Dalla Cronica di Salimbene de Adam:
"Non va passata sotto silenzio una cosa: che i Fiorentini non si scandalizzano se un frate minore lascia l'Ordine, anzi lo scusano dicendo: «Ci meravigliamo che ci è stato sì gran tempo, poiché i frati minori conducono una vita disperata e si tormentano in troppi modi»".
"Settima colpa di frate Elia fu che voleva vivere splendidamente, tra comodità e magnificenza e aveva palafreni pingui e robusti e sempre andava a cavallo, fosse pure per passare da una chiesa all'altra distanti solo mezzo miglio, diportandosi contro il precetto della Regola... Aveva ancora giovanetti secolari come donzelli, alla maniera dei vescovi, vestiti con abiti di colori sgargianti, e l'assistevano e servivano in tutto. Raramente poi mangiava in convento con gli altri frati, ma nella sua camera, da solo. Aveva anche un suo cuoco particolare,... aveva una sua famiglia speciale di 12 o 14 frati, che teneva con sé al convento delle Celle... Del gruppo di frate Elia era poi un certo Giovanni, detto delle Lodi, frate laico, duro e violento, torturatore e carnefice pessimo, che, su ordine di Elia, dava la disciplina ai frati, senza misericordia..."
"Nello stesso anno (1222), nel giorno del Natale del Signore, ci fu un grandissimo terremoto nella città di Reggio, mentre predicava nella cattedrale di Santa Maria il vescovo Nicola di Reggio. Questo terremoto interessò tutta la Lombardia e la Toscana, ma fu chiamato di Brescia, perché lì fu il suo epicentro, e i cittadini abitavano in tende fuori della città per non sentirsi crollare addosso gli edifici... Mia madre soleva ricordarmi che durante quel grande terremoto io ero bambino ancora nella cuna, ed essa prese sottobraccio le mie due sorelle (erano piccine) e, abbandonando me nella cuna, riparò nella casa dei suoi parenti. Temeva infatti che rovinasse su di lei il battistero, poiché la mia casa era vicina ad esso. E per questo che io non l'amavo eccessivamente, perché avrebbe dovuto preoccuparsi più di me che ero maschio, ma lei rispondeva che era più facile portare le due sorelle perché più grandicelle...".
CITAZIONE (Cough Ferati @ 2/12/2018, 03:54)
Spettacolare questo aneddoto. Il disprezzo dei fascisti fa addirittura ridere, pare una freddura:
Achille Starace, segretario del Partito fascista, così commenta il gesto: "È morto proprio come un ebreo: si è buttato da una torre per risparmiare un colpo di pistola" (secondo altre fonti: "È morto da vero ebreo, senza volere nemmeno comprare il veleno per uccidersi").CITAZIONE (abe01 @ 3/12/2018, 13:44)
Porcatroia
CITAZIONE (abe01 @ 2/2/2019, 21:07)
Celeste di Porto era una delatrice ebrea di Roma che durante le leggi razziali e i rastrellamenti degli ebrei della capitale forniva nomi e nascondigli di questi ultimi, in cambio di una cifra che si aggirava attorno allo stipendio medio annuo di un operaio per ogni persona consegnata e quindi trattenuta in prigione, inviata nei campi.
Una volta, come rappresaglia per la morte di 33 militari nazisti, venne incluso nella lista di civili che sarebbero poi diventati le vittime dell'eccidio delle Fosse Adreatine, suo fratello. Celeste riuscì però a farlo risparmiare offrendo al suo posto un pugile romano che poco prima di morire, sulle pareti della sua cella nel carcere di Regina Coeli, incise:
“Sono Anticoli Lazzaro, detto Bucefalo, pugilatore. Si nun arivedo la famija mia* è colpa de quella venduta de Celeste. Arivendicatemi”Ho letto delle lettere dei condannati a morte partigiani raccolte in un libro, quasi tutte piene di parole d'amore per la fidanzata la madre la famiglia la terra natìa per gli ideali per la quale si battono, e l'ARIVENDICATEMI mi fa morire. Poi,
pugilatore è una parola che suona bene.
Sì, poveretto. Nella SEconda Guerra Mondiale c'è stato una caduta nel baratro dell'uomo. Nella Prima l'uomo è stato sottoposto a tormenti e ha vissuto come una bestia, ma parrebbe aver mantenuto una propria dignità e onore, invece nella seconda si leggono spesso episodi vigliacchissimi e odiosissimi (ovviamente non giudico).
CITAZIONE (abe01 @ 18/2/2019, 02:36)
C'era questo pittore spagnolo, Carlos Casagemas, che se la spassava a Parigi nei primi del 900 ed era innamorato pazzo di una modella con cui aveva avuto una fugace relazione, a cui lei aveva messo fine a dispetto dell'adorazione cieca e dell'amore assoluto di lui, perché Carlos soffriva di una forma di impotenza congenita. Così un giorno lui le si presentò armato e furente, le puntò una rivoltella contro e premette il grilletto urlando “Lo faccio per te!”. Lei si nascose fra le gambe dei tavolini - il colpo l'aveva mancata, allora lui spostò la pistola all'altezza delle tempie e confessò “Lo faccio per me”, poi si uccise.
Tragicissima questa storia.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 8/3/2019, 01:47)
L'avevo apprezzato quando l'avevi postato all'epoca, anche se l'avevo letto distrattamente, velocemente, per mancanza di tempo. Adesso lo leggo bene e ho alcune considerazioni:
1) Credo che si sia persa molto la mania di scrivere sulle banconote (o anche nei cessi, sui muri, sulle ringhere etc...). La cosa non deve sorprenderci: ormai c'è internet e facebook/instagram etc, quindi è facile affidare i nostri messaggi e i nostri sfoghi a sconosciuti.
2) Alcune di quelle frasi sono veramente, ma veramente, spettacolari.
3) "Pensiero notturno. Se di notte hai paura di dormire in un letto vuoto ricorda che non sarà mai vuoto perché dentro ci sei tu!" - Fabio Volo operava già a inizio anni Novanta?
4) Notare come la droga fosse un tema davvero sentito in quegli anni, più di adesso.
5) La 147 si è scritto la lista della spesa, è un genio pazzesco/a, non ci avrei mai pensato io. Anche la 186 è un messaggio lasciato alla mamma per le compere.
6) Alcuni messaggi sono così lunghi che mi chiedo come abbiano fatto a scriverli nel pochissimo spazio delle mille lire (che erano piccole).
7) Ma quanta gente si chiamava Alessio/Alessia all'epoca? Adesso molta di meno.
8) La 230: "Io valgo 4/5 caffè": cazzo, quando il caffè costava 20 centesimi
9) Il saggio finale di Alberto Abruzzese stona moltissimo ed è illeggibile. Inoltre una frase su due è costituita da un elenco infinito di aggettivi o sostantivi. Davvero noiosissimo.
10) Interessante nell'ultima pagina le altre pubblicazioni, alcune mi piacerebbe leggerle.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 2/5/2019, 03:58)
www.lastampa.it/2017/04/30/cultura...bsO/pagina.htmlCITAZIONE
Tra le carte dell’Archivio, figurano alcuni gustosi appunti di Salvatore Giuliano dedicati - nientemeno - che all’astronomia, nei quali, con una certa tracotanza giovanile, il bandito affermava di aver scoperto la vera causa del moto terrestre. Secondo la sua fantasiosa teoria, descritta, comunque, con una certa attitudine al ragionamento e una insospettata cultura di base, la rotazione della terra si doveva a una sorta di travaso continuo tra le acque degli oceani opposti sulla superficie del pianeta, attraverso canali sotterranei che passavano per il centro del globo della cui dimostrazione lui incaricava il mondo scientifico. Era molto convinto delle sue intuizioni in materia, tanto da minacciare pesantemente i direttori dei giornali che non avessero pubblicato i suoi “saggi” di astronomia: “Quindi decidetevi a chiudere il giornale, o a pubblicare tutto quanto vi mando” scriveva in un biglietto minatorio.
Ahahah meglio non divulgarlo troppo se no iniziano a crederci in molti. Comunque ho letto l'articolo di questo fatto che ignoravo totalmente ed è molto interessante. Può anche essere che ci fossero di mezzo gli americani... quando c'è da destabilizzare uno Stato loro non si tirano di certo indietro.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 22/8/2019, 19:15)
www.facebook.com/gliannisettanta/posts/2390798900989900CITAZIONE
«Con Guido Giannettini ho diviso la cella. Era una persona squisita, coltissima, sostanzialmente un nazista, aveva un culto per il nazionalsocialismo, e un'eccellente preparazione militare. Chi era veramente? Un agente segreto o un fascista? Nel senso che mi chiedevo se si sentiva più un funzionario dello Stato o un camerata. Con gli altri camerati volli capire una volta per tutte chi fosse. In cella eravamo io, Ferri, Azzi e un altro. L'abbiamo persino drogato: con una colletta comprammo tre pasticche di Lsd chiamate Pink Floyd e le abbiamo messe nel suo tè. Be', per tre giorni e tre notti se ne stette sul tavolo in mutande e ci tenne lezioni di geopolitica militare. Non ne potevamo più. L'unico momento di lucidità lo ebbe quando vide Andreotti in tv e disse che era un falso. Comunque, per toglierci il dubbio, chiedemmo consiglio a Freda. Lui ci disse di trattarlo come avremmo trattato lui stesso».
(Testimonianza di Maurizio Murelli riportata in «Anime nere», Sperling & Kupfer, 2014)
giannettini's psychedelic breakfast Ahahah spettacolare, fra l'altro questa cosa succederebbe tranquillamente anche se drogassimo il vecchio Simon Peter.
CITAZIONE (abe01 @ 8/9/2019, 14:43)
Un'altra ipotesi sulla diffusione della leggenda si baserebbe su un equivoco del tardo Medioevo, quando arrivavano dal Medio Oriente crocifissi in cui la figura del Cristo era vestita, anziché con il tradizionale perizoma tipico dell'iconografia europea, con il colobium, una tunica lunga sino alle caviglie. Si pensò allora alla figura muliebre di una santa e si congetturò il motivo della sua barba.
Non ha senso tutto ciò
Il resto dei messaggi li leggo/sento più avanti, appena avrò tempo.