| Senza dubbio è il sistema di gioco migliore degli ultimi dieci anni, ma, per il mio gusto personale è meno spettacolare di quello dell'Olanda, di quello del Milan sacchiano e del Brasile di Pelè. Credo infatti che, per quanto sia una magnifica utopia realizzata, sia un gioco non esageratamente vario nè negli interpreti, nè nel tipo di azioni, pur fantastiche, velocissime ed efficaci che si creano. Indubbiamente facilitati dal livello mediocre del calcio mondiale, hanno una superiorità esagerata che, se gli permette di non avere praticamente rivali, è il limite a livello assoluto: senza ostacoli veramente seri, non si può evolvere. Anche per questo, è molto difficile vederne i limiti, i quali secondo me, pur essendo praticamente ininfluenti (grazie alla debordante superiorità relativa), si possono intravedere. Il limite del Barcellona è l'altra faccia della medaglia della sua forza: nel suo gioco possono funzionare solo giocatori "di un certo tipo". Per cui, da un lato giocatori come Busquets (che proveniva dal Barcellona B) sembrano subito fenomeni, vengono cioè esaltati oltre le proprie qualità oggettive. Dall'altro, se metti un Ibrahimovic (come si è visto), ma sospetto anche un Robben o un Ribery (giocatori eccezionali di dribbling e velocità) sono scarsamente integrabili con un gioco che, per funzionare al meglio, deve essere molto omogeneo. Afellay, altro giocatore promettente, è finito ai margini, e Dani Alves risulta spesso più "adattato" che esaltato, per non parlare di Maxwell. Se una squadra sapesse sviluppare quello che l'Inter ha saputo fare nella semifinale di andata di due anni fa, ho la netta sensazione che coglierebbe il Barcellona impreparato, perché ormai si è abituato, anzichè ad evolvere veramente, a perfezionare sempre di più un gioco che ormai ha acquisito, inserendo Fabregas e Sanchez. Per cui, il Barcellona rimane una squadra formidabile, ma che, messa di fronte all'imprevisto (per quanto improbabile) ha perso probabilmente in maniera definitiva le possibilità di adattarsi, di cambiare sistema e strategia, di creare a sua volta un imprevisto. Ha un'arma spaventosa che però non può convertirsi in altro. Questo discorso ha senso unicamente parlando in termini assoluti. Aggiungo che, quando la squadra inizia ad avere paura (anche qui, il caso più eclatante è quello con l'Inter), non sappia assolutamente gestirla, perdendo molte delle qualità che generalmente gli vengono riconosciute.
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