Aneddoti e assurdità storiche

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Dragaster Excuriam

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Dragaster Excuriam

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Dalla Cronica di Salimbene de Adam:
"Non va passata sotto silenzio una cosa: che i Fiorentini non si scandalizzano se un frate minore lascia l'Ordine, anzi lo scusano dicendo: «Ci meravigliamo che ci è stato sì gran tempo, poiché i frati minori conducono una vita disperata e si tormentano in troppi modi»".
"Settima colpa di frate Elia fu che voleva vivere splendidamente, tra comodità e magnificenza e aveva palafreni pingui e robusti e sempre andava a cavallo, fosse pure per passare da una chiesa all'altra distanti solo mezzo miglio, diportandosi contro il precetto della Regola... Aveva ancora giovanetti secolari come donzelli, alla maniera dei vescovi, vestiti con abiti di colori sgargianti, e l'assistevano e servivano in tutto. Raramente poi mangiava in convento con gli altri frati, ma nella sua camera, da solo. Aveva anche un suo cuoco particolare,... aveva una sua famiglia speciale di 12 o 14 frati, che teneva con sé al convento delle Celle... Del gruppo di frate Elia era poi un certo Giovanni, detto delle Lodi, frate laico, duro e violento, torturatore e carnefice pessimo, che, su ordine di Elia, dava la disciplina ai frati, senza misericordia..."
"Nello stesso anno (1222), nel giorno del Natale del Signore, ci fu un grandissimo terremoto nella città di Reggio, mentre predicava nella cattedrale di Santa Maria il vescovo Nicola di Reggio. Questo terremoto interessò tutta la Lombardia e la Toscana, ma fu chiamato di Brescia, perché lì fu il suo epicentro, e i cittadini abitavano in tende fuori della città per non sentirsi crollare addosso gli edifici... Mia madre soleva ricordarmi che durante quel grande terremoto io ero bambino ancora nella cuna, ed essa prese sottobraccio le mie due sorelle (erano piccine) e, abbandonando me nella cuna, riparò nella casa dei suoi parenti. Temeva infatti che rovinasse su di lei il battistero, poiché la mia casa era vicina ad esso. E per questo che io non l'amavo eccessivamente, perché avrebbe dovuto preoccuparsi più di me che ero maschio, ma lei rispondeva che era più facile portare le due sorelle perché più grandicelle...".

CITAZIONE (Cough Ferati @ 2/12/2018, 03:54)

Spettacolare questo aneddoto. Il disprezzo dei fascisti fa addirittura ridere, pare una freddura: Achille Starace, segretario del Partito fascista, così commenta il gesto: "È morto proprio come un ebreo: si è buttato da una torre per risparmiare un colpo di pistola" (secondo altre fonti: "È morto da vero ebreo, senza volere nemmeno comprare il veleno per uccidersi").
CITAZIONE (abe01 @ 3/12/2018, 13:44)
CITAZIONE
La lettera del giornalista al presidente Dc per un posto all'ufficio stampa Eni
Questa lettera fu scritta da Emilio Fede a Aldo Moro.
Risulta senza risposta.

Porcatroia :asd:
CITAZIONE (abe01 @ 2/2/2019, 21:07)
Celeste di Porto era una delatrice ebrea di Roma che durante le leggi razziali e i rastrellamenti degli ebrei della capitale forniva nomi e nascondigli di questi ultimi, in cambio di una cifra che si aggirava attorno allo stipendio medio annuo di un operaio per ogni persona consegnata e quindi trattenuta in prigione, inviata nei campi.
Una volta, come rappresaglia per la morte di 33 militari nazisti, venne incluso nella lista di civili che sarebbero poi diventati le vittime dell'eccidio delle Fosse Adreatine, suo fratello. Celeste riuscì però a farlo risparmiare offrendo al suo posto un pugile romano che poco prima di morire, sulle pareti della sua cella nel carcere di Regina Coeli, incise:
“Sono Anticoli Lazzaro, detto Bucefalo, pugilatore. Si nun arivedo la famija mia* è colpa de quella venduta de Celeste. Arivendicatemi”
Ho letto delle lettere dei condannati a morte partigiani raccolte in un libro, quasi tutte piene di parole d'amore per la fidanzata la madre la famiglia la terra natìa per gli ideali per la quale si battono, e l'ARIVENDICATEMI mi fa morire. Poi, pugilatore è una parola che suona bene.

Sì, poveretto. Nella SEconda Guerra Mondiale c'è stato una caduta nel baratro dell'uomo. Nella Prima l'uomo è stato sottoposto a tormenti e ha vissuto come una bestia, ma parrebbe aver mantenuto una propria dignità e onore, invece nella seconda si leggono spesso episodi vigliacchissimi e odiosissimi (ovviamente non giudico).
CITAZIONE (abe01 @ 18/2/2019, 02:36)
C'era questo pittore spagnolo, Carlos Casagemas, che se la spassava a Parigi nei primi del 900 ed era innamorato pazzo di una modella con cui aveva avuto una fugace relazione, a cui lei aveva messo fine a dispetto dell'adorazione cieca e dell'amore assoluto di lui, perché Carlos soffriva di una forma di impotenza congenita. Così un giorno lui le si presentò armato e furente, le puntò una rivoltella contro e premette il grilletto urlando “Lo faccio per te!”. Lei si nascose fra le gambe dei tavolini - il colpo l'aveva mancata, allora lui spostò la pistola all'altezza delle tempie e confessò “Lo faccio per me”, poi si uccise.

Tragicissima questa storia.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 8/3/2019, 01:47)
oggi vi regalo un documento straordinario
www.stradebianchelibri.com/uploads/...ire_scritte.pdf

L'avevo apprezzato quando l'avevi postato all'epoca, anche se l'avevo letto distrattamente, velocemente, per mancanza di tempo. Adesso lo leggo bene e ho alcune considerazioni:
1) Credo che si sia persa molto la mania di scrivere sulle banconote (o anche nei cessi, sui muri, sulle ringhere etc...). La cosa non deve sorprenderci: ormai c'è internet e facebook/instagram etc, quindi è facile affidare i nostri messaggi e i nostri sfoghi a sconosciuti.
2) Alcune di quelle frasi sono veramente, ma veramente, spettacolari.
3) "Pensiero notturno. Se di notte hai paura di dormire in un letto vuoto ricorda che non sarà mai vuoto perché dentro ci sei tu!" - Fabio Volo operava già a inizio anni Novanta?
4) Notare come la droga fosse un tema davvero sentito in quegli anni, più di adesso.
5) La 147 si è scritto la lista della spesa, è un genio pazzesco/a, non ci avrei mai pensato io. Anche la 186 è un messaggio lasciato alla mamma per le compere.
6) Alcuni messaggi sono così lunghi che mi chiedo come abbiano fatto a scriverli nel pochissimo spazio delle mille lire (che erano piccole).
7) Ma quanta gente si chiamava Alessio/Alessia all'epoca? Adesso molta di meno.
8) La 230: "Io valgo 4/5 caffè": cazzo, quando il caffè costava 20 centesimi :asd:
9) Il saggio finale di Alberto Abruzzese stona moltissimo ed è illeggibile. Inoltre una frase su due è costituita da un elenco infinito di aggettivi o sostantivi. Davvero noiosissimo.
10) Interessante nell'ultima pagina le altre pubblicazioni, alcune mi piacerebbe leggerle.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 2/5/2019, 03:58)
www.lastampa.it/2017/04/30/cultura...bsO/pagina.html
CITAZIONE
Tra le carte dell’Archivio, figurano alcuni gustosi appunti di Salvatore Giuliano dedicati - nientemeno - che all’astronomia, nei quali, con una certa tracotanza giovanile, il bandito affermava di aver scoperto la vera causa del moto terrestre. Secondo la sua fantasiosa teoria, descritta, comunque, con una certa attitudine al ragionamento e una insospettata cultura di base, la rotazione della terra si doveva a una sorta di travaso continuo tra le acque degli oceani opposti sulla superficie del pianeta, attraverso canali sotterranei che passavano per il centro del globo della cui dimostrazione lui incaricava il mondo scientifico. Era molto convinto delle sue intuizioni in materia, tanto da minacciare pesantemente i direttori dei giornali che non avessero pubblicato i suoi “saggi” di astronomia: “Quindi decidetevi a chiudere il giornale, o a pubblicare tutto quanto vi mando” scriveva in un biglietto minatorio.

Qyjlt7s

Ahahah meglio non divulgarlo troppo se no iniziano a crederci in molti. Comunque ho letto l'articolo di questo fatto che ignoravo totalmente ed è molto interessante. Può anche essere che ci fossero di mezzo gli americani... quando c'è da destabilizzare uno Stato loro non si tirano di certo indietro.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 22/8/2019, 19:15)
www.facebook.com/gliannisettanta/posts/2390798900989900
CITAZIONE
«Con Guido Giannettini ho diviso la cella. Era una persona squisita, coltissima, sostanzialmente un nazista, aveva un culto per il nazionalsocialismo, e un'eccellente preparazione militare. Chi era veramente? Un agente segreto o un fascista? Nel senso che mi chiedevo se si sentiva più un funzionario dello Stato o un camerata. Con gli altri camerati volli capire una volta per tutte chi fosse. In cella eravamo io, Ferri, Azzi e un altro. L'abbiamo persino drogato: con una colletta comprammo tre pasticche di Lsd chiamate Pink Floyd e le abbiamo messe nel suo tè. Be', per tre giorni e tre notti se ne stette sul tavolo in mutande e ci tenne lezioni di geopolitica militare. Non ne potevamo più. L'unico momento di lucidità lo ebbe quando vide Andreotti in tv e disse che era un falso. Comunque, per toglierci il dubbio, chiedemmo consiglio a Freda. Lui ci disse di trattarlo come avremmo trattato lui stesso».

(Testimonianza di Maurizio Murelli riportata in «Anime nere», Sperling & Kupfer, 2014)

giannettini's psychedelic breakfast

Ahahah spettacolare, fra l'altro questa cosa succederebbe tranquillamente anche se drogassimo il vecchio Simon Peter.
CITAZIONE (abe01 @ 8/9/2019, 14:43)
Un'altra ipotesi sulla diffusione della leggenda si baserebbe su un equivoco del tardo Medioevo, quando arrivavano dal Medio Oriente crocifissi in cui la figura del Cristo era vestita, anziché con il tradizionale perizoma tipico dell'iconografia europea, con il colobium, una tunica lunga sino alle caviglie. Si pensò allora alla figura muliebre di una santa e si congetturò il motivo della sua barba.

Non ha senso tutto ciò :asd:


Il resto dei messaggi li leggo/sento più avanti, appena avrò tempo.
 
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https://web.archive.org/web/20180621221711...k-twain-in.html
CITAZIONE
IL DISASTROSO VIAGGIO DI MARK TWAIN IN ITALIA
Quando Mark Twain, nel 1866, intraprende una crociera per l' Europa che lo porta per sei mesi in Francia, Italia e vicino Oriente ha poco più di trent'anni: non è ancora il celebre autore delle Avventure di Tom Sawyer, ma un letterato e giornalista affermato. Si prende una vacanza e senza alcun timor panico si diverte un mondo, con ironia e sarcasmo, nel mettere alla berlina usi e costumi dell' antico continente. Le pagine sull'Italia, ora proposte In questa Italia che non capisco, Mattioli 1885, nella traduzione di Sebastiano Pezzani, sono tratte da The Innocent Abroad (1869) e fanno pelo e contropelo alla letteratura di viaggio. In questa tradizione ci sono due cerniere essenziali: la fine del Grand Tour con le guerre napoleoniche, e l'irrompere di uno stuolo di viaggiatori dal Nuovo continente a partire almeno dalla metà dell'Ottocento. Twain non è certo il primo, ma il piglio delle sue notazioni sul Bel Paese sono una novità ed esse, dico subito, sono agli antipodi da quelle dei "pellegrini appassionati" alla Henry James. Twain non è affatto "innocente", ma ostenta un candida ignoranza di arte, architettura e storia italiana. Anzi è come infastidito da questo fardello della storia che affonda un paese che giudica senza veli: «Questo paese è in bancarotta. Non c'è una solida base per opere grandiose», e si riferisce alla rete ferrata e alla pomposità delle stazioni. Il suo spirito puritano lo fa gioire per la confisca dei beni della Chiesa, ma sulla folla di preti che incontra ovunque è feroce e tale sua indignazione è motivata dal fasto delle chiese e dei conventi. Ovviamente a Roma il suo anticlericalismo tocca l'acme, così come sul culto dell'Antico scrive pagine esilaranti sul Colosseo e i giochi gladiatori. La demistificazione dei luoghi comuni sembra essere la ricorrente cifra stilistica di queste pagine: inveisce contro le guide parlanti ("il pappagallo umano") e scritte, non risparmiando nessuna delle consacrate icone del viaggio in Italia. Ha un occhio vigile, spregiudicato, che gli consente d'apprezzare il modo di vivere delle classi agiate italiane, assai meno operose di quanto non siano quelle del suo paese. «In America andiamo di fretta». Sbarcato a Genova s' inoltra a notte fonda nei carrugi: «le case strette ai nostri fianchi sembravano più protese che mai verso il cielo» e la voce del silenzio lo affascina. Quando scrive di paesaggi i suoi sensi vibrano e le pagine sono sempre seducenti: sul lago di Como «ville sontuose imbiancate dal chiaro di luna risaltavano dal nutrito fogliame che giaceva nero e informe»; quando sale sul Vesuvio la città, illuminata dalle lampade a gas, gli appare come «un collier di diamanti che scintillano nell'oscurità lontana» ai margini dello «splendido golfo». Ma quando s'inoltra nel ventre della città la sua analisi è spietata, ma con autoironia aggiunge: «Qualcuno potrebbe pensare che io abbia dei pregiudizi. Forse è vero. Mi vergognerei di me stesso se non li avessi». S'indigna per "l'impostura" del miracolo di San Gennaro. Venezia è «finita preda della povertà, della trascuratezza e di una triste decadenza». Ma al chiaro di luna appare «ancora un volta la più sontuosa tra tutte le nazioni della terra». È infastidito dai chilometri di dipinti che attraversa a Firenze, dove tutto, gli vien detto, è opera di Michelangelo. Si vergogna di non avere un'educazione artistica, ma si giustifica dicendo che in America non è contemplata. Twain guarda all'Italia e alla sua civiltà con sentimenti contraddittori: l'attrae il contesto paesistico naturale e urbano che incontra di città in città, ma sente che queste sprofondano di giorno in giorno in un immobile passato; è infatti sgomento per lo spettacolo di decadenza, la diffusa miseria, l'alterigia delle classi dirigenti divise dal popolo e chiuse nel loro privilegio. Un senso sincero d'angoscia lo pervade per quanto cade sotto i suoi occhi: il marciume che invade i Fori a Roma, a Venezia l'olfatto è offeso dai fetori che salgono dai canali, lo spettacolo di Pompei lo affascina, ma anche l'avvilisce. Un paese l'Italia per il quale non c'è redenzione possibile, né riesce a vedere un futuro. Viaggio contropelo quello dell'americano, in taluni casi persino urticante, in pagine letterariamente raffinate che oscillano tra sarcasmo, ironia e comico.

Interessante. Fra l'altro parrebbe ciò che è per natura spinto a pensare ogni americano, anche attuale, in viaggio in Italia.
 
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view post Posted on 2/5/2021, 08:20     +1   -1
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CITAZIONE (Gioppino Tregozzi @ 16/9/2020, 01:52) 
Il resto dei messaggi li leggo/sento più avanti, appena avrò tempo.

Ottimo dai, li ho letti/ascoltati solo un anno e mezzo dopo.

CITAZIONE (abe01 @ 24/1/2020, 00:15) 
Non sapevo che ad un certo punto dell'amministrazione Nixon un manipolo di indiani avesse raggiunto ed occupato l'isola di Alcatraz.

Molto interessante il podcast, soprattutto la serie di interventi, davvero un lavorone! Il bello di Internet è che si possono trovare gratuitamente questi prodotti, di qualità altissima e molto seri.

Del podcast mi è interessata soprattutto la parte finale, quella dove descrive le riserve indiane oggi. Anche io sono d'accordo sul fatto che sia assurdo aspettarci gli indiani che vivono nelle capanne e mantengono la loro "cultura", è una visione sbagliata, come noi ci siamo evoluti ed è giusto che si evolvano anche loro, quindi che si "mischino" nella società, pur mantenendo la loro cultura. Invece in USA sembra quasi che abbiano due scelte: o vivere nelle riserve in condizioni degradanti e primitive però mantenendo la propria "cultura" o vivere nella società come reietti senza più aver diritto alla propria identità.
CITAZIONE (feticistanylon @ 30/1/2020, 23:04)

Vero, si è meritato molto onore!
CITAZIONE (Cough Ferati @ 28/8/2020, 22:28) 
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Idolo assoluto!!! :rotfl:

Questo topiz sarebbe da spostare nella sezione della Cultura, non so perché sta qua, forse perché sono pazzo :asd:
 
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Parentesi storica o meglio preistorica.
Non tutti sanno che a Porto Badisco (dove la leggenda vuole sia sbarcato Enea dopo la fuga da Troia), poco a Sud di Otranto, si trova la Grotta dei Cervi, chiusa al pubblico per non danneggiare un meraviglioso tesoro. Si tratta in effetti del più grande complesso pittorico neolitico in Europa e contiene dei disegni bellissimi, misteriosi e commoventi. Ecco due foto della Cappella Sistina del Neolitico:
grotta-dei-cervijpg
Cosa ci vedete? Cervi e uomo cervo? Uno sciamano?
grotta-dei-cervi-porto-badisco-manine
Questa è sicuramente una delle più conosciute: l'impronta delle mani lasciate dai bambini di 10000 anni fa; bambini che hanno calpestato questa terra millenni e millenni fa e hanno lasciato le loro impronte forse per rito iniziatico, forse (a me fa piacere pensarlo) mentre giocavano con l'inchiostro, divertendosi come farebbero attualmente i loro coetanei.
Io davanti a queste cose mi commuovo fino quasi a piangere. :matto:

Queste pitture rupestri sono piuttosto famose, anche se ancora non ben studiate, specie le sepolture trovate. Pare che il periodo sia quello dell'optimum climatico, dai 10.000 ai 5.000 anni fa e che il ritorno di un clima più fresco portò inaridimento della zona (prima molto fertile) e abbandonata; ma difficilmente sapremo con certezza tutti i risvolti di questa antica e meravigliosa comunità umana, che ha lasciato oggetti e rappresentazioni artistiche di interessante fattura come quella dello sciamano.

Le bellissime foto reperibili sono la punta dell'iceberg di quello che si trova là sotto e forse i 2000 metri finora esplorati non sono neanche tutti; magari alcune grotte sono state distrutte nel corso dei secoli e il loro tesoro artistico non lo scopriremo mai.
 
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view post Posted on 23/5/2022, 22:01     +1   -1
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71k--0Za99L
Questa prima pagina de "La tribuna illustrata" testimonia la distruzione della Mole Antonelliana a Torino durante il temporale del 23/5/1953, cioè 69 anni fa.

"Nel cuore della tempesta abbiamo attraversato la città con un'auto per renderci conto della situazione. In piazza Castello la "1400" è stata investita da un vortice che l'ha trascinata di fianco per una decina di metri: la "1400" pesa 11 quintali. Sembrava di viaggiare immersi in una vasca d'acqua. In via Po la sabbia ci copriva il parabrezza e toglieva la già scarsa visibilità (...). Si udì uno schianto, come un boato allucinante, pensammo al crollo di una grossa casa. Era la Mole!”
(La Stampa, 24/5/1953).

Questa una fotografia:
MoleTifone
 
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view post Posted on 21/9/2022, 18:28     +1   -1
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Questo era il Lusitania, simile al Titanic per via dei quattro fumaioli:

Questo transatlantico fu affondato da sottomarini tedeschi nel 1915, sei giorni dopo questa foto; morirono 1200 persone.
 
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view post Posted on 16/10/2022, 08:25     +1   -1
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Oggi parliamo di Hiroo Onoda, uno degli ultimi soldati-fantasma giapponesi della Seconda Guerra Mondiale, ritrovato nel 1974:

Bisogna sapere che dopo la fine della guerra rimasero alcuni soldati isolati che continuarono ad aspettare il nemico, su isolette sperdute.
 
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CITAZIONE (Gioppino Tregozzi @ 16/10/2022, 09:25) 
Oggi parliamo di Hiroo Onoda, uno degli ultimi soldati-fantasma giapponesi della Seconda Guerra Mondiale, ritrovato nel 1974:

Bisogna sapere che dopo la fine della guerra rimasero alcuni soldati isolati che continuarono ad aspettare il nemico, su isolette sperdute.

Poveretto, mi ricorda formigli
 
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Il crollo del campanile di San Marco nel 1902
Durante la primavera del 1902 si manifestarono segnali preoccupanti [sul campanile] sotto forma di screpolature e di una fenditura sul lato settentrionale che andò via via allargandosi. La causa del progressivo cedimento della struttura fu la rimozione all'interno del campanile degli ancoraggi in ferro, allo scopo di realizzarvi un ascensore. Il 12 luglio furono rilevate le rotture di numerosi "vetrini spia" (usati per controllare l'evoluzione delle crepe nei muri) e una caduta di calcinacci. La sera del 13 luglio fu interrotto poco prima dell'inizio, tra il malumore della folla, un concerto della banda del 18º Reggimento di fanteria, che avrebbe dovuto tenersi nella piazza. Infine, la mattina di lunedì 14 luglio, alle 9:47 (altre fonti indicano le 9:52 come ora del crollo), il campanile crollò.
Crollo-campanile-di-San-Marco-1902-foto-e-macerie-ok-Lido-Oro-Benon
«La fenditura sul fianco del colosso si apre spaventosamente: lo specchio che fronteggia la Basilica si piega squarciandosi e mentre la folla lancia un urlo prolungato e si diffonde un cupo rumore di rovine e di schianti, l'enorme pinnacolo della cella campanaria dondola con due o tre lenti movimenti da destra a sinistra e da sinistra a destra, torcendo gli archi che lo reggono e spezzandoli: il colosso si accascia su se stesso e cede, cede insaccandosi. La terra traballa, si eleva una gigantesca nube di polvere e in essa si inabissa l'angelo d'oro...».
La polvere si rovescia ovunque, come la cenere di un'eruzione vulcanica, e acceca la gente terrorizzata che si disperde in una fuga pazza. Non ci furono vittime, tranne il gatto del custode e, vista la posizione della costruzione, i danni furono limitati. Vennero distrutte la loggetta alla base del campanile e un angolo della libreria del Sansovino. La "pietra del bando", un tozzo tronco di colonna in porfido, su cui al tempo della repubblica venivano bandite le leggi, protesse dalle macerie l'angolo della basilica di San Marco, salvandola dal crollo.
Nella serata il consiglio comunale, riunito d'urgenza, ne deliberò la ricostruzione, stanziando 500.000 lire per contribuire ai lavori. Il sindaco Filippo Grimani, durante il discorso in occasione della posa della prima pietra, il 25 aprile 1903, pronunziò più volte la famosa frase, che diventerà il motto di questa ricostruzione:.
«Come era, dove era».
Markusturm_Ruine
 
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Storia della Coca-Cola
Questa bevanda buona al gusto ma molto malsana venne inventata dal farmacista statunitense John Stith Pemberton l'8 maggio 1886 ad Atlanta, Georgia. Inizialmente era un rimedio per il mal di testa e per la stanchezza ed era composta da un miscuglio di coca con cola, una pianta sudamericana.
Quella di Pemberton era una variazione del cosiddetto "vino di coca" (o Vin Mariani), una miscela di vino e foglie di coca che aveva avuto largo successo in Europa quando era stata creata dal farmacista còrso Angelo Mariani, di cui ora non si sa più niente; è stato cancellato dalla storia perché la multinazionale ha decretato questo, tanto che già negli anni Trenta era vietato (anche se conteneva poca più coca della Coca-Cola).
La prima bottiglia di Coca-Cola si ebbe nel 1894 e conteneva 3,5 grammi di coca:

Ora parrebbe che la Coca-Cola non contenga più coca, ma la ricetta è segretissima e la cosa mi lascia molto in dubbio.

Io comunque non la bevo quasi mai, mi pare troppo dolce e non voglio dare soldi alle multinazionali. Il Vin Marini invece lo berrei, come faceva papa Leone XIII e Pio X.
 
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view post Posted on 6/11/2022, 19:11     +1   -1
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Aneddoto spesso ricordato dai media:

Incontro nel Mediterraneo con la portaerei americana USS Independence, nel 1962, che lampeggiò con il segnalatore luminoso «Chi siete?», a cui fu risposto «Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana». La nave statunitense ribatté: «Siete la più bella nave del mondo».
 
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Qui foto di gruppo dei DaDaStronzi a pranzo:
1024px-Lunch_atop_a_Skyscraper
La fotografia intitolata “Lunch Atop A Skyscraper” o “New York Construction Workers Lunching on a Crossbeam”, fu scattata 69 piani da terra e fu pubblicata per la prima volta nell’Herald-Tribune di New York il 2 ottobre 1932. La fotografia del 1932 faceva parte di una serie di attività promozionali per pubblicizzare la costruzione del Rockefeller Center.
 
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Fantastico il primo a destra con la bottiglia vuota in mano. Spero che tutti 11 abbiano potuto vedere l'opera finita,
a differenza, purtroppo, di molti impegnati nella costruzione degli scandalosi stadi in qatar
 
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