipse viderit!, «Se la vedrà lui!». Siccome ognuno è personalmente responsabile, non c’è posto per ipocrisie, perbenismi, political correctness: nel mondo di Salimbene, come in quello di Dante, si dice pane al pane, vino al vino, e merda alla merda, e non si rispetta nessuno che non se lo sia meritato, nemmeno se è il Papa. [Amo troppo i medievali!]
Salimbene è certamente colpevole di giudizi ingiustificati: come il suo disprezzo di aristocratico padano per gli italiani del Mezzogiorno, «homines caccarelli et merdaçòli» [ :rotfl: ], di cui gli dà fastidio perfino l’accento («Quando vogliono dire Cosa vuoi? dicono Ke boli?»). Ma quando si tratta di gente che ha conosciuto di persona, e in vita sua ne ha incontrata davvero tanta, i suoi criteri di giudizio sono molto più umani. Gli piacciono le persone aperte, cordiali, generose, detesta i meschini e gli avari, e quelli che si danno arie. Ce ne sono anche tra i frati, come quel Giovanni da Vicenza a cui il successo delle sue prediche aveva dato alla testa, tanto che esigeva d’essere trattato come un santo; e una volta che s’era fatto tagliare la barba, si offese perché i frati non raccoglievano i peli per conservarli come reliquie. O come il generale dell’ordine, frate Elia, che riceveva gli ospiti, anche se erano nobili cavalieri, seduto a tavola su morbidi cuscini, col berretto in testa e il fuoco acceso, e nemmeno si alzava per salutarli: «che era una grandissima villania».
Termine significativo, questo, così come il suo contrario, «cortesia»: tutt’e due ricorrono continuamente sotto il calamo di fra Salimbene, e sono l’indizio più rivelatore della sua origine sociale, nonostante cinquant’anni passati a mangiar cavoli in refettorio. Giacché alla fine il figlio di messer Guido de Adam aveva conservato un tratto dell’educazione ricevuta nel palazzo paterno: che gli uomini si giudicano in base al fatto che siano bene educati, cortesi e cavallereschi, oppure maleducati e villani. E san Francesco, che non era figlio d’un cavaliere come Salimbene, ma aveva tanto desiderato esserlo, sarebbe stato d’accordo con lui.
(Scritto da Alessandro Barbero, Fanciullo Orsù ringrazia per la sega)


Della Chronica ho letto anche dei passi assurdi dove si intratteneva per 30 pagine a parlare del fatto che nella Francia meridionale si bevesse il vino e in quella settentrionale la birra, poi parlava delle varietà dei vini e del fatto che in Provenza i mandorli fiorissero prima che in Liguria, e tutte queste minuziosaggini pazzesche meravigliose, tra un'invettiva e l'altra a vari personaggi, grandi e piccoli, conosciuti e sconosciuti, del suo tempo. Perché noi non siamo più medievali?
 
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CITAZIONE (Skop's @ 20/2/2018, 22:06) 
Salimbene le conosce a memoria [le Sacre Scritture], perché come molti uomini del suo tempo ha sviluppato le facoltà mnemoniche a un grado che per noi è impensabile. A un certo punto della sua cronaca cita otto versi di una canzonetta satirica, e si scusa di non ricordare né l’inizio né la fine: è molto tempo che non l’ho più letta, dice, e quando l’ho letta non me ne importava molto, e così non l’ho memorizzata bene. È un’uscita rivelatrice: vuol dire che quando si leggeva, di solito si imparava a memoria. I libri erano pochi, procurarseli era difficile, e non era neppure facile prendere appunti, perché la carta e la pergamena costavano care. L’unica cosa che non costava era la memoria: e perciò la si riempiva di testi, e chi lavorava con la parola li teneva lì in bell’ordine, sempre pronti per l’uso.

lo sapevo già, ma mi stupisce sempre parecchio al punto di temere che fra qualche anno qualche storico si possa svegliare e dire "non è vero che si imparavano i libri a memoria!". invero questa è un'interessantissima nozione da un punto di vista materialista, che restituisce il contesto sociale, il perché a quel tempo qualcuno potesse permettersi non dico di studiare ma anche solo di saper leggere e tutti gli altri no. ed è notevole anche il fatto che i costi fossero alti anche per il borsello dei benestanti, che infatti possedevano pochi libri e si specializzavano nel loro studio piuttosto che avere una biblioteca immensa come è uso tra gli intellettuali d'oggi. Molti rimpiangono la capacità mnemonica dei medioevali, ma dal suo sacrificio nasce l'istruzione universale.

CITAZIONE
Termine significativo, questo, così come il suo contrario, «cortesia»: tutt’e due ricorrono continuamente sotto il calamo di fra Salimbene, e sono l’indizio più rivelatore della sua origine sociale, nonostante cinquant’anni passati a mangiar cavoli in refettorio.

altra informazione interessante

CITAZIONE
Della Chronica ho letto anche dei passi assurdi dove si intratteneva per 30 pagine a parlare del fatto che nella Francia meridionale si bevesse il vino e in quella settentrionale la birra

Perché non cresce la vite, proprio come nella vicina gran bretagna.

CITAZIONE
Perché noi non siamo più medievali?

perché l'organizzazione degli artigiani in corporazioni e gilde ha favorito una sempre più grande divisione del lavoro che ha portato alla costituzione di un'economia di mercato sempre più sviluppata, ingenerando il mercantilismo che è la forma infantile del capitalismo.
 
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CITAZIONE (Cough Ferati @ 30/9/2017, 21:54)
www.facebook.com/340683926028807/p...pe=3&permPage=1
CITAZIONE
Il termine ''accabadora'' viene dallo spagnolo ''acabar'' che significa finire.

Volevo fare io questa arguta osservazione ;-(

CITAZIONE (Cough Ferati @ 29/1/2018, 04:19)
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CITAZIONE
Gabriele D’Annunzio vive nella casetta rossa a Venezia: passa le giornate tra imprese volanti e amplessi con Luisa Baccara e la contessa Morosini, donna stupenda quanto di scarsa cultura a cui mandava messaggi in latino che lei non capiva.

CITAZIONE
istituisce l’Ufficio colpi di mano, ministero che si occupa di organizzare azioni di pirateria e gli mette a capo Guido Keller col titolo di “Segretario d’azione”. Keller in volo è un genio (tre medaglie d’argento), mentre a terra è uno squilibrato che defeca dai rami degli alberi, gira nudo nei campi d’aviazione con addosso solo ciabatte arabe, ha un’aquila ammaestrata di nome Guido e un asino di nome Camillino. La sua dieta consiste nel mangiare esclusivamente petali di rosa canditi.

CITAZIONE
Keller fa cose sempre più strane, addestra un ragazzino a sgozzare maiali per una settimana, poi lo manda a Roma per assassinare Nitti – il giovane non ce la fa e per la vergogna si spara in albergo.

"fa dipomatico un giapponese napoletanizzato, Harukichi Shimoi":
Video
Porcatroia, Keller è un personaggio meraviglioso:
Keller%2C_Guido_%281894-1929%29
Leggi anche qui: http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgen...nzio_131832.php
CITAZIONE (Ferraù @ 29/1/2018, 20:31)
Pare Metal Gear ma diretto da Carlo Vanzina

Vero cazzo.

CITAZIONE (Cough Ferati @ 21/2/2018, 01:46) 

lo sapevo già, ma mi stupisce sempre parecchio al punto di temere che fra qualche anno qualche storico si possa svegliare e dire "non è vero che si imparavano i libri a memoria!". invero questa è un'interessantissima nozione da un punto di vista materialista, che restituisce il contesto sociale, il perché a quel tempo qualcuno potesse permettersi non dico di studiare ma anche solo di saper leggere e tutti gli altri no. ed è notevole anche il fatto che i costi fossero alti anche per il borsello dei benestanti, che infatti possedevano pochi libri e si specializzavano nel loro studio piuttosto che avere una biblioteca immensa come è uso tra gli intellettuali d'oggi. Molti rimpiangono la capacità mnemonica dei medioevali, ma dal suo sacrificio nasce l'istruzione universale.

Interessante punto di vista drogaio, comunque nessuno storico dirà che non è vero perché ci sono diecimila testimonianze, addirittura dietro gli atti notarili ci sono trascrizioni incerte di poesiole e sonetti, addirittura filastrocche da insegnare ai bambini con tanto di correzioni perché dopo 20-30 anni il notaio non la ricordava bene.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 21/2/2018, 01:46) 
CITAZIONE
Della Chronica ho letto anche dei passi assurdi dove si intratteneva per 30 pagine a parlare del fatto che nella Francia meridionale si bevesse il vino e in quella settentrionale la birra

Perché non cresce la vite, proprio come nella vicina gran bretagna.

In epoca romana, durante il periodo caldo, e per parte del Medioevo, cresceva. Comunque sarebbe bello leggersela la cronica di Salimbene, perché era folle, e proprio da quella cronica ho scoperto il libro "Il crollo della mente bicamerale" (che devo ancora leggere), perché c'è un folle resoconto di quando Salimbene, nudo, digiunò per una settimana e dormì in chiesa, di fronte all'altare, lasciato solo da tutto, fino a quando vide la Madonna e Gesù bambino. Per loro era una cosa normale, perché oltre ad avere un cervello diverso dal nostro, sperimentavano lunghi digiuni e vivevano in condizioni terribili (dormendo nudi al freddo, sul marmo della chiesa).
CITAZIONE (Cough Ferati @ 21/2/2018, 01:46) 

perché l'organizzazione degli artigiani in corporazioni e gilde ha favorito una sempre più grande divisione del lavoro che ha portato alla costituzione di un'economia di mercato sempre più sviluppata, ingenerando il mercantilismo che è la forma infantile del capitalismo.

Grazie signor Marx.
 
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CITAZIONE (lagunaloire @ 25/2/2018, 22:27) 
CITAZIONE (Cough Ferati @ 30/9/2017, 21:54)
www.facebook.com/340683926028807/p...pe=3&permPage=1
CITAZIONE
Il termine ''accabadora'' viene dallo spagnolo ''acabar'' che significa finire.

Volevo fare io questa arguta osservazione ;-(

Faremo finta che l'abbia fatta tu.

CITAZIONE
Leggi anche qui:

CITAZIONE
scaglio’ dal suo aereo un pitale in ferro smaltato contro Montecitorio dopo un’avventurosa trasvolata sulla capitale. Al manico era legato un mazzo di rape e di carote

CITAZIONE
Si portava sempre dietro un teschio gialliccio, recuperato non si sa dove.

? :rotfl:

CITAZIONE
I colleghi lo avevano soprannominato Frate Francesco, ma lui girava nudo per il campo d’aviazione e alle brande delle caserme preferiva un albero o una grotta.

You look dandy in the sky, but you don't scare me.

CITAZIONE
Interessante punto di vista drogaio, comunque nessuno storico dirà che non è vero perché ci sono diecimila testimonianze, addirittura dietro gli atti notarili ci sono trascrizioni incerte di poesiole e sonetti, addirittura filastrocche da insegnare ai bambini con tanto di correzioni perché dopo 20-30 anni il notaio non la ricordava bene.

Un uso molto migliore per gli atti notarili, peraltro.

CITAZIONE
In epoca romana, durante il periodo caldo, e per parte del Medioevo, cresceva.

beh, probabilmente se uno ci si mette cresce anche adesso, solo che non viene su buona. L'uva per il vino è molto suscettibile, persino nel suo habitat ideale basta una settimana di pioggia per mandare tutto a puttane. Veniva fuori una roba imbevibile, io credo, e allora preferivano la birra. Pensa invece quant'è assurdo, noi oggi inorridiamo al pensiero della birra calda, e invece tutti questi popoli hanno passato la loro storia bevendo solo quella.

CITAZIONE
e proprio da quella cronica ho scoperto il libro "Il crollo della mente bicamerale" (che devo ancora leggere)

l'aveva citato qualcun altro qua dentro o sbaglio?

CITAZIONE
Per loro era una cosa normale, perché oltre ad avere un cervello diverso dal nostro, sperimentavano lunghi digiuni e vivevano in condizioni terribili (dormendo nudi al freddo, sul marmo della chiesa).

Chissà se davvero Enrico IV stette inginocchiato al gelo tre notti.

CITAZIONE
Grazie signor Marx.

dovere
 
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https://www.finestresullarte.info/operadel...-d-ungheria.php
CITAZIONE
La santa è identificabile dal gesto: vediamo infatti che dona della pagnotte tirandole fuori dal grembo, e uno dei miracoli che le si attribuiscono è quello di aver proprio trasformato in rose delle pagnotte che portava in grembo e che aveva preso da casa contro il volere della famiglia.

Ma che cazzo di miracolo di merda è?
 
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Vecchia Guardia (film)
"ma quel che è certo è che il lungometraggio resterà in programmazione solo pochi mesi e che il regime non farà nulla per pubblicizzarlo"
Non è vero, ho sottomano una disposizione della Prefettura di Brescia del 8-11-1935 che cita una lettera del Ministero della stampa e propaganda, che spinge alla proiezione del film, "rievocante notevoli episodi dell'epoca delle Camicie Nere", dicendo che "venga proiettato in tutti quei Comuni d'Italia ove funzioni un cinematografo".
Sto andando a cercate, peraltro, tutti i film che la Prefettura, man mano, imponeva di censurare.

CITAZIONE (Cough Ferati @ 25/2/2018, 22:57)
CITAZIONE
I colleghi lo avevano soprannominato Frate Francesco, ma lui girava nudo per il campo d’aviazione e alle brande delle caserme preferiva un albero o una grotta.

You look dandy in the sky, but you don't scare me.

:asd:
CITAZIONE (Cough Ferati @ 25/2/2018, 22:57)
Un uso molto migliore per gli atti notarili, peraltro.

C'è un libro bellissimo, scritto da un archivista, che ho citato nell'altra sezione, in cui sono trascritti dei testamenti di alcuni napoletani.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 25/2/2018, 22:57)
CITAZIONE
e proprio da quella cronica ho scoperto il libro "Il crollo della mente bicamerale" (che devo ancora leggere)

l'aveva citato qualcun altro qua dentro o sbaglio?

L'abbiamo citato in dieci, ma non l'ho ancora letto.

CITAZIONE (Cough Ferati @ 25/2/2018, 23:25) 
www.finestresullarte.info/operadel...-d-ungheria.php
CITAZIONE
La santa è identificabile dal gesto: vediamo infatti che dona della pagnotte tirandole fuori dal grembo, e uno dei miracoli che le si attribuiscono è quello di aver proprio trasformato in rose delle pagnotte che portava in grembo e che aveva preso da casa contro il volere della famiglia.

Ma che cazzo di miracolo di merda è?

Non ha nemmeno senso, perché nel quadro fa l'elemosina dando del pane, qua viene detto il contrario. Comunque sarebbe un miracolo odioso, perché affama il popolo. Non hanno il pane, che mangino le rose!
A me fa ridere questo: "il 10 ottobre del 1611, viene registrato negli inventari dei Farnese come "il quadro grando co' un orbo, un putto che lo conduce et una donna che li fa elemosina co' un putino"." - Ahahahahah ma che descrizione scazzata è :rotfl:
"Oggi è conservato a Napoli, al Museo Nazionale di Capodimonte: come molte opere dei Farnese, infatti, giunse nella città partenopea con i Borbone di Napoli, che ereditarono il ducato di Parma e Piacenza dopo la scomparsa dell'ultimo Farnese, Antonio." - Borboni peggio di Napoleone.
 
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CITAZIONE (lagunaloire @ 28/2/2018, 12:42) 
Sto andando a cercate, peraltro, tutti i film che la Prefettura, man mano, imponeva di censurare.

http://temi.repubblica.it/micromega-online...anile-fascista/
Linko questo solo per le lettere di calvino e ignoro bellamente tutto il resto:
CITAZIONE
12 febbraio: «Stai diventando un fanatico, ragazzo mio, stai attento. Ti stai esaltando di queste idee, tanto da montarti la testa. Curati. Distraiti.»

1 marzo: «Dunque tu, Eugenioscalfari, scrivi su riviste letterarie giovanili? Scrivi articoletti sull’arte novissima, eh? Sei capitato in un vivaio giovanile? Ma che bravo! Bravo, bravo, mi compiaccio proprio. Ahahahahahaah!»

7 marzo: «La faccenda del vivaio giovanile non è molto chiara. Scrivi meno balle, racconta fatti e ambienti e persone. Adesso il giornalino non è più del vivaio, è dell’Azione Cattolica. Che casino! […] Quando la finirai di pronunciare al mio cospetto frasi come queste: “tutti i mezzi son buoni pur di riuscire” “seguire la corrente” “adeguarsi ai tempi”? Sono queste le idee di un giovane che dovrebbe affacciarsi alla vita con purezza d’intenti e serenità d’ideali?»

21 aprile: «Mandami, appena vede la luce, il numero di Gioventù Italica che porta il tuo battesimo dell’inchiostro tipografico. Siccome avrai naturalmente scritto delle gran frescate, polemizzerò con te. Quello che rimane per me un gran mistero è come facciano a vivere le varie Gioventù & Progenie, Roma & Ischirogeno, che pullulano dalle tue parti. E, quel che più conta, dove piglino i soldi da dare a degli sciagurati come te.»

29 aprile: «Fa piacere poter dire: sapete, stasera ho da scrivere a Eugenio Scalfari, il noto pubblicista, è mio amico, siamo stati compagni di scuola, sì, proprio lui, il più noto scrittore contemporaneo, quello che scrive nientedimeno che su Conquiste d’Impero. […] Ci scrive anche Giuseppe [Bottai], ma sì, proprio Giuseppe, sono colleghi, “il mio Peppino” lo chiama Scalfari. […] Ho atteso a risponderti alla tua doppia ultima perché attendevo la copia di Gioventù Italica che mi è arrivata oggi. […] Non posso definire il tuo articolo altrimenti che: strano. Strano che tu ti metta a scrivere di queste cose, strano che tu mostri una così sicura cognizione in fatto di tragedie greche che credo conoscerai quanto conosco io, cioè ben poco.»

21 maggio: «Per quanto io aspiri a un “modo di salire” e tu a un “salire ad ogni modo”, l’esempio dell’amico mi sarà certo di sprone. […] Manda roba: Conquiste d’Impero, tua tesi per quell’affare del convegnochesoio, Roma Fascista che – scusa – non ho capito bene che cosa è (un giornaletto del Guf)?»

10 giugno: «Tu che sempre hai vissuto in una sfera lontana dalla vera vita, uniformando il tuo pensiero all’articolo di fondo del giornale tale e talaltro, ignorando completamente uomini fatti cose adesso ti metti a scrivere di economia, di argomenti ai quali sono legati avvenire benessere prosperità di popolazioni. Questa più che faccia tosta mi sembra impudenza. […] Lo so, sono amaro, ma, ragazzo, nella merda fino a quel punto non ti credevo. Il giornale fa pietà, è un vero sconcio che si lasci pubblicare tanta roba idiota e inutile. […] Ti conoscevamo come uno disposto a tutto pur di riuscire, ma cominci a fare un po’ schifo.»

21 giugno: «Me ne frego che tu ti offenda e mi risponda con lettere aspramente risentite (oltre che scemo sei pure diventato permaloso), quello che ho da dirti (e te lo dico per il tuo bene) si compendia in una sola parola: PAGLIACCIO! […] Chiunque ti legga, vedendo uno che fa sfoggio di erudizione ad ogni sillaba, che fa di tutto perché i suoi concetti appaiano il meno chiari e determinati possibile, non può fare a meno di credere che tu sia un IGNORANTE che ripete pappagallescamente frasi e termini raffazzonati a casaccio.»

:rotfl: :rotfl: :rotfl:
 
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CITAZIONE (Cough Ferati @ 30/3/2018, 20:20)
CITAZIONE (lagunaloire @ 28/2/2018, 12:42) 
Sto andando a cercate, peraltro, tutti i film che la Prefettura, man mano, imponeva di censurare.

http://temi.repubblica.it/micromega-online...anile-fascista/
Linko questo solo per le lettere di calvino e ignoro bellamente tutto il resto:

Anche io ho fatto così perché questi personaggi voltagabbana mi fanno proprio schifo.
Riguardo le lettere, conta tanto il fatto che fossero ex compagni di liceo, e quindi ci fosse questa goliardia cameratesca. Per un attimo ho pensato invece che i due non si conoscessero, e in questo caso queste lettere tiraculo paternalistiche e stizzite sarebbero state meravigliose. Sono comunque divertenti.
CITAZIONE
1 marzo: «Dunque tu, Eugenioscalfari, scrivi su riviste letterarie giovanili? Scrivi articoletti sull’arte novissima, eh? Sei capitato in un vivaio giovanile? Ma che bravo! Bravo, bravo, mi compiaccio proprio. Ahahahahahaah!»

:rotfl:
Ma ti rendi conto che è una frase che pare scritta da uno qualunque di noi? :rotfl:
"Dunque ti, Alessiogiacomoskop's, insegni in una scuola media, eh? Fai le lezioncine ai ragazzini, eh? Sei capitato nella scuola che hai frequentato e sei tutto felice? Ma che bravo! Bravo, bravo, ma attento a prendere il treno".
Su Wikipedia c'è scritto:
CITAZIONE
"All'inizio del 1943 scrisse una serie di corsivi non firmati sulla prima pagina di Roma Fascista in cui lanciava generiche accuse verso speculazioni da parte di gerarchi del Partito Nazionale Fascista sulla costruzione dell'EUR. Questi articoli portarono alla sua espulsione dai GUF per opera di Carlo Scorza, allora vicesegretario del PNF. Di fronte al gerarca intenzionato a perseguire gli speculatori, il giovane Scalfari aveva ammesso come i suoi corsivi fossero basati su voci generiche. Il gerarca accusò poi il giovane di essere un imboscato, e lo prese materialmente per il bavero strappandogli le mostrine dalla divisa del partito".
"Nel 2013 e nel 2014, le sue "interviste" con papa Francesco hanno causato per due volte la smentita da parte della sala stampa vaticana in relazione alle parole attribuite da Scalfari al Pontefice. Scalfari ha ribattuto di aver scritto virgolettati "come se fossero usciti dalla bocca del Papa", senza aver preso appunti o registrato durante i colloqui, dicendo che quello era stato il suo metodo di lavoro per quasi 50 anni. Il 29 marzo 2018 il Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, a seguito della pubblicazione di un suo articolo su Repubblica , negando che il Papa avesse rilasciato un’intervista a Scalfari e sostenendo che il contenuto dell’articolo fosse il frutto di una sua ricostruzione".

Ne combina una peggio di Bertoldo.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 28/4/2018, 03:51) 

Minchia ma tu sei un feticista della galassia DC, mi spaventi :unsure:
 
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