CITAZIONE (lagunaloire @ 14/8/2009, 18:49)
A me sembra un po' difficile da credere un comportamento simile del Piero, ma sicuramente un fondo di verità pare esserci... chissà quanta?
Ho appena letto. Sono notoriamente un avversatore del protagonismo di Piero Angela, ma quello che ho letto è un groviglio di cazzate.
L'esposizione del tizio è ovunque contraddittoria e inquinata da un risentimento che pregiudica letalmente il suo volerci passare il tutto come un resoconto accurato dei fatti. L'unica coerenza che dimostra è nel rappresentare le ragioni di Piero Angela meglio di quanto avrebbe potuto fare lo stesso acculturato trombone.
La sua malafede è infatti manifesta:
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Se aveva qualcosa da dirmi, o se pensava che i miei esperimenti fossero trucchi, avrebbe dovuto dirmelo lì, sul momento, affinché io potessi replicare e dimostrargli che non era così, e non invece plaudire come hanno fatto tutti, per poi ribaltare verità e fatti.
Questa è un'osservazione, ad esempio, che testimonia lo schematismo, viziato dall'urgenza di dimostrare la sua tesi.
In mancanza di altre testimonianze, del controllo dell'effettivo contenuto del libro di Angela o di altri elementi, mi limito a commentare questa frase.
Se il tizio fosse sereno oppure onesto (aspettarsi che possa essere entrembe è un lusso, ma non è nessuna delle due cose), avrebbe detto: "al momento, Angela si mostrò incuriosito e gentile. In seguito, forse nella rielaborazione dei dati e delle esperienze, arrivò a queste conclusioni, ma se fosse stato veramente corretto, in presenza di ciò avrebbe potuto posticipare la redazione del libro ad un ulteriore incontro in cui mi dava la possibilità di rispondere alle sue eventuali perplessità."
Pensare che l'intero apparato di controprove sia comparso nella mente di Angela NEL MOMENTO STESSO in cui assistiva alle dimostrazioni, è un attestato di intelligenza che collide duramente col ritratto quasi macchiettistico che ne fà successivamente.
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Ora, con quale animo avrei potuto sottopormi ai controlli di chi aveva già dichiarato al mondo intero che ero un impostore? Quali risultati avrei ottenuto? Avrebbe ritrattato le sue affermazioni? Certamente no.
"Con quale animo?" Coll'animo di colui che sà di essere nel giusto e di poter dimostrare le proprie verità. Il resoconto iniziava così:
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Se n’era andato a novantuno anni con un unico grande rammarico: non essere riuscito a farsi capire dalla scienza.
Un rammarico da indirizzare in buona parte verso se stesso. Il cammino della dimostrazione della verità è pavimentato di dure prove e raffiche di scetticismo, di critici scortesi e commentatori sleali. Mi sembra, invece, che l'insicurezza che il tizio denota non dimostri altro la sua, per tenerci larghi, non completa padronanza della verità di cui era convinto essere portatore.
Colui che è consapevole della sua verità non si fa certo intralciare dall'insicurezza o risibilmente impermalito. Se mette il suo animo prima della possibilità di rendere pubblica e dimostrabile la verità, son ben miseri i rimpianti che può essersi portato nel feretro.
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mentre lui, bravo e perspicace, aveva subito capito tutto e non si era fatto imbrogliare.
Questo invece è un pezzo che, se confermato, dimostra la (nota) vanagloria pierangeliana e casomai molta cazzonaggine.
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Ma, le dico di più: com’era possibile che scienziati di fama mondiale (ndr.Einstein, Fermi…), medici (Gavosto, Dogliotti, Mensi…), letterati (Buzzati, Pitigrilli, Bevilacqua, Temolo…), artisti (Fellini, Gassman, Zeffirelli…), giornalisti (Casalegno, Lugli, Allegri…), capi di Stato e di governo (De Grulle, Kennedy, Saragat, Fanfani…) industriali (Valletta, Agnelli, De Benedetti…) religiosi, filosofi e militari, più uno stuolo di altre persone di ogni cultura, ceto e paese che hanno assistito in più di mezzo secolo ai miei esperimenti, com’era possibile che tutti fossero stati ingannati da me?
Oltre a non dimostrare niente di quello che vorrebbe, dimostra anche quanto basso sia il suo concetto di dimostrazione.
La retorica è una nobile attività che dovrebbe mirare a convincere se non altro, con argomentazioni articolare e ponendosi al riparo da veri difetti strutturali.
Qua il difetto è che aggrava la sua mancata insistenza a mostrare la sua verità, che da quel che si capisce, fu anzi un vero e proprio rinchiudersi nella sua torre d'avorio, di seguito:
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Meglio, dunque, rimanere ignorato da una scienza che si comporta così e che, non essendo in grado di comprendermi, mi oltraggia facendomi sfidare da un prestidigitatore (il mago Silvan) piuttosto che venir meno a quei principi cui mi sono sempre ispirato e che sono il fondamento stesso della mia vita.
Meglio per chi? Ha solamente pensato di difendere il suo successivo diritto, concesso da se stesso, a poter fare la vittima di un presunto sopruso, che pure fosse reale, non sminuisce minimamente il suo discutibile modo di agire e di rivedere i fatti posteriormente.
CITAZIONE
Se n’era andato a novantuno anni con un unico grande rammarico: non essere riuscito a farsi capire dalla scienza.
Io invece credo che fosse felice. Chi, per vari tipi di ragioni, non è in grado di creare certezze, ama contornarsi di dubbi, crearli nella testa dei posteri, avere attorno a sè il nobile alone di incompreso, di perseguitato e di mancato messia messo in croce.
In un certo senso, sono convinto che ha raggiunto il massimo che potesse raggiungere.
La sua convinzione di poter dare impulsi messianici al progresso dell'umanità è successivamente ben testimoniata:
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La sua arrogante piccineria non bloccherà il cammino dell’umanità verso lo spirito, ma certamente lo ritarderà di diversi anni.
Con Piero Angela empio Erode del ventunesimo secolo, che ha privato l'umanità della luce del suo prezioso messaggio.
Spazzatura fantastica, questa...
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Io andrò via da qui prima di lui e da lassù lo aspetterò col dito puntato per ricordargli il danno che ha causato con la sua vanitosa e cieca presunzione. Un giorno non lontano saremo tutti chiamati a rispondere delle nostre azioni e lui dovrà rendere conto, tra le altre cose, anche di questo".
Dopo secoli di enigmi, ecco la soluzione agli studi sull'Anticristo: egli è fra noi, ed è Piero Angela.
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Mi sono più volte chiesto perché mai Rol mi avesse raccontato questa sua dolorosa esperienza. Aveva moltissimi e potenti amici, mentre io ero una conoscenza ininfluente dell’ultima ora.
In effetti, bella domanda. Ma chiudiamo coll'ormai commovente tormentone:
CITAZIONE
Se n’era andato a novantuno anni con un unico grande rammarico: non essere riuscito a farsi capire dalla scienza.