Frati che intrattengono rapporti poco epistolari con monache, Breve ricostruzione storica di Filippo Lippi

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view post Posted on 27/1/2015, 22:09     +1   -1
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Dragaster Excuriam

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CITAZIONE (Cough Ferati @ 27/1/2015, 21:53) 
CITAZIONE (lagunaloire @ 27/1/2015, 21:47) 
stuprando, o per amore o per forza

:asd:

I medievali (anche se questi sono già rinascimentali) sono geniali, io davvero quelle cronache le adoro.
Andando avanti:
Suo padre, papa Paolo III, non si faceva illusione a proposito del modo di agire del figlio. Già nel 1535 gli aveva fatto scrivere da mons. Ricalcati una lettera, rimproverandogli gli amori con ragazzi:
« [Il papa] havendo adunque ritrovato che ha menato seco [portato con sé] quelli giovanetti, delli quali li parlò alla partita [partenza] sua per Perugia, n'ha preso tanto fastidio che non lo potrei mai esprimere, dolendosene per tre cause, l'uno per servitio di Dio, che parendoli che fino che persevera in simile error sia impossibile che li possa succeder ben cosa che lo voglia; l'altra per honor della casa <farnese>, e la terza per il poco conto che quello [lei] mostra far delli comandamenti di Sua Beatitudine, havendoglilo detto tante volte et in diversi propositi proibito.
Vorrà adunque rimandarli indietro, perché andando in corte dell'Imperator che tanto aborrisce simil vitio, è certissimo che non li potrà portar se non grandissima infamia et dishonore, non sol appresso a Sua Maestà, ma etiam [anche] delli altri grandi. »

Come rivela un documento privato, in data 14 gennaio 1540 in una lettera inviata da Marco Bracci, cancelliere dell'ambasciatore fiorentino a Roma, a Pier Francesco del Riccio, segretario mediceo, vero o no che sia il racconto, è comunque assodato che Pier Luigi Farnese era capace di tali delitti:
« Venendo triumfante il Rev. Ferrara [il cardinale Ippolito II d'Este] qua, et essendo d'un paese che produce assai belli figlioli, fra li altri sua servitori ne menò con seco uno, che alli occhi del nostro Ill.mo S.r Duca di Castro, li era et è piaciuto extremamente, di modo ch'el povero servitore non trovava posa, <avendo> diliberato Sua Ex<cellen>tia sfogare questo suo appetito disiderato.
Provò con imbasciate e mezzani di vedere se e' poteva ridurre [piegare] il giovane alla sua voglia, e veduta l'obstinatione del giovane, quale non dubitando intervenissi [accadesse] a lui com'è intervenuto a molti e quasi alla più parte, et forse informato et advertito del tutto, non ha volsuto acconsentire, di modo che intrata S. Ex.tia, spinto dal furore di Cupido, in gran collera, si deliberò in ogni evento [decise ad ogni costo] di haverlo, et a<p>postato [pedinato] chi il praticava [lo frequentava] in casa di non so chi servitore, insieme con certi sua fidati li dette la battaglia alla casa [assaltò la casa], et così entrato il buon giovane, veduto non haveva rimedio, si lassò calare da una fenestra, et così scampò la furia per quella volta.
Veduto il buon duca che e' non li venia fatta quella volta nè alchuna fiata se l'havesse dicto [non ci sarebbe mai riuscito se lo avesse raccontato], et così dandoli la caccia, si fuggì il povero figliolo in casa di certi merchanti genovesi, dove che havendo ancora la caccia drieto, prese per expediente [decisione] più presto voler morire di cascata, che come il povero vescovo di Fano, e così di nuovo eripuit fugam [si diede alla fuga], e si gettò a terra di [da] un'alta finestra, e scampato il pericolo tornò a casa mezzo morto.
Et di nuovo sapendo il comandamento, che haveva ordinato a circa 40 persone che lo pigliassino, et li fusse condotto per forza, lo conferì [rivelò] al cardinale suo, <il> quale lho ha mandato in Lombardia per le poste; e certo n'è stato biasimato, che [perché] doveva pur far compiacere un tanto Signore, se Cupido lho haveva preso, e non far che sia ito allo stato per [da] disperato. »


La fama di Pierluigi Farnese fra i contemporanei non era buona, come testimoniato anche da Bernardo Segni:
« pareva che arrecasse gran vergogna a quel santo padre per la vita dissoluta tenuta da lui nella corruzione dei giovanetti, nel quale vizio era tenuto [ritenuto] confitto [incancrenito], ché publicamente teneva degli uomini salariati per tutte le terre d'Italia acciocché gli procacciassino qualche bel giovane »

Quando fu assassinato nel 1547 a Piacenza da una congiura di nobili, una pasquinata in lingua latina che immaginava l'arrivo di Pierluigi nell'aldilà si concludeva così:
« Vuoi che te lo dica? Quando dalle rive italiane venne a quelle dell'oltretomba
Plutone cominciò a temere per le sue natiche »


Sicuramente costui era un avo di Gasperino... :asd:
 
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view post Posted on 19/6/2015, 13:41     +1   -1
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Dragaster Excuriam

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Piccole sorprese della storia dell'arte. Martin van Meytens (Stoccolma, 16 giugno 1695 – Vienna, 23 marzo 1770) è stato un pittore svedese naturalizzato austriaco, divenuto famoso in particolare per essere stato il ritrattista ufficiale della corte viennese durante il periodo d'oro del Settecento.

Non si conosce il nome del committente di questo dipinto sovrapposto ad uno di devozione religiosa, ma non è difficile immaginare che chiunque fosse, tenesse a mostrarsi in pubblico come un devoto cattolico [...]. A Vienna durante il regno di questa imperatrice nessuno avrebbe mai osato mostrare nella sua casa un’opera dissacratoria verso la Chiesa e quindi senza ombra di dubbio, la realizzazione di questo doppio dipinto diventa una prova del come il fervore cattolico non fosse proprio in tutti nella bella Austria settecentesca.

Martin van Meytens "Suora in preghiera", 1731

Martin van Meytens "Suora in preghiera" (lato b), 1731
 
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view post Posted on 19/6/2015, 15:15     +1   -1
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Dragaster Excuriam

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