I Comuni con più abitanti, Follie geografiche

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 7/1/2012, 11:37     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Giovan Gastoni de' Medici
Posts:
13,419
Spermatozoi:
+1,857

Status:


2022, i comuni italiani per popolazione. Su dati aggiornati il: 31 maggio 2023. Pagina aggiornata in agosto 2023, http://it.wikipedia.org/wiki/Comuni_italiani_per_popolazione, fonte ISTAT
Legenda: il + significa che ha guadagnato abitanti dall'ultima rilevazione, il - che ne ha persi.

1. Roma 2.746.409. In rialzo, nel 2014 è stato superato il massimo del 1981, 2.840.000, all'unità 212.000, diventati 1.150.000 in epoca fascista. Nell'area metropolitana sono quasi 4.000.000. Nel contesto dell'Unione europea, il comune di Roma si colloca al quarto posto dopo Londra, Berlino e Madrid. Annoverando anche pendolari, militari, studenti, residenti vaticani, politici e diplomatici, il totale degli abitanti di Roma in un normale giorno lavorativo raggiunge la cifra di circa 4.000.000 di persone. Gli immigrati regolari nel 2014 erano 353.785 (12,36%), nel 2015 365.181 (12,66%), nel 2017 385.559 (13,42%), nel 2019 378.776 (13,35%), nel 2021 356.573 (12,9%), soprattutto rumeni. Roma è il comune italiano con il maggior numero di residenti stranieri. +

2. Milano 1.360.541. In ascesa dopo un brusco calo, il massimo del 1973 è 1.743.427 abitanti. Al momento dell'unità d'Italia era già il secondo comune italiano per numero di abitanti, con 267.000. Nel 1931 sottrasse a Napoli il primo posto, per poi cederlo a Roma nel 1936. Dagli anni Settanta l'area milanese ha conosciuto un forte fenomeno di suburbanizzazione, dato dal trasferimento di molti abitanti verso i comuni dell'hinterland, tendenza che sta subendo un'inversione negli ultimi anni. L'area metropolitana è di 7.000.000, ma non è previsto di creare una Grande Milano. Gli immigrati nel 2011 erano 176.303 (14,2%), nel 2013 264.238 (19,5%), nel 2015 254.522 (18,9%), nel 2020 276.776 (20,1%), soprattutto filippini. Da non sottovalutare la presenza di clandestini, circa 50.000. Si presume che entro il 2025 la popolazione straniera in città sarà salita al 25%. +

3. Napoli 910.269. In moderato aumento. Nel primo censimento dello Stato unitario (1861), Napoli era il maggior comune italiano per abitanti. Cedette il primato a Milano e poi a Roma durante il periodo fascista e raggiunta da Torino durante i primi anni settanta. Ciò a causa della mancanza di nuovi vani abitativi e all'alto costo delle case rispetto al resto della sua conurbazione. Nel 1971 Napoli raggiunse la popolazione massima di 1.226.594 abitanti. Mantiene però una periferia popolatissima, con paesi che hanno un aumento demografico rapidissimo (agglomerato urbano di 2.200.000 abitanti). Gli immigrati nel 2011 erano 29.428 (3,05%, il valore più basso per una grande città italiana), nel 2013 47.031 (4,75%), nel 2015 52.452 (5,4%), nel 2020 58.269 (6,2%), in prevalenza cingalesi. -

4. Torino 835.699. In stallo, all'unità era 173.000. A partire dal secondo dopoguerra, in particolare nel decennio 1951-1961, la popolazione della città conobbe un'improvvisa e repentina espansione (306.000 abitanti in più nel 1961 rispetto al 1951), dovuta alla migrazione interna dal Mezzogiorno, dal Veneto e, seppur in misura minore, dalle vallate e dalle campagne di tutto il Piemonte. Dal 1974, quando la città ha raggiunto il suo apice con 1.202.846 abitanti, la popolazione è diminuita secondo una tendenza simile a quella di tutte le principali metropoli italiane. Ciò non dipende soltanto dal ritorno di molti immigrati del Mezzogiorno nelle loro regioni di origine, in città ne restano infatti ancora più di 200.000, ma dagli spostamenti avvenuti da Torino verso l'area metropolitana, determinando così l'espansione dei comuni dell'hinterland, uniti ormai al capoluogo in un'unica area metropolitana di 1.700.000 milioni di abitanti. Dall'inizio del XXI secolo, si è registrata un'inversione di tendenza, cioè un sensibile aumento dovuto alle migrazioni da altre parti d'Italia e, soprattutto, da Paesi dell'Est, del Maghreb e dell'Africa sub-sahariana. Gli stranieri nel 2013 erano 127.717 (14,1%), nel 2017 133.522 (15,05%), nel 2021 128.238 (14,9%), in prevalenza rumeni. -

5. Palermo 628.512. In calo. Il massimo nel 1981 con 700000, all'unità erano 200000, l'area metropolitana è 1000000. Gli stranieri nel 2010 erano 20.252 (3,1%), nel 2013 24.381 (3,6%), nel 2018 25.663 (3,8%), nel 2019 25.974 (3,9%), in prevalenza bengalesi. Dei 6.702 bambini nati a Palermo nel 2010, 327 (4,9%) avevano cittadinanza straniera. -

6. Genova 558.555. In rapidissimo calo. Il territorio del comune di Genova assunse l'attuale estensione nel 1926 con l'accorpamento di 19 comuni circonvicini. Il massimo degli abitanti è stato 817.000 nel 1971 e all'unità erano 242.000 (più di Roma). Dopo una crescita contenuta nella seconda metà del XIX secolo, periodo in cui moltissimi genovesi emigrarono verso le Americhe, la città ha vissuto per buona parte del XX secolo un'esplosione demografica legata alla crescente industrializzazione. Ad una prima fase di immigrazione dalle vallate del genovese e del basso Piemonte, seguì, dopo la Prima guerra mondiale, un afflusso considerevole di veneti e friulani. Negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta l'esplosione demografica è stata enfatizzata dall'immigrazione prevalentemente dal meridione d'Italia. La crescita demografica si è progressivamente arrestata sino a diventare una vera e propria "implosione". Gli abitanti sono infatti passati dagli oltre 816.000 degli anni Settanta ai circa 610.000 all'inizio del XXI secolo: Genova ha perso un quarto della popolazione in 30 anni. Complice di tale situazione è anche l'età media dei residenti, decisamente elevata, il che comporta un numero di morti superiore a quelle delle nascite (nel 2011 si sono registrate 4.411 nascite contro 8.190 decessi). Al contrario della maggior parte delle altre città densamente popolate che hanno avuto una diminuzione dei residenti negli stessi anni, dove ad una perdita di popolazione del capoluogo è corrisposto un aumento medio della popolazione dei comuni della stessa provincia, in grado di compensare la prima se non addirittura superarla, nel caso di Genova anche la somma della popolazione degli altri 66 comuni della provincia è diminuita, passando dai 282.214 abitanti del 1981 ai 267.775 abitanti del 2001,pari ad una variazione negativa di circa il 5,1%: fondamentalmente tutta la provincia (anzi, tutta la regione) è in calo demografico. L'età media dei genovesi (fine 2010) è di 47,2 anni e l'indice di vecchiaia (rapporto tra gli over 65 e gli under 15) cittadino è di 233,2, mentre nel 2001 cittadino era di 245,1. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 50.415 (8,45%), nel 2011 54.521 (9%), nel 2014 56.534 (9,4%), nel 2019 58.071 (9,8%), soprattutto ecuadoregni, nel 2021 60.706 (10,7%). -

7. Bologna 388.205. In lenta crescita dopo un grandissimo calo, nel 1971 era 490000, all'unità 117000, è settimo comune italiano per popolazione ed è il cuore di un'area metropolitana di quasi 1.000.000 di abitanti. Dopo la diminuzione di residenti avvenuta negli anni ottanta (in genere a beneficio dei comuni della cosiddetta area metropolitana), all’inizio del XXI secolo si assistette ad una ripresa del saldo migratorio. Gli stranieri regolari nel 2013 erano 56.155 (14,57%), nel 2015 58.873 (14%), nel 2019 60.485 (15,5%), soprattutto rumeni. A Bologna è nata una delle prime "Chinatown" italiane. +

8. Firenze 360.395. In lenta crescita dopo un calo, nel 1971 era 457000 e all'unità 151000; molto simile a Bologna. La città di Firenze è il cuore della conurbazione Firenze-Prato-Pistoia, che conta oltre 1.500.000 abitanti. Gli stranieri regolari nel 2012 erano 57.654 (circa il 15%), nel 2015 59.827 (15,63%), nel 2019 60.101 (15,9%), soprattutto rumeni. -

9. Bari 315.682. In stazionamento dopo un calo, all'unità 45.000, nel 1981 371.000. La città barese è situata in un'area metropolitana fortemente urbanizzata con circa 1.000.000 di abitanti. Come le altre aree metropolitane italiane, anche Bari a partire dagli anni ottanta è stata interessata da una progressiva deurbanizzazione a vantaggio dei comuni dell'hinterland. Negli ultimi 5 anni è stato osservato un incremento della popolazione residente, anche grazie al flusso migratorio, che vede Bari come porta d'ingresso per l'Europa, ma anche località d'insediamento per chi nemmeno ha voglia di andare a colonizzare altri territori. Gli stranieri nel 2010 erano 8.881 (2,77%), nel 2014 10.036, nel 2016 13.755, nel 2019 12.807, nel 2021 13.254 (4,13%), soprattutto georgiani. -

10. Catania 298.140. In rapidissimo aumento dopo un brusco calo (nel 1971 erano 400.000). Centro della maggiore conurbazione siciliana, nota come "Sistema Lineare della Sicilia Orientale", è una delle 15 città metropolitane italiane, con un'area metropolitana di 765.623 residenti divisi in 27 comuni, e con 805,15 abitanti per km², la più densamente popolata della Sicilia: è il comune non capoluogo di regione più popoloso d'Italia. Alcuni popolosi quartieri periferici appartengono amministrativamente, ai comuni contigui in qualità di frazioni, dove vive anche un buon numero di cittadini catanesi. I movimenti centrifughi hanno fatto sì che i comuni etnei siano cresciuti in maniera spontanea, senza il sostegno di adeguati strumenti urbanistici, deturpando il paesaggio e generando un territorio caotico e difficilmente gestibile, con gravi problemi di vivibilità. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 9.204, nel 2014 12.111, nel 2017 13.544, nel 2019 13.977, soprattutto cingalesi. -

11. Verona 255.379. In stagnazione, mentre la provincia aumenta notevolmente. Del periodo antico e medievale sono presenti solo calcoli approssimati: si è stimato che la popolazione nella Verona del I secolo d.C. si attestava sui 25.000 abitanti, scesi poi ai circa 10.000 abitanti nella Verona dei primi anni 1000. Dati certi si hanno a partire dal 1472, con una crescita di popolazione irregolare nel tempo, caratterizzata da sbalzi intermittenti, causati da calamità (malattie, esondazioni dell'Adige), guerre e depressioni economiche. Dal 1871 (anno del primo censimento nel Veneto) fino al 1936 (unico anno in cui vi è un censimento intermedio) la popolazione crebbe abbastanza stabilmente, mentre a partire dalla fine della seconda guerra mondiale vi è stato un rapidissimo incremento della popolazione, che passa dalle 178.415 unità del 1951 alle 266.205 unità del 1971, con una crescita di quasi il 50% in soli venti anni. Dal 1971 al 2001 vi è stata invece una leggera flessione, e la popolazione residente è scesa a 253.208 abitanti, anche se vi fu una grande crescita della popolazione residente nell'area metropolitana. Dal 2001, anche grazie all'aumento degli stranieri immigrati, vi è stato invece un aumento costante dei residenti, che sono tornati al livello del 1971. L'area metropolitana veronese ha 714.274 abitanti ed è estesa su 1.426 km²; molti dei piccoli comuni che circondano la città ormai vanno a formare con essa un complesso tessuto urbanistico. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 36.666 (13,9%), nel 2012 37.972 (14,4%), nel 2014 37.578 (14,5%), nel 2017 35.245 (13,7%), nel 2019 38.173 (14,7%), soprattutto rumeni. -

12. Venezia 249.726. In calo, sia per via dell'istituzione di Cavallino-Treporti (11.824 abitanti nel 2001) sia per la crisi dell'industria chimica assieme al generale ridimensionamento delle grandi città del nord Italia. Nel 1971 aveva 363.000, all'unità 165.000. Il comune è oggi articolato attorno ai due distinti centri di Venezia (al centro dell'omonima laguna) e di Mestre (nella terraferma). In 55 anni (1951-2006) il centro storico ha perso il 65 % circa della popolazione. Sempre nel 1951, la proporzione tra centro storico, estuario e terraferma era di 55:14:21, nel 2006 di 23:11:66. L'indice di invecchiamento è alto (età media di 48 anni), con saldo naturale negativo. Mediamente, si hanno 2 componenti per famiglia. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 29.281 (10,8%), nel 2015 33.783 (12,8%), nel 2019 37.554 (14,4%), soprattutto bengalesi. Area urbana con 400.000 abitanti. -
c78c6d6fd8690e132c0d5044f8f540a4
23054366ef49449c67fa87bbcc52b2b9
Popolazione_Venezia
Evoluzione demografica del centro storico:
c4744117be77f6151d3e37652bd77a48

13. Messina 218.026. In stagnazione. Nell'Unità superava i 100000, mentre il censimento del 1911 registrò una drastica contrazione per il terremoto del 1908 (le vittime furono in realtà molto più numerose ma la città, quasi interamente spopolata, fu ripopolata da abitanti di altre zone limitrofe, attratti dalla ricostruzione e dalla possibilità di lavoro). Il massimo si è raggiunto alla fine degli anni ottanta con 274.000 abitanti; in seguito vi è stata una diminuzione di 1000 abitanti l'anno dovuta alla cronica crisi occupazionale e al trasferimento verso i comuni limitrofi. I cittadini stranieri nel 2009 erano 8.743, nel 2013 11.797, nel 2015 11.830 (5%), nel 2018 12.265 (5,3%), soprattutto cingalesi. L'area metropolitana è di 500.000 abitanti. -

14. Padova 206.562. In crescita discreta, all'unità erano 65.000. Terzo comune veneto per popolazione ma il più densamente popolato. La massima popolazione fu raggiunta alla fine del 1978 con 242.816 abitanti. Nel 2009 i nati sono stati 1.897 (8,9‰), i morti 2.309 (10,8‰) con un incremento naturale di -412 unità rispetto al 2008 (-1,9‰). Gli stranieri nel 2010 erano 30.933 (14,4%), nel 2013 erano 31.666 (15%), nel 2015 33.395 (15,9%), nel 2017 33.555 (15,9%), soprattutto rumeni. L'area metropolitana consta di 401.269 abitanti ed è stata istituita una "Commissione speciale Città metropolitana". +

15. Trieste 198.134. In drastico calo, per quanto rimanga il comune più popoloso e più densamente abitato del Friuli Venezia Giulia. Fra la metà del XVIII e gli inizi del XX secolo vi fu un aumento demografico, che permise alla città di passare da alcune migliaia di residenti del periodo 1730-1740 ai quasi 230.000 del 1910. Con la fine della prima guerra mondiale e il congiungimento di Trieste all'Italia, si assisté a un progressivo ristagno della popolazione a causa delle mutate condizioni geopolitiche in cui si era venuto a trovare alla fine della Grande guerra. Da principale emporio marittimo dell'Impero austro-ungarico e fra i massimi del Mediterraneo, la città e il suo porto iniziarono a declinare, passando ad occupare una posizione sempre più periferica nell'allora Regno d'Italia. All'indomani della seconda guerra mondiale si verificò un altro mutamento delle dinamiche demografiche: molti istriani perseguitati si stabilirono a Trieste, che conobbe un'impennata della popolazione residente. Durante gli anni cinquanta e sessanta gli abitanti si mantennero al di sopra delle 270.000 unità, raggiungendo un massimo di 283.000 nel 1968. Da quel momento la città ha assistito a una progressiva diminuzione della popolazione, causato da un decremento della natalità e da un progressivo invecchiamento della popolazione. Nell'ultimo decennio il decremento demografico è stato meno marcato, stabilizzando la popolazione triestina intorno ai 210.000 abitanti, come a inizio Novecento. Tale fenomeno è dovuto ad una ripresa della natalità e ad un nuovo e lento processo di immigrazione proveniente dall'Europa orientale. Nonostante la ripresa demografica, la città assieme a Genova, Bologna e Venezia, continua a essere in testa alle classifiche italiane per anzianità della popolazione. Gli stranieri nel 2010 erano 18.257 (8,9%), nel 2013 18.343 (8,95%), nel 2016 19.389 (9,67%), nel 2018 21.919 (10,73%), soprattutto serbi. L'area metropolitana comprende l'intera superficie provinciale, con circa 240.000 abitanti. -

16. Parma 196.988. In rapidissima crescita. Dalle prime 2.000 famiglie della colonia romana del 183 a.C., la valenza strategica territoriale della città permise anche dopo il 774 di essere prescelta quale zona d'insediamento da molti immigrati al seguito di Carlo Magno. Nel 1400 si toccarono i 12.000 cittadini e nel 1545 era considerata una città di medie dimensioni con 19.592 abitanti censiti. Una carestia nel 1551 ne ridusse il numero a 17.000, ma nel 1573 gli abitanti raggiunsero i 26.000 e nel 1630 i 46.000, per poi ridursi a 30.000 dopo l'epidemia di peste dello stesso anno. Nella prima metà dell'Ottocento il numero degli abitanti passò a 45.000 e nel 1861 salirono a 68.000, posizionando la città alla ventesima posizione nel Paese. A questo punto la città subì una stagnazione in controtendenza rispetto alle altre città italiane a causa della chiusura della corte ducale. All'inizio del XX secolo il Comune di Parma era costituito quasi interamente da territorio urbano e si registrò una costante ripresa demografica fino al 1971, per poi assistere a una stagnazione. Con gli inizi del nuovo millennio, grazie ai flussi migratori, si verificò un ulteriore incremento. Gli stranieri regolari nel 2013 erano 26.424 persone (12,9%), nel 2015 30.687 (16%), nel 2019 32.782, soprattutto rumeni. L'area metropolitana di Parma ha una popolazione complessiva di 444.395 abitanti. +

17. Brescia 196.730. In moderata crescita per via della scriteriata immigrazione. 57.000 all'unità, sempre in aumento fino agli anni '70, poi in calo, quindi in stagnazione. La sua provincia è la quinta più popolata d'Italia (1.259.626 abitanti) dopo quelle di Roma, Milano, Napoli e Torino. Il tasso di immigrazione è uno dei più alti in Lombardia: dalle prime ondate migratorie degli anni ottanta provenienti dai paesi africani, si è passati ad un'immigrazione più diversificata, con oltre 150 paesi di provenienza: i regolari nel 2010 erano 36.884 persone, nel 2012 37.478, nel 2015 36.472 (18,5%), nel 2017 36.179 (18,4%), soprattutto rumeni. L'area metropolitana conta circa 600.000 abitanti. +

18. Prato 196.107. In rapidissima crescita come molti centri periferici (soprattutto non capoluoghi), tanto che è diventato il secondo comune della regione per popolazione e il terzo dell'Italia Centrale. Dopo l'Unità d'Italia si ebbe una fortissima industrializzazione nel settore tessile (venne chiamata la "Manchester d'Italia") e cominciò un'incredibile crescita demografica, che fece uscire la città dalla cerchia delle mura trecentesche e la portò ad inglobare i borghi circostanti, passando dai 50.000 abitanti del 1901 agli oltre 180.000 del 2001. L'incremento demografico più imponente si ebbe nel secondo dopoguerra quando, negli anni sessanta e settanta, una consistente immigrazione proveniente da tutte le regioni meridionali fece raddoppiare la popolazione residente e facendo crescere la città disordinatamente lungo varie direttrici con fenomeni di abusivismo. La città è stata meta a partire dagli anni anni novanta, di una nuova e molto consistente ondata migratoria, questa volta da paesi extracomunitari ed in particolare dalla Cina. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 28.402, nel 2012 31.277, nel 2014 34.171, nel 2017 40.536 (20,8%), nel 2019 42.371 (21,72%), soprattutto cinesi. Infatti, la comunità cinese è una delle più grandi in Europa (la quarta dopo Londra, Parigi e Milano), con più di 20.000 abitanti (10%), in costante crescita. +

19. Taranto 187.432. In discreta crescita dopo un drastico calo: nel 1981 erano 244.000, all'unità solo 26.000, boom demografico dal 1911 al 1921 e dal 1936 al 1951. Gli stranieri regolari nel 2007 erano soltanto 695, nel 2011 2.242 (1,2%), nel 2015 3.128 (1,6%), nel 2017 3.762 (1,9%), nel 2019 4.302 (2,2%), soprattutto rumeni. -

20. Modena 184.076. 53.000 all'unità, in discreta crescita dopo un boom economico e demografico negli anni del dopoguerra. Gli stranieri regolari nel 2011 erano 27.154, nel 2014 28.640, nel 2018 28.152, soprattutto rumeni, che hanno scalzato al primo posto i marocchini. -

21. Reggio Calabria 170.177. 55.000 all'unità, in crescita moderata da sempre. Solo nel censimento del 1911 si è avuta una diminuzione dovuta alle conseguenze del terremoto del 1908 che provocò migliaia di vittime. In soli cinquant'anni la popolazione della città è più che raddoppiata passando dalle 75.000 unità del 1911 alle oltre 150.000 del 1961. Nell'ultimo censimento del 2001, grazie al fenomeno dell'immigrazione che ha compensato la diminuzione delle nascite, il numero degli abitanti ha oltrepassato la soglia delle 180.000 unità per superare poi le 186.000 unità. L'area metropolitana consta di circa 270.000 abitanti; i paesi interni della provincia sono in rapido spopolamento. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 9.637 (5,17%), nel 2013 10.571 (5,72%), nel 2017 11.789 (6,5%), nel 2018 12.467 (6,9%), nel 2022 11.214, soprattutto rumeni. -

22. Reggio Emilia 169.575. In rapido incremento. All'unità vi erano 47.000 abitanti. Dopo un periodo di stagnazione, negli ultimi 20 anni s'è registrato un incremento demografico tra i più alti d'Italia, dovuto ad un massiccio fenomeno migratorio interno ed esterno. Gli stranieri nel 2010 erano 28.856 (17%), nel 2015 28.955 (16,9%), nel 2017 28.242 (16,4%), soprattutto albanesi. Si stima che la densità di immigrati privi di documentazione sia una delle maggiori in Italia. -

23. Perugia 161.438. In rapida crescita. A partire dalla metà del XVI secolo e fino al momento della sua ricongiunzione all'Italia (1860) ha vissuto un lungo periodo di stagnazione demografica e economica, omologandosi al resto delle province pontificie. Dall'Unità d'Italia (42.000 abitanti) ad oggi l'evoluzione demografica appare in crescita costante. A partire dagli anni cinquanta il fenomeno dell'urbanesimo comporta un boom demografico: complessivamente, tra il 1951 e il 1971 la popolazione residente nel comune si accresce di oltre un terzo passando da 95.000 a 130.000 abitanti. Dopo il 2001 si è avuto un altro grande incremento della popolazione residente, che ha superato le 160.000 unità alla fine del 2008, supportato da consistenti fenomeni migratori. Per quel che concerne la struttura per età della popolazione, l'indice di vecchiaia è molto alto, tuttavia l'apporto della popolazione studentesca universitaria, che per gran parte dell'anno accresce il numero degli abitanti di circa 30.000 unità, e soprattutto la natalità nelle famiglie composte da immigrati, rende la città giovane. Gli stranieri regolari nel 2010 erano il 12,9%, nel 2016 erano 20.643 (12,43%), soprattutto rumeni. -

24. Ravenna 155.750. Secondo comune in Italia per superficie, aveva 56.500 abitanti all'unità. Dagli anni Trenta del Novecento ha conosciuto un periodo di grande crescita demografica, che si è bloccata nel corso degli anni Ottanta per poi tornare a salire all'inizio del XXI secolo. Gli stranieri regolari nel 2011 erano 18.238, nel 2014 19.211, soprattutto rumeni. -

25. Livorno 152.236. Oggi in stagnazione, ha avuto una lentissima crescita. All'unità aveva ben 95.000 abitanti e alla fine del XIX secolo ne contava circa 100.000 ed era l'undicesima città d'Italia e la seconda della Toscana per popolazione. Negli ultimi decenni, dopo aver oltrepassato la soglia dei 175.000 abitanti, è andata incontro ad un sensibile decremento demografico, scendendo sotto le 160.000 unità; un modesto aumento della popolazione, che l'ha riportata sopra la quota dei 160.000 abitanti, si è registrato a partire dai primi anni del Duemila. Storicamente, il cosmopolitismo rappresenta un aspetto importante della società livornese; gli stranieri nel 2010 erano 9.869 (6,12%, media inferiore al resto della Toscana con il 9%), nel 2015 11.495 (7,2%), nel 2018 12.055 (7,64%), soprattutto rumeni. -

26. Rimini 149.163. In rapida crescita dopo un periodo di stagnazione, 28.000 all'unità. Il secondo dopoguerra fu caratterizzato da una rapida ricostruzione e dalla crescita del settore turistico, che determinarono un forte incremento demografico: i circa 77.000 abitanti del 1951 diventarono oltre 100.000 nel 1963 per effetto del movimento migratorio dall’entroterra, nonostante la fondazione del nuovo comune di Bellaria-Igea Marina (1956). Nel 1992 divenne capoluogo di provincia. Gli stranieri nel 2010 erano 15.702, nel 2014 18.626, nel 2018 20.007, soprattutto rumeni. -

27. Cagliari 147.668. In moderato aumento. All'unità constava di 37.000 abitanti, nel secondo dopoguerra vi fu un incremento demografico che portò la popolazione a 222.000 nel 1981, poi calata drasticamente a seguito dello scorporamento di vari comuni circostanti (Selargius (29.675) e Quartucciu (11.418) nel 1983, Elmas (8.475) nel 1989 e Monserrato (20.829) nel 1991), oggi inglobati nell'area metropolitana cagliaritana, che è l'ultima fra le 15 città metropolitane italiane e supera i 370.000 abitanti, che divengono 486.000 con l'agglomerato urbano diffuso. Gli stranieri nel 2011 erano 5.929 (3,8%), nel 2014 7.216 (4,66%), nel 2017 8.936 (5,8%), nel 2018 9.432 (6.1%), soprattutto filippini. -

28. Foggia 144.624. In stallo. 32.000 all'unità, in lento calo dopo che nella seconda metà del XX secolo, in seguito all'azione di bonifica intrapresa nel Tavoliere, ha visto accrescere il suo sviluppo urbanistico e demografico. La città costituisce un'eccezione al processo di decentramento che caratterizzò, a partire dal 1970 tutte le principali città italiane: la popolazione, infatti, in quegli anni rimase pressoché costante fino al 2000. Gli stranieri regolari nel 2011 erano 4.290, nel 2014 5.113, nel 2015 5.612, nel 2017 6.935, nel 2018 7.782, nel 2019 8.001, soprattutto rumeni. -

29. Ferrara 129.126. In stagnazione come anche la provincia, quasi 65.000 all'unità, poi un aumento fino agli anni Settanta (circa 154.000), quindi una diminuzione. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 10.593, nel 2013 12.155, nel 2014 12.586, nel 2017 13.616 (10,3%), soprattutto rumeni. -

30. Latina 127.296. In fortissima crescita. Caso eccezionale, è una delle più giovani città d'Italia, fondata dai fascisti nel 1932 con il nome di Littoria, prima era un villaggio in una zona paludosa, che venne più volte bonificata fin dall'antichità con esiti alterni. La città venne da subito popolata da coloni soprattutto veneti, friulani ed emiliani. Dopo la caduta del fascismo assunse la denominazione attuale e conobbe dagli anni Sessanta una straordinaria crescita economica e demografica trasformandosi da centro rurale in una città industriale. A partire dagli anni Novanta la città ha conosciuto insieme a tutto l'Agro pontino una profonda crisi economica, e nelle statistiche ufficiali sulla qualità della vita la città è precipitataall'ultimo posto nell'Italia centrale dietro Viterbo. Dopo una breve stagnazione demografica, la città è tornata in fortissimo aumento demografico. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 8.847, nel 2014 9.791, nel 2018 11.961, soprattutto rumeni. -

31. Salerno 126.646. Con l'unità d'Italia la crescita demografica della città, giustificata anche dall'impoverimento della campagna, è stata quasi vertiginosa: i 27.000 abitanti erano diventati 80.000 alla fine della seconda guerra mondiale e 160.000 negli anni Ottanta, ma poi si registrò un netto decremento demografico che dura tuttora. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 4.355, nel 2013 4.371, nel 2015 5.380 (4%), nel 2017 5.609 (4,2%), nel 2018 5.745 (4,3%), nel 2019 5.908 (4,4%), soprattutto ucraini. -

32. Giugliano in Campania (NA) 123.607. In rapidissimo aumento demografico, è il primo fra i comuni non capoluoghi di provincia. Attorno al 1550 contava circa 3.000 abitanti, nel 1711 erano cresciuti a 6.240. Al censimento dell'unità d'Italia, contava circa 10.000 abitanti; a quello del 1932 ne contava circa 20.000; a quello del 1985 ne contava circa 50.000 e a quello del 2006 ne contava circa 100.000. Se si prendono in considerazione i censimenti 1550-1711 e 1985-2006 vediamo come la popolazione sia raddoppiata prima in 150 anni, poi in soli 20 anni. La distribuzione della popolazione sul territorio è assai squilibrata e tende alle periferie. La città è direttamente collegata a Qualiano, Villaricca e Melito, con i quali forma un unico agglomerato. Gli stranieri regolari nel 2014 erano 5.229 (4,3%), nel 2018 6.980 (5,6%), nel 2021 6.184 (5%), soprattutto ucraini. -

33. Monza 121.873. Terzo comune lombardo per popolazione, piccolo per estensione comunale, è ora in stagnazione. Alla prima rilevazione, nel 1751, aveva 6.300 abitanti, passati a 12.715 nel 1809. All'Unità aveva circa 25.000 abitanti. Ebbe un grande sviluppo demografico nel Dopoguerra, fino agli anni Settanta. La qualità della vita, sebbene sia notevolmente superiore rispetto a quella dell'area milanese, è in costante diminuzione con conseguente crisi del mercato immobiliare. Gli stranieri nel 2010 erano 13.238, nel 2015 15.294, soprattutto rumeni. +

34. Sassari 120.667. Circa 30.000 abitanti all'unità. Nel Novecento l'abitato si estese oltre i limiti delle valli, procedendo a diverse zonizzazioni di carattere residenziale e commerciale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale crebbe principalmente per la migrazione interna, grazie al costante afflusso dai paesi del nord Sardegna). Nel primo decennio del XXI secolo ha vissuto un boom demografico dovuto in massima parte al saldo migratorio positivo e in minima parte al saldo naturale; come tante città italiane Sassari continua ad "invecchiare", diminuiscono le nascite e aumenta il numero dei morti per effetto dell'aumento del numero degli anziani. Si stima che nel 2050 avrà 850 nati e ben 4.200 morti ed una popolazione di poco più 88.000 abitanti. Sassari possiede un'area metropolitana di 225.000 abitanti e un'area urbana di circa 300.000 abitanti. Gli stranieri nel 2010 erano 2.709 (2%), nel 2013 3.368 (2,6%), nel 2018 5.418 (4,3%), soprattutto senegalesi, che hanno scalzato i rumeni. -

35. Bergamo 119.785. In grande rialzo a causa della forte immigrazione, avanzerà a breve di posizioni. Circa 12.000 nel Trecento, scesi a 8.000 nel successivo secolo e saliti a 15.000 nel Cinquecento. Nel Seicento la città contava circa 24.000 abitanti e si è stabilizzata nel secolo sucessivo, salento poi a 36.000 all'inizio dell'Ottocento e a 45.000 all'Unità. Dall'inizio del Novecento fino agli anni Settanta ha conosciuto un grande progresso demografico, dato anche dalla creazione della parte bassa della città. Dagli anni Settanta si è verificata una recessione demografica, ma negli ultimi anni la popolazione è tornata a salire. Gli stranieri regolari nel 2012 erano 19.624 persone (16,2%, mentre solo il 31% della popolazione residente in città era effettivamente nata nel comune di Bergamo), nel 2015 19.147 persone (16%), nel 2017 19.960 (16,5%), soprattutto boliviani. +

36. Pescara 118.382. In lento recupero demografico, all'unità contava solamente 9.500 abitanti: praticamente era un paese, tanto che divenne capoluogo di provincia solamente nel 1927, grazie all'interessamento di Gabriele d'Annunzio. Dopo questo periodo vi furono quattro fasi demografiche: 1) considerevole incremento della popolazione urbana con flusso immigratorio proveniente dal resto dell'Abruzzo, durato fino all'entrata in guerra dell'Italia nel secondo conflitto mondiale; 2) breve stasi demografica causata dalla seconda guerra mondiale; 3) ricostruzione postbellica e successivo boom caratterizzati da un aumento demografico, che ha portato la città ad essere il fulcro di un'area metropolitana di circa 330.000 abitanti; 4) leggera flessione a partire dal censimento del 1981. Pescara è uno dei comuni più densamente popolati d'Italia. Fino agli anni Settanta, il ristretto territorio comunale ha subìto un processo di saturazione che ha visto occupare tutti gli spazi edificabili. A partire dal decennio successivo ha iniziato a perdere residenti, mentre i comuni più esterni (Montesilvano, Francavilla al Mare, San Giovanni Teatino, Spoltore) hanno incrementato la propria popolazione a ritmi vertiginosi. Nel 2022 dovrebbe inglobare Spoltore e Montesilvano, aumentando notevolmente i propri residenti. Gli stranieri nel 2010 erano 6.183 (5% ca.), nel 2015 5.937 (4,89%), nel 2019 6.095 (5,1%), soprattutto rumeni. -

37. Trento 118.052. In forte aumento demografico, come tutta la provincia, a causa dell'immigrazione e della disponibilità di terreni edificabili. La popolazione comunale non è presente solo in città, ma anche in numerosi centri sparsi (sobborghi), intelligentemente accorpati ma che conservano ancora una propria identità paesana e rurale. La città antica conta 80.000 abitanti, ma l'agglomerato urbano con i comuni limitrofi arriva a 150.000 abitanti. Annessa nel 1919, i trentini non sono mai stati di lingua tedesca, ne è dimostrazione il locale dialetto, che è appunto, un dialetto italiano; anche durante il dominio dell'Impero Asburgico, nella Dieta di Vienna i rappresentanti trentini parlavano nella loro lingua, cioè in veneto-italiano. Gli stranieri regolari nel 2011 erano 13.039 (11,14%), nel 2013 13.564 (11,56%), nel 2018 13.259 (11,2%), soprattutto rumeni. +

38. Forlì 116.396. In deciso rialzo dopo una stagnazione. Nel 1371 era la città più popolosa della Romagna, con circa 12.000 abitanti. Nel 1770 la città contava 10.632 abitanti; nel 1811 13.565. Durante l'Ottocento il tasso di crescita della popolazione fu basso, tanto che nel 1850 la popolazione era di 15.902 abitanti. All'unità era la città più popolosa della Romagna con 37.500 abitanti. Una vera e propria evoluzione demografica si ebbe dagli anni Venti agli anni Settanta, seguito da una ventennale flessione e da un nuovo aumento dovuto all'immigrazione straniera. Gli stranieri regolari nel 2013 erano 13.338, nel 2015 14.093, soprattutto rumeni. -

39. Siracusa 115.849. In lento decremento demografico. Dopo il disastroso terremoto del 1693, la città conobbe un nuovo risorgimento architettonico, che la portò all'unità ad avere 19.000 abitanti. Un forte incremento demografico si registrò dagli anni Quaranta agli anni Ottanta. Nell'era contemporanea ha ormai perso terreno rispetto ai fasti del passato e ha subìto una stagnazione e poi un decremento. Gli stranieri nel 2010 erano 4.095 (3,3%), nel 2016 5.680 (4,7%), nel 2018 6.138 (5,1%), soprattutto cingalesi. -

40. Vicenza 109.450. In forte aumento, 37.500 all'unità. Nel dopoguerra a partire dagli anni cinquanta un forte sviluppo economico ed industriale ne ha fatto una delle città più ricche d'Italia. Attualmente, il 48,1% della popolazione è nata nel comune di Vicenza, il 17,6% è nato in uno dei comuni della provincia, il 7,3% è nato in un'altra provincia della regione Veneto, il 12,7% è nato in altre regioni italiane e il 14,6% è nato all'estero, quindi 19.111. Gli stranieri nel 2010 erano 18.617 (16,1%), nel 2014 18.317 (16,11%), soprattutto serbi, ma ci sono circa 9.000 statunitensi non iscritti all'anagrafe cittadina, in quanto operanti nella base militare Vicenza Military Community, costituita nel 1955. -

41. Terni 106.161. In aumento demografico. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, la città divenne un centro industriale e passò dai 21.000 abitanti ai circa 70.000 in poco tempo, rendendola prima della Seconda Guerra Mondiale una fra le prime città industriali italiane. Nel 1927 divenne capoluogo di provincia e il territorio comunale fu ampliato, assorbendo sette comuni. Nel secondo dopoguerra si registrò una forte ondata di immigrazione interna, tanto che nella seconda metà degli anni Sessanta venne superata la cifra di 100.000 abitanti, e venne stimato che la città avrebbe raggiunto i 200.000 in pochi decenni. Con la crisi della siderurgia degli anni Ottanta, il numero degli abitanti invece si abbassò, mentre ora sta tornando a rialzarsi. L'agglomerato urbano raggiunge i 372.782 abitanti. Gli stranieri nel 2011 erano 11.937 (10,53%), nel 2013 11.033 (10%), nel 2015 12.540 (11,2%), nel 2016 12.871 (11,5%), nel 2018 13.523 abitanti (12,2%), soprattutto rumeni. -

42. Bolzano 105.962. In veloce crescita demografica per via dell'immigrazione e della presenza di molte aree edificabili. Prima della Seconda Guerra mondiale l'aumento demografico fu minimo, poi poté godere dell'autonomia e di clamorosi privilegi e la città aumentò consideravolmente, per quando covasse sovente odio per l'Italia, che la manteneva. Nel 1966 la città registrò il primo superamento della quota dei 100.000 abitanti, arrivando al massimo nel 1975 con 107.112 residenti; seguirono poi tre decenni di decremento demografico. Dal XXI secolo si è verificata una ripresa demografica, soprattutto grazie al saldo migratorio. A Bolzano vive il 20,4% dell'intera popolazione provinciale e considerando l'intera agglomerazione (circa 150.000 abitanti), incide per circa il 30% a livello provinciale. La popolazione è per il 74% di lingua italiana, per il 25,5% di lingua tedesca e per lo 0,68% di lingua ladina. Gli stranieri nel 2010 erano 13.410 (12,2%), nel 2014 15.343, nel 2018 15.734, soprattutto albanesi. -

43. Piacenza 102.548. In ripresa demografica dopo un calo. Fu la prima città d'Italia a votare per l'annessione: all'epoca contava 40.500 abitanti. Nella seconda metà del XIX secolo e nella prima del XX nuove iniziative imprenditoriali diedero un notevole impulso allo sviluppo economico ed industriale, ma anche alla modernizzazione delle aziende agricole. Venne quindi favorito uno sviluppo economico ed industriale che perdurò fino agli anni Ottanta, quando si registrò un calo ventennale. Gli stranieri nel 2010 erano 17.165, nel 2015 18.548, soprattutto albanesi. +

44. Novara 101.261. In stagnazione. La più antica valutazione della popolazione cittadina risale al 1723 con 8.963 abitanti; nel 1776 la popolazione era salita a 11.092 abitanti, nel 1804 era a 12.465 abitanti, nel 1826 ed a 14.021. Nel giro di un secolo si evidenzia un incremento di circa 5.000 persone, equivalente ad un aumento superiore al 50%. Nei 35 anni seguenti il territorio comunale si espanse fino a comprendere numerose comunità precedentemente autonome come Lumellogno, Olengo e Pernate, e si verificò quasi un raddoppio della popolazione arrivando a 25.000 all'unità. Tutto il secolo XIX fu poi positivo per io sviluppo demografico e urbanistico della città, ma dagli anni Settanta la popolazione è rimasta sostanzialmente stabile. Gli stranieri nel 2010 erano 13.110 (12.48%), nel 2012 erano 14.614 (13,84%), nel 2015 14.795 (14,2%), soprattutto marocchini. -

45. Ancona 98.341. In leggero aumento demografico. Nel XII secolo aveva 11.000 abitanti, saliti a quasi 28.000 alla fine del Cinquecento, ma scesi a poco più di 16.000 a inizio del Settecento. A inizio dell'Ottocento erano poco più di 30.000, mentre all'Unità erano circa 49.000. Durante il ventennio fascista la città ebbe un notevole sviluppo urbanistico. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale subì numerosissimi bombardamenti da parte delle forze alleate, che uccisero migliaia di persone. Nel secondo dopoguerra Ancona si riprese velocemente dalle pur gravi ferite della guerra. Si sono abbattute poi sulla città tre gravi calamità naturali (un'alluvione nel 1959, un terremoto nel 1972 e una frana nel 1982), ma anche in questi casi la ripresa fu rapida. Il massimo numero di abitanti si è registrato nel 1971; dal 1979 si è assistito ad un lieve calo, favorito dal saldo naturale e migratorio, entrambi negativi dal 1979. Nel 1999 si registrò un minimo di abitanti, seguito da un progressivo incremento della popolazione, grazie soprattutto al consistente flusso migratorio, che ha riportato la città a superare di nuovo le centomila unità. Gli stranieri nel 2013 erano 11.801, nel 2014 12.852, nel 2018 14.026, soprattutto rumeni. +

46. Udine 97.869. In costante crescita. Il comune è di medie dimensioni e ha un'alta densità demografica. All'unità gli abitanti erano 30.000. Nonostante negli anni novanta ci sia stato un progressivo spopolamento a favore dei comuni del circondario, l'andamento demografico è rimasto comunque positivo grazie alla scriteriata immigrazione di cittadini stranieri. Dagli anni Settanta del Novecento, gli abitanti rimangono costanti a più o meno 100.000. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 13.488 (13,05%), nel 2019 13.880 (14%), soprattutto rumeni. +

47. Andria 96.849. In costante aumento demografico; il territorio comunale è molto esteso, infatti è la sedicesima d'Italia per superficie. Aveva 30.000 abitanti all'unità. Facente storicamente parte del territorio barese, a partire dagli anni cinquanta si ebbe una progressiva ripresa economica, favorita dall'inaugurazione nel 1965 della linea ferroviaria Bari Nord che metteva in comunicazione Bari con i comuni del nord della provincia. Dal 2004 è sede legale della provincia di Barletta-Andria-Trani. Gli stranieri nel 2010 erano 1.222, nel 2015 1.884, nel 2019 2.013 (2%), soprattutto rumeni. -

48. Arezzo 96.154. In incremento demografico dopo una fase di stallo. 37.000 abitanti all'Unità. Dall'inizio del Novecento ha avuto un aumento costante fino agli anni Ottanta, quando si è veirficata una stagnazione durata un ventennio. All'inizio del nuovo secolo, la città ha fatto registrare un nuovo aumento demografico, seguita dopo un decennio da un'altra stagnazione. La densità abitativa rimane relativamente bassa perché il territorio del comune è molto ampio. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 11.943, nel 2014 11.773, nel 2018 12.536, soprattutto rumeni. -

49. Cesena 95.642. In costante aumento demografico. All'unità gli abitanti erano 36.000. Nel dopoguerra si ebbe un enorme incremento demografico. A conferma dell'importanza raggiunta dalla città, nel 1992 la provincia cambiò nome in provincia di Forlì-Cesena, pur rimanendo Forlì capoluogo. Nel XXI secolo l'aumento della popolazione è dovuto soltanto ai flussi migratori perché il saldo naturale è negativo. Gli stranieri nel 2011 erano 9.507, nel 2014 9.329, soprattutto rumeni. -

50. Pesaro 95.296. In netto aumento demografico dopo un trentennio in stagnazione, è il secondo comune delle Marche. Dall'Unità fino agli anni '80 ha sempre aumentato la propria popolazione, poi ha subito una stagnazione. Gli stranieri nel 2009 erano 7.337, nel 2014 7.394 (7,8%), nel 2019 7.580 (7,8%), soprattutto rumeni. -

51. Lecce 94.442. Costante aumento in seguito a un brusco decremento demografico. All'Unità d'Italia la popolazione era di 20.000 abitanti. Tra il 1895 ed il 1915 la città conobbe una notevole attività edilizia con la prima espansione fuori dalle mura. Gli stranieri nel 2010 erano 6.058, nel 2015 6.689, nel 2016 6.990, nel 2018 8.352, soprattutto cingalesi. -

52. Barletta 92.197. In costante aumento demografico. Circa 28.000 abitanti all'unità. Elevata a diocesi nel 1860, negli anni del risorgimento la popolazione crebbe lentamente. Il XX secolo ebbe inizialmente un forte incremento demografico, che si arrestò durante il fascismo e riprese nel secondo dopoguerra. Una delle tematiche più sentite dalla popolazione barlettana era la costituzione di una provincia autonoma da quella di Bari; dopo una lunga mobilitazione popolare nel 2004 venne istituita la provincia di Barletta-Andria-Trani. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 1.849, nel 2014 2.180, nel 2018 2.400, soprattutto rumeni. -

53. La Spezia 92.028. In leggero aumento demografico. E' il secondo comune della Liguria. Solo 15.000 abitanti all'unità. La costruzione di un Arsenale Militare Marittimo tra il 1862 e il 1869 indusse attirò una forte immigrazione. Alla fine dell'Ottocento venne decisa la costruzione del porto mercantile e di una linea ferroviaria di collegamento con Parma, con conseguente esplosione demografica. Nel primo dopoguerra la città divenne capoluogo della Provincia e si sviluppò ulteriormente, arrestandosi solo nel corso della seconda guerra mondiale. La ricostruzione nel dopoguerra ha comportato uno spiccato rinnovamento edilizio della città spesso irrispettoso della sua identità dei secoli precedenti. Negli anni Settanta cominciò un decremento demografico dettato della crisi e dell'emigrazione, che ha portato la città da circa 125.000 abitanti a meno di 100.000. Negli anni ottanta ebbe inizio un processo di riconversione industriale, che iniziò a dare i suoi frutti soltanto nel nuovo millennio. Gli stranieri nel 2010 erano 9.719 (10,19%), nel 2014 10.917 (11,62%), nel 2017 11.767, soprattutto dominicani. -

54. Alessandria 91.160. Situazione in lento aumento demografico; è il comune più esteso del Piemonte. Ben 50.000 abitanti all'unità. Alla fine del XIX secolo la nascita delle Ferrovie e l'incremento dei commerci nel Nord-Italia trasformarono la città, che si trova al centro del triangolo Torino-Milano-Genova, in uno dei punti nevralgici per il mercato italiano: ne scaturì un grande incremento demografico, che proseguì sotto il Fascismo. Nel corso della seconda guerra mondiale, la città subì ripetuti e pesanti bombardamenti aerei. Nel dopoguerra la città seguì le sorti del Nord-Italia, conoscendo negli anni Sessanta il boom economico e l'immigrazione della gente proveniente dalle regioni del Sud, arrivando nel 1970 a superare i 100.000 abitanti. Successivamente, quando gli effetti del boom economico rientrarono, Alessandria conobbe un calo demografico. Nel 1994 fu colpita da una grave alluvione. Gli stranieri regolari nel 2011 erano 12.224 (12,86%, molto superiore alla media regionale e nazionale), nel 2013 13.332 (14,02%), nel 2019 14.379 (15,4%), soprattutto rumeni. +

55. Guidonia Montecelio 89.182. In fortissimo incremento demografico. Fino al Settecento ebbe meno di 1.000 abitanti, saliti a circa 1.500 alla fine del Settecento. All'unità era un paesino di poco meno di 3.000 abitanti, ma ha avuto un'esplosione demografica in età fascista, quando venne fondata la città di Guidonia, che subentrò al precedente paese di Montecelio. Come tutto l'hinterland romano, nel dopoguerra ha avuto un vertiginoso aumento demografico, dovuto principalmente alle crescita dell'area metropolitana romana sugli ampi terreni ancora non edificati dell'Agro Romano, portando con sé una forte presenza industriale e di pendolarismo, con gli annessi problemi ambientali e sociali di una città sviluppatasi con una scarsa attenzione all'urbanistica. La popolazione reale del comune è quantificabile intorno alle 100.000 unità: infatti molte persone hanno la residenza ufficiale a Roma ma vivono e lavorano stabilmente a Guidonia, e soprattutto vi è un alto numero di migranti non regolarizzati che vivono nella cittadina. A confermare questa ipotesi c'è il bando per la gestione dei rifiuti urbani che richiede un servizio per almeno 100.000 abitanti. Entro il 2020 il numero di abitanti potrebbe raggiungere le 106.000 unità. Gli stranieri nel 2009 erano 8.608 (10% ca.), nel 2013 10.735 (10% ca), nel 2015 11.130 (12,55%), soprattutto rumeni. +

56. Pistoia 89.065. In moderato rialzo dopo un lento calo iniziato negli anni Settanta. Circa 50.000 abitanti all'unità. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 8.007, nel 2015 7.838, nel 2019 8.347, soprattutto albanesi. -





57. Lucca 88.955. In lento incremento demografico dopo una fase di calo. Quasi 70.000 abitanti all'unità, segno che la città è cresciuta poco in questi 150 anni. Nel 2001 i minorenni costituivano il 14% della popolazione, mentre l'età media era di 44 anni; il 37% della popolazione era celibe o nubile; il 50% era coniuge; il 4% era separato o divorziato; il 9% era vedovo. Gli stranieri nel 2010 erano 7.376, nel 2015 8.862, nel 2018 9.361, soprattutto rumeni. -

58. Pisa 88.811. In stagnazione demografica. Circa 45.000 abitanti all'unità. Dopo aver superato le 100.000 unità negli anni Settanta, si verificò un veloce decremento demografico. Negli ultimi anni la popolazione è tornata a crescere grazie alla presenza considerevole degli immigrati residenti che hanno un tasso di natalità più alto della comunità italiana, che invece, continua ad assottigliarsi sia per la bassa concentrazione delle nascite, sia per lo spostamento verso i comuni limitrofi, dove la vita sembra migliore. Le università e le istituzioni militari portano a Pisa molti cittadini provenienti dal Meridione. Tuttavia l'età media della popolazione continua ad aumentare: più di un quarto della popolazione ha più di 70 anni. Sembra in aumento la crescita degli immigrati clandestini, anche se non esiste una stima precisa. Gli stranieri regolari nel 2010 erano il 12,09%, nel 2012 il 10,3%, nel 2019 13.106 (14,7%), soprattutto filippini. -

59. Catanzaro 84.850. In leggero decremento demografico dopo aver raggiunto le 100.000 unità negli anni Ottanta. E' il secondo comune della Calabria. Circa 5.000 abitanti nel Trecento, rimasti costanti fino al Cinquecento, raddoppiati a circa 10.000 nel Seicento, rimasti costanti nel Settecento e aumentati a 12.000 a inizio Ottocento. Circa 20.000 abitanti all'unità. Gli stranieri nel 2010 erano 2.550, nel 2013 2.551, nel 2018 3.142, soprattutto rumeni. -

60. Treviso 84.666. In lento incremento demografico dopo una fase di calo iniziata negli anni Settanta. Quasi 30.000 abitanti all'unità. I primi anni della seconda guerra mondiale furono determinanti per lo sviluppo a Treviso, nodo ferroviario molto importante verso l'est. Negli anni ottanta e novanta, nella provincia di Treviso, grazie alle sue fabbriche, spesso di piccole dimensioni, scoppiò il boom economico che la portò, in pochissimi anni, da zona economica depressa a una delle realtà economicamente più vivaci dell'Italia. Essendo un comune di medie dimensioni, la densità abitativa è molto alta. La popolazione dell'agglomerato formato dalla continuità delle località abitate ammonta a 112.111 abitanti. Gli stranieri nel 2010 erano 10.593 (12,7%), nel 2017 11.779 (13,9%), soprattutto rumeni. Il secondo grafico si riferisce agli abitanti nati (azzurro) e morti (rosso). -

61. Como 83.299. In lieve aumento demografico dopo una fase di decremento partita negli anni Settanta, quando la città aveva sfiorato le 100.000 unità. Poco più di 30.000 abitanti all'unità. Il comune ha una piccola estensione territoriale, di conseguenza una grande densità abitativa. Gli stranieri nel 2010 erano 11.156, nel 2014 11.484 (13%), soprattutto filippini; vanno peraltro aggiunti i moltissimi clandestini. -

62. Busto Arsizio 83.007. Comune di medio-piccole dimensioni con una densità elevatissima, è il primo comune della provincia di Varese (più popolato del capoluogo). Nato nel Medioevo come centro tessile, all'Unità aveva quasi 16.000 abitanti, tanto che nel 1864 ottenne il titolo di città. Sul finire dell'Ottocento acquistò la duplice natura di città cotoniera e meccanica, situazione che le assicurò un incremento demografico, durato fino ai primi anni Ottanta, quindi la popolazione si è stabilizzata per circa un ventennio, ma nei primi anni del nuovo secolo è ripresa la crescita che si stima avrà una certa regolarità nei prossimi 20-25 anni. Gli stranieri nel 2012 erano 6.112, nel 2014 7.695, soprattutto albanesi. +

63. Brindisi 82.853. Situazione in stagnazione dopo un leggero decremento. Meno di 10.000 abitanti all'unità e un fortissimo incremento demografico nel dopoguerra, nonostante l'ampia emigrazione avvenuta dapprima negli anni immediatamente precedenti e seguenti la prima guerra mondiale, poi dopo la seconda guerra mondiale. A partire dagli anni Sessanta con la realizzazione del grande petrolchimico e di imprese meccaniche e aeronavali, la città conobbe una piccola immigrazione regionale. Un altro importante e terribile capitolo nella demografia cittadina fu l'esodo albanese degli anni Novanta. Se durante gli anni Novanta l'emigrazione verso il nord si era affievolita, nell'ultimo decennio la crisi economica ha fatto sì che il fenomeno, soprattutto giovanile, si riaccendesse. Il circolo vizioso di Brindisi nonché del Mezzogiorno è che, essendo luogo di partenza di lavoratori e studenti universitari in movimento, si impoverisce di capitale umano, provocando nel medio e nel lungo periodo un ritardo di sviluppo nel tessuto economico e sociale. Gli stranieri regolari nel 2008 erano 1.820 (2,02%), nel 2014 2.152 (2,42%), nel 2018 2.708 (3,1%), soprattutto rumeni. -

64. Fiumicino 81.368. Comune molto esteso, è in fortissimo incremento demografico. Nato nel 1992 dalla scorporazione della Circoscrizione XIV del comune di Roma, come altri comuni della cintura metropolitana di Roma, fin da subito si caratterizza da una rapida espansione demografica. Pertanto si riscontrano valori del saldo migratorio e del saldo naturale molto alti, con un basso indice di invecchiamento. Gli stranieri nel 2010 erano 8.066, nel 2014 8.994. +

65. Grosseto 81.351. In forte incremento demografico. All'Unità aveva poco meno di 5.000 abitanti, perché risentiva dell'effetto negativo causato dalla presenza della malaria che caratterizzava gran parte delle aree pianeggianti della Maremma. Da questo periodo iniziò una crescita esponenziale che ha portato al raddoppiamento della popolazione all'inizio del Novecento, un ulteriore raddoppiamento negli anni Venti e poi negli anni Cinquanta. La crescita è proseguita fino agli anni Ottanta grazie all'arrivo di numerosi immigrati, prima dall'Italia nord-orientalegrazie alla riforma agraria e poi anche da altre regioni, soprattutto dell'Italia Meridionale. Dagli anni Ottanta all'inizio del terzo millennio la crescita demografica è proseguita in modo meno netto rispetto agli anni precedenti, ma a partire dal Duemila si è verificata una ripresa della crescita. L'estensione territoriale è molto ampia (nono comune italiano per superficie), quindi la densità abitativa è ancora sostanzialmente bassa. Gli stranieri nel 2010 erano 6.903 (8,39%), nel 2014 6.927 (8,46%), nel 2018 7.887 (9,58%), soprattutto rumeni. +

66. Torre del Greco 80.633. In netto decremento demografico dopo aver superato le 100.000 unità negli anni Ottanta. Meno di 10.000 abitanti all'unità. Nonostante la ridotta estensione, la popolazione risulta distribuita su due centri abitati, confinanti senza soluzione di continuità: il capoluogo e la frazione di Santa Maria la Bruna. Non sono pervenuti dari riguardo l'immigrazione, troppa sfaccimma. +

67. Marsala 79.944. In incremento demografico dopo una fase di stagnazione, è il primo comune della provincia di Trapani (più popolato del capoluogo); ha una grande estensione territoriale e di conseguenza una densità relativamente bassa. Circa 30.000 abitanti all'unità, quando la popolazione aumentò fino al 1921, quindi calò molto nel successivo censimento del 1931, poi tornò ad aumentare. Tra il 1965 e il 1985 si verificò un vero e proprio "boom" edilizio, con costruzione di nuovi quartieri sui siti archeologici. Gli straniera regolari nel 2019 erano 4.260 (5,2%), soprattutto rumeni. +

68. Sesto San Giovanni 79.043. Comune molto piccolo conurbato nell'area metropolitana di Milano, è la naturale prosecuzione del capoluogo; ha un'altissima densità abitativa. Rimase un minuscolo borgo fino alla metà dell'Ottocento, quando vennero aperte numerose filande. All'unità aveva circa 5.000 abitanti. A cavallo tra Ottocento e Novecento si industrializzò grazie dell'investimento di molti industriali milanesi, tanto da essere soprannominata la piccola Manchester per l'altissimo numero di operai. Dopo la Seconda guerra mondiale visse una grandissima crescita urbana, economica e demografica, che proseguì fino alla crisi degli anni Ottanta del XX secolo, quando iniziarono a chiudere tutte le fabbriche storiche. Da città industriale si riconvertì a città del terziario avanzato, registrando un decremento della popolazione. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 11.686, nel 2015 14.040 (17%), nel 2018 14.237 (17,5%), soprattutto egiziani. -

69. Varese 78.148. In decremento demografico dagli anni Ottanta, è il secondo comune dell'omonima provincia, dopo Busto Arsizio; ha una medio-piccola estensione territoriale e di conseguenza un'alta densità abitativa. Circa 18.000 abitanti all'unità. Al termine della Seconda guerra mondiale la città e il suo territorio andarono progressivamente espandendosi, sulla spinta di quello sviluppo economico-sociale che determinò una forte crescita industriale accompagnata da un parallelo incremento demografico. La componente straniera è caratterizzata da un elevato tasso di natalità, pari al 16,81 per mille, che andrà a soppiantare in qualche decennio la popolazione italiana. Gli stranieri nel 2010 erano 9.110 (11,1%), nel 2015 10.070 (12,5%), nel 2017 10.096 (12,5%), soprattutto albanesi. -

70. Pozzuoli 76.453. In incremento demografico, ha una superficie di media estensione, dunque un'alta densità. Più di 10.000 abitanti all'unità, segno che il comune era già una discreta città. Dall'Unità ha sempre aumentato i propri abitanti, anche se negli ultimi decenni la crescita è rallentata. Non ci sono dati sulla popolazione straniera, probabilmente troppa sfaccimma. -

71. Cinisello Balsamo 74.562. Città di limitatissima superficie e quindi densamente antropizzata, è in lento decremento demografico. In origine e fino al 1928 era composto da due paesi indipendenti, Cinisello e Balsamo, che vennero unificati. Dagli anni Cinquanta visse un notevole incremento demografico, cessato all'inizio degli anni Ottanta e seguito da un leggero decremento. Gli stranieri nel 2010 erano 10.502, nel 2015 13.033 (17%), nel 2018 14.263 (18%), soprattutto rumeni. +

72. Aprilia 74.210. In forte aumento demografico. Comune dall'ampia superficie istituito nel 1936 in seguito all'esproprio di un antico feudo e grazie alla bonifica Pontina, si è rapidamente evoluto demograficamente. Gli stranieri nel 2013 erano 8.027 (11,2%), nel 2015 9.035 (12,3%), nel 2018 9.165 persone (12,4%), soprattutto rumeni. +

73. Corigliano-Rossano 74.125. Comune recentissimo, nato il 31 marzo 2018, dalla fusione dei comuni di Corigliano Calabro e Rossano. In crescita demografica dal censimento del 1936. Non ci sono dati sulla popolazione straniera, probabilmente troppa sfaccimma. -

74. Casoria 74.052. Comune molto piccolo dell'area metropolitana napoletana, ha una densità abitativa debordante. In leggero decremento demografico dopo un esponenziale incremendo fin dall'unità, alla quale aveva 7.214 abitanti. Gli stranieri nel 2018 erano 1.393 (1,8%), soprattutto ucraini. +

75. Asti 73.423. Città di grande superficie, all'Unità aveva 34.000 abitanti, che crebbero fino agli anni Ottanta; si registrò poi un decremento fino all'inizio del nuovo secolo, quindi ora è in aumento demografico, dovuto all'immigrazione. Gli stranieri nel 2010 erano 8.968 (11,7%), nel 2013 9.515 (12,5%), nel 2018 9.699 persone (12,76%), soprattutto albanesi. -

76. Ragusa 73.087. In stallo demografico. Comune molto esteso, 23.000 abitanti all'Unità, quando ha proseguito ad aumentare demograficamente fino al 1921; poi c'è stato un crollo demografico e uno stallo fino al dopoguerra, quando si è registrata una lenta ma costante crescita. Ragusa è la prima città siciliana per numero di stranieri (7,01%), un dato più che doppio rispetto anche alla media regionale (3,2%) ma inferiore rispetto al dato nazionale (8,1%). Gli stranieri nel 2013 erano 3.892, nel 2019 5.668, soprattutto albanesi. +

77. Caserta 72.835. Città di medio-piccola superficie, è in lento ma costante aumento demografico. Dall'Unità ha avuto un lento incremento demografico fino al censimento del 1901, quindi ha vissuto una stagnazione fino al dopoguerra, infine un costante aumento demografico. Gli stranieri nel 2010 erano 3.345 (4,25%), nel 2015 3.605 (4,72%), nel 2018 4.007 (5,3%), nel 2021 3.991 (5,4%), soprattutto ucraini. -

78. Carpi 71.861. In forte aumento demografico. Comune con superficie abbastanza estesa, dall'Unità, dove aveva 16.500 abitanti, ha sempre fatto registrare un incremento demografico. Dopo un rallentamento della spinta demografica iniziato negli anni Ottanta e durato vent'anni, adesso è tornato a crescere rapidamente grazie all'immigrazione straniera, e nel 2008 ha raggiunto per la prima volta i 70.000 abitanti. Gli stranieri nel 2015 erano 10.133 (14,33%), nel 2019 10.290 (14,32%), soprattutto pakistani. -

79. Gela 71.263. In stallo demografico. Comune pianeggiante con elevata superficie, è il primo comune della provincia di Caltanissetta (più popolato del capoluogo). E' in stallo demografico. Dalla fine dell'Ottocento la popolazione di Terranova-Gela ha registrato un costante incremento che ha avuto il suo picco intorno al 1988, con il raggiungimento della quota di 81.000 abitanti. Sin dai primi anni del XX secolo a causa dell'estrema indigenza un gran numero di gelesi sono emigrati, al pari di tanti altri emigranti meridionali, in Italia settentrionale (una grande comunità di gelesi è presente a Busto Arsizio), in Germania, in Francia e in America. Gli stranieri nel 2011 erano 765, nel 2018 1.636, soprattutto rumeni. -

80. Cremona 70.687. Città di media superficie, è in stasi demografica. All'Unità aveva ben 44.000 abitanti. Dopo un'involuzione demografica, alla fine dell'Ottocento si registrò un aumento demografico costante fino agli anni Settanta; in seguitò si verificò un processo di decremento e poi di stasi. Gli stranieri nel 2010 erano 9.163 (12,7%), nel 2014 9.462 (13,2%), nel 2019 11.483 (15,8%), soprattutto rumeni. -

81. Pavia 70.600. Città dalla superficie medio-bassa, all'Unità aveva 34.000 abitanti. Dopo un aumento di popolazione, dal 1871 fino all'inizio del Novecento ha avuto uno stagnamento demografico, poi la popolazione è tornata ad aumentare fino agli anni Settanta, quando la città ha quasi raggiunto i 90.000 abitanti. A questo punto si è verificato una notevole involuzione demografica, dovuta al trasferimento di molti nuclei familiari all'interno dei comuni confinanti al capoluogo. L'agglomerato urbano della città di Pavia nel 2012 conta 95.000 abitanti. Gli stranieri nel 2011 erano 7.165 persone (10,1%), nel 2016 10.115 (13,93%), nel 2019 10.975 (15%), soprattutto rumeni. -

82. Altamura 69.913. Tredicesimo d'Italia per estensione, fin dalla sua fondazione a opera di Federico II di Svevia ha avuto una crescita demografica costante e graduale. All'Unità aveva 17.500 abitanti. Sta vivendo un forte aumento demografico, iniziato negli anni Settanta dell'Ottocento. Gli stranieri nel 2011 erano 3.287, nel 2013 3.670, nel 2020 3.502 (4,96%); due terzi sono albanesi per via della vicinanza con l'Albania. +

83. L'Aquila 69.508. Nona città d'Italia per superficie, ha una densità piuttosto bassa ed è in moderato aumento demografico. All'Unità aveva 33.500 abitanti. La città ha vissuto un lento e costante aumento demografico, che l'ha portata a raddoppiare la popolazione nel giro di centoquarant'anni, fino all'inizio del XXI secolo, quando ha subito uno stallo demografico. Gli stranieri nel 2010 erano 4.015, nel 2014 4.605, nel 2019 5.788, soprattutto rumeni. -

84. Imola 69.332. Città di grande superficie e medio-alta densità abitativa, è in aumento demografico. Dall'Unità d'Italia, quando aveva quasi 26.500 abitanti, ha sempre registrato un aumento demografico in ogni censimento. Gli stranieri regolari nel 2006 erano 3.407 (5,1%), nel 2010 6.184 (8,9%), nel 2020 7.450 (10,7%), quasi un terzo rumeni. -

85. Quartu Sant'Elena 68.322. Terzo comune sardo per popolazione. Nel 1801 aveva 3.853 abitanti, nel 1827 5.320, nel 1846 6.266, all'Unità 6.400. Nella seconda metà dell'Ottocento la popolazione è rimasta stabile per poi aumentare gradualmente all'inizio del Novecento ed esorbitatamente a partire dal dopoguerra, soprattutto negli anni Settanta. Gli stranieri nel 2010 erano 1.626 (2,3%), nel 2013 1.906 (2,6%), nel 2020 2.599 (3,7%), soprattutto senegalesi. +

86. Lamezia Terme 66.936. Comune con superficie abbastanza estesa, formatosi dall'unione di tre comuni nel 1968. All'Unità aveva quasi 18.500 abitanti; crebbe demograficamente sino all'inizio del XXI secolo, quando cessò la spinta demografica e si registrò uno stallo demografico. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 3.318, nel 2013 4.146, nel 2015 4.700 (6,6%), nel 2018 5.133 (7%), soprattutto marocchini. -

87. Massa 66.266. Città di media superficie e medio-alta densità abitativa, è in moderato aumento demografico. All'Unità aveva quasi 15.500 abitanti. Nella sua storia ha sempre fatto registrare un aumento di popolazione a ogni censimento, ma ha avuto una forte espansione urbanistica soprattutto dal dopoguerra agli anni Ottanta. La maggior parte degli abitanti vivono nella parte pianeggiante del comune. Dal 2005 al 2010 gli stranieri residenti in città sono quasi raddoppiati. Gli stranieri regolari nel 2010 erano 4.596, nel 2019 5.007, soprattutto rumeni. -

88. Viterbo 66.016. Città molto estesa, è in deciso aumento demografico. Agli inizi del XX secolo sfiorava i 30.000 abitanti. Fino alla Seconda Guerra Mondiale la popolazione è aumentata moderatamente, poi ha vissuto un boom demografico, che si è bloccato negli anni Ottanta, per poi riprendere con vigora agli inizi del XXI secolo. Non ci sono dati sul numero degli abitanti stranieri. +

88. Potenza 64.661. Città molto estesa e ad elevata altitudine, è in stallo demografico. All'inizio dell'Ottocento aveva 9.000 abitanti, mentre all'Unità ne aveva poco più di 16.000. La città è cresciuta fino alla fine dell'Ottocento, quando è tornata ai livelli dell'Unità, per poi riprendere a crescere nel XXI secolo. Dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta la crescità è stata enorme, tanto che la città ha raddoppiato i propri abitanti, raggiungendo i 64.000. Negli ultimi due decenni del Novecento la crescita è stata più moderata e la città ha raggiunto i 69.000 abitanti. Nel XXI secolo si è assistito a una piccola decrescita, che ha poi causato l'odierna situazione di stallo. Gli stranieri regolari erano nel 2020 1.869 (2,8%), soprattutto rumeni. -

89. Cosenza 63.561. Città poco estesa e pertanto con un'altissima densità abitativa, è in crollo demografico. All'Unità aveva poco più di 18.000 abitanti, che sono andati calando negli anni successivi per poi aumentare agli inizi del XX secolo. Nei primi quarant'anni del secolo la città ha raddoppiato i propri abitanti, raggiungendo i 40.000. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale c'è stato un boom demografico, che ha portato in quarant'anni a più che raddoppiare la popolazione, che superò i 100.000 abitanti negli anni Settanta. A partire dagli anni Ottanta la città ha vissuto un processo di deurbanizzazione: la sua popolazione si è ridotta di circa 40.000 unità a vantaggio dei comuni contigui. Questo ha favorito la creazione di un'area urbana integrata di circa 260.000 abitanti, una forma policentrica di agglomerazione in cui sono riscontrabili elementi di continuità fisica, urbanistica, culturale e sociale, tanto che il territorio è proiettato ormai da anni verso la creazione di un comune unico. Gli stranieri regolari erano nel 2020 4.211 (6,3%), soprattutto rumeni. -

91. Castellammare di Stabia 62.796. Comune costiero di piccola estensione e altissima densità demografica, è in decrescita demografica. All'Unità aveva quasi 22.000 abitanti, in crescita fino agli anni Ottanta dell'Ottocento. Dopo tre decenni di stallo, dagli anni Dieci del Novecento la popolazione è tornata a crescere rapidamente, superando i 70.000 abitanti negli anni Ottanta. Non ci sono informazioni sugli stranieri regolari: troppa sfaccimma. -

92. Vittoria 62.717. Comune molto esteso con medio-alta densità demografica, è in netta crescita demografica. All'Unità aveva poco meno di 16.000 abitanti, che sono raddoppiati in quarant'anni, raggiungendo i circa 32.000 all'inizio del Novecento. Per il successivo ventennio la popolazione è rimasta allo stesso livello e poi è ripresa a crescere, per poi bloccarsi negli anni Trenta e tornare a crescere subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Gli stranieri regolari erano nel 2019 7.192, soprattutto rumeni. +

93. Vigevano 62.342. Comune di media estensione e alta densità demografica, è in netta crescita demografica. All'Unità aveva circa 17.000 abitanti, che hanno continuato ad aumentare fino agli anni Settanta del Novecento, arrivando a sfiorare i 68.000. In seguito la popolazione è diminuita fino all'inizio del XXI secolo, quando è ripresa ad aumentare. Gli stranieri regolari erano nel 2018 9.366 (14,8%), soprattutto egiziani. -

94. Afragola 61.547. Comune di piccola estensione e altissima densità demografica, è in lenta crescita demografica. All'Unità aveva poco più di 16.000 abitanti, che sono sempre cresciuti in tutti i censimenti, anche se la crescita maggiore si è fatta registrare dal secondo dopoguerra agli anni Ottanta. Gli stranieri regolari erano nel 2019 1.982 (3,1%), soprattutto ucraini. -

95. Pomezia 61.276. Città costiera di media superficie, è in netto aumento demografico. Situata nell'Agro Pontino, è una città di fondazione fascista e venne scorporata da Eoma nel 1932. Fino agli anni Quaranta era un villaggio agricolo, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale iniziò a crescere esponenzialmente, soprattutto negli anni Sessanta e all'inizio del nuovo millennio. Gli stranieri regolari erano nel 2018 8.119 (12,7%), soprattutto rumeni. -

96. Viareggio 60.669. Comune poco esteso e con altissima densità demografica, in lieve aumento. All'Unità aveva quasi 9.000 abitanti, che sono sempre aumentati fino al censimento degli anni Ottanta del Novecento; a questo punto, la popolazione è lievemente calata, poi ha ripreso ad aumentare, ma con molta più lentezza. Gli stranieri regolari erano nel 2019 4.841 (7,8%), soprattutto rumeni. +

97. Olbia 60.450. Comune molto esteso e con media densità demografica, in enorme aumento. All'Unità aveva poco più di 3.000 abitanti, che sono sempre aumentati fino alla Seconda Guerra Mondiale. Nel Dopoguerra si è assistito a un boom demografico, che è proseguito negli anni Ottanta (in controtendenza rispetto al resto d'Italia) e nel nuovo millennio. Gli stranieri regolari erano nel 2019 6.484 (10,7%), soprattutto rumeni. -

98. Carrara 60.309. Capoluogo di media estensione e con alta densità demografica, in recessione. All'Unità aveva poco più di 18.000 abitanti, che sono aumentati velocemente fino agli anni Trenta del Novecento; a questo punto, la popolazione è continuata ad aumentare, ma più lentamente, superando di poco i 68.000 abitanti negli anni Ottanta. In seguito la popolazione ha iniziato a diminuire. Gli stranieri regolari erano nel 2019 5.007, soprattutto rumeni. -

99. Matera 59.824. Comune molto esteso e con densità medio-bassa, in stagnazione. All'Unità aveva meno di 15.000 abitanti, che sono rimasti costanti fino al termine del secolo. Dagli inizi del Novecento ha sempre visto una crescita della popolazione leggera ma costante fino in epoca fascista, allorché si è registrata una esplosione demografica. Nel 1948 nasce la questione dei Sassi di Matera, dato che molte persone vivevano nell'indigenza in grotte. Nel 1952 si giunge allo stanziamento di fondi per la costruzione di nuovi quartieri residenziali che avrebbero costituito la città nuova nella quale far confluire le 15.000 persone che abitavano le case-grotta. Si registrò pertanto un aumento della popolazione, dovuto in parte ad un saldo naturale positivo, in parte allo spopolamento dei piccoli centri limitrofi e in parte alle migliori condizioni di vita. Gli stranieri regolari erano nel 2019 2.934 (4,9%), soprattutto cinesi. -

100. Legnano 59.816. Comune poco esteso e con altissima densità demografica, in rapido aumento. Nel 1176, all'epoca della battaglia di Legnano, il comune aveva circa 1.400 residenti. Nel 1549 la popolazione, decimata dalle epidemie di peste del 1529 e del 1540, era di 576 abitanti, distribuiti in 184 famiglie. Nel 1594 la popolazione era salita a circa 2.500, distribuiti in 470 famiglie. Nel 1620 la popolazione ammontava a 2.948 abitanti, suddivisi in 474 famiglie. Nel corso del Seicento la cittadina perse progressivamente di importanza strategica. Dal 1770 al 1784 la popolazione passò da 2.256 a 2.525 abitanti. Nel 1840 gli abitanti erano 4.536. All'Unità aveva circa 6.500 abitanti, che sono lentamente aumentati fino al termine del secolo. Attorno al Novecento l'economia agricola legnanese si trasformò definitivamente in un sistema industriale e la città ha vissuto un boom demografico, con la popolazione che è triplicata in meno di trent'anni: Legnano ottenne il primo posto tra i comuni italiani nella classifica calcolata per tasso di crescita della popolazione. Nel 1924 ottenne il titolo di città. In seguito, l'aumento è stato costante fino agli anni Ottanta del Novecento, quando la crescita si è fermata a causa della crisi dell'industria, per poi riprendere velocemente, per via dell'immigrazione dall'estero, alla fine degli anni Novanta. Gli stranieri regolari erano nel 2005 3.451 (6,1%), nel 2019 7.307 (12,1%), soprattutto albanesi. +

101. Fano 59.633. Comune esteso e con alta densità demografica, in aumento. All'Unità aveva poco più di 19.000 abitanti, che sono continuati ad aumentare, soprattutto nel secondo Dopoguerra, quando sono stati creati nuovi quartieri all'esterno delle mura, che ben presto sono stati inglobati nella città. L'esplosione demografica è terminata negli anni Settanta, quando la popolazione ha continuato ad aumentare, ma con ritmo più blando. Gli stranieri regolari erano nel 2018 4.466, nel 2021 4.205, soprattutto albanesi. -

102. Faenza 58.951. Comune di grandi dimensioni, in aumento dopo un calo. All'Unità aveva poco più di 35.000 abitanti, che ha mantenuto fino al termine dell'Ottocento, quando c'è stato un aumento che l'ha portata fino a quasi 40.000 abitanti. Da questo punto, la popolazione è cresciuta in modo lento ma costante fino agli anni Ottanta del Novecento, per poi diminuire fino all'inizio del nuovo secolo. Nel primo decennio degli anni Duemila, la popolazione ha registrato un forte aumento. Gli stranieri regolari erano nel 2010 6.526, soprattutto albanesi. +

103. Caltanissetta 58.731. Comune molto esteso e con medio-bassa densità demografica, in recessione. All'Unità aveva quasi 24.000 abitanti, che all'inizio del Novecento erano quasi raddoppiati. Dopo una lieve flessione, negli anni Dieci sono aumentati enormemente, per poi tornare in perdita negli anni Trenta. A questo punto, la popolazione è tornata a crescere - anche grazie al nuovo piano regolatore, che ha causato una notevole espansione urbanistica - fino agli anni Sessanta, allorché venne meno il settore dell'estrazione dello zolfo: la crisi irreversibile del settore causò una stagnazione della popolazione e la città divenne soprattutto terra di emigrazione. Gli stranieri regolari erano nel 2019 3.090 (5% circa), nel 2021 2.955, soprattutto marocchini. -

104. Savona 58.504. Comune costiero di media estensione e con alta densità demografica, in lento calo. Nel corso del XIV secolo Savona arrivò ad avere una popolazione stimata al 150% circa di quella di Roma, che al contrario viveva un profondo declino. All'Unità aveva poco più di 20.000 abitanti; da questo punto, la popolazione è quadruplicata fino agli anni Settanta del Novecento, per poi diminuire di oltre il 25% negli ultimi decenni. Ora la popolazione è in fase di stallo. Gli stranieri regolari erano nel 2018 6.242, soprattutto albanesi. +

105. Crotone 58.468. Capoluogo piuttosto esteso e con medio-alta densità demografica, in crescita demografica. All'Unità aveva circa 6.000 abitanti, che sono aumentati lentamente fino agli anni Venti del Novecento; a questo punto, la popolazione è aumentata rapidamente, tanto che in circa cinquant'anni è quintuplicata. Negli anni Ottanta si è registrata una stabilità demografica, ma negli ultimissimi anni la popolazione è tornata ad aumentare. Gli stranieri regolari erano nel 2020 4.567, nel 2021 3.550, soprattutto pakistani. -

106. Acerra 58.158. Comune in rapido aumento. Appartiene alla zona metropolitana di Napoli. Quasi 12.000 abitanti all'Unità. La popolazione è sempre aumentata, ma una ulteriore crescita si è verificata soprattutto a partire dagli anni Settanta e in particolar modo dagli anni Duemila. Gli stranieri regolari erano nel 2019 2.092 (3,4%), soprattutto ucraini. -

107. Marano di Napoli 57.394. Comune di piccolissime dimensioni e altissima densità abitativa posto nell'hinterland di Napoli, in stagnazione demografica. All'Unità aveva poco meno di 5.500 abitanti, che aumentarono fino a toccare gli 8.000 all'inizio del Novecento. La popolazione raddoppiò alla metà degli anni Cinquanta, ma fu dagli anni Sessanta che l'aumento si fece vertiginoso: dai quasi 20.000 abitanti del 1961 si parrò ai quasi 60.000 del 2001. Da questo punto, la popolazione si è stabilita. Non si hanno dati sugli stranieri regolari. -

108. Molfetta 57.323. Comune di medie dimensioni e alta densità abitativa, in ribasso demografico. All'Unità aveva più di 25.000 abitanti, che aumentarono rapidamente fino a raddoppiare negli anni Venti del Novecento. In seguito ci fu un breve ribasso demografico, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale la popolazione tornò a crescere fino agli anni Novanta. Da questo punto, la popolazione subì un ribasso. Gli stranieri regolari erano nel 2018 1.422, soprattutto albanesi. -

109. Cerignola 56.919. Terzo comune per dimensioni d'Italia, ha una bassa densità abitativa ed è in stagnazione demografica. All'Unità aveva più di 20.000 abitanti, che aumentarono fino a quasi raddoppiare negli anni Dieci del Novecento. Da qui ci fu stagnazione demografica fino alla Seconda Guerra Mondiale, per poi vivere un breve ma forte periodo di crescita negli anni Cinquanta, per poi un periodo di ribasso demografico fino agli anni Settanta. Da qui la popolazione tornò a crescere fino all'inizio del III millennio, per poi fermarsi. Gli stranieri regolari erano nel 2019 2.161 (4,6%), soprattutto rumeni.

110. Benevento 56.604. Comune di medie dimensioni, in stagnazione demografica. Alla fine del Cinquecento aveva 40.000 abitanti, che passarono a circa 30.000 alla fine del Seicento e a circa 20.000 alla fine del Settecento. All'Unità aveva poco meno di 20.000 abitanti, che aumentarono lentamente fino agli anni Venti del Novecento, quando l'aumento si fece più consistente, arrivando a quasi 63.000 abitanti negli anni Ottanta. Da questo punto, la popolazione ha iniziato a diminuire in modo costante. Gli stranieri regolari erano nel 2020 2.114 (3,6%), soprattutto ucraini. -

111. Moncalieri 56.257. Comune di medie dimensioni conurbato nell'area metropolitana di Torino, è in stagnazione demografica. All'Unità vivevano quasi 11.000 persone, raddoppiate nel censimento del 1931. Dal 1936 al 1981 la popolazione è più che triplicata, per poi scendere leggermente nei decenni successivi dino agli anni Duemila, quando ha ripreso a crescere perché la città è il più consistente avamposto residenziale dell'agglomerato urbano torinese. Gli stranieri regolari erano nel 2015 5.243 (9,1%), soprattutto rumeni.

112. Cuneo 55.859. Comune di grandi dimensioni, è in stagnazione demografica. All'Unità vivevano quasi 23.000 persone, aumentate regolarmente fino agli anni Trenta. Dopo una breve flessione, dopo la Seconda Guerra Mondiale la città ha registrato una forte crescita fino agli anni Ottanta, quando si è assistito a una decrescita fino al nuovo millennio, allorquando la popolazione ha ripreso a crescere. Gli stranieri regolari erano nel 2018 6.315 (11,2%), soprattutto rumeni. +

113. Agrigento 55.574. Comune di dimensioni molto grandi, è in aumento demografico. All'Unità vivevano quasi 18.000 persone, aumentate a quasi 25.000 a inizio Novecento. La crescita è proseguita regolare, salvo una interruzione a inizio degli anni Trenta. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale si è assistito per due decenni a una forte crescita, che poi si è rallentata a partire dagli anni Sessanta. Non ci sono dati sulla popolazione straniera. -


93. Trapani 64.805. Città estesa, in calo demografico. All'Unità aveva 32.500 abitanti, che sono aumentati abbastanza regolarmente fino al 1961 - con un picco di 78.500 - per poi diminuire. L'agglomerato urbano include anche la popolosa frazione di Casa Santa, appartenente al comune di Erice, pertanto l'intero tessuto urbano cittadino raccoglie circa 100.000 abitanti. I cittadini stranieri nel 2012 erano 1.611, nel 2020 2.806, soprattutto rumeni. -


Edited by Gioppino Tregozzi - 19/8/2023, 15:06
 
Top
Fanciullo Orsù
view post Posted on 10/1/2012, 13:41     +1   -1




Tutto ciò fa il giro del "non senso" un numero imprecisato di volte. Si può solo andare per esempi...
...cos'è "1" ?
...in che modo, PERSINO la più precisa delle rilevazioni, dà il senso della dinamicità?
...dove finisce ciò che sparisce?
...da dove arriva ciò che "si materializza"?
...perché non fanno qualcosa di molto più sensato, tipo contare i morti nei cimiteri e i dispersi?
...perché, anziché contare i soldi spesi e il cibo consumato, non contano la quantità di escrementi e di rifiuti emessi, molto più proporzionali e molto più verificabili, non essendoci nessun interesse a farli sparire in modo definitivo? Questo metodo sarebbe utile anche in altri innumerevoli campi.

Si parla di soldi che spariscono, ma gli individui sono ancora meno tracciabili. Ma qui, è tutto "sulla fiducia"!
Tra le altre cose, ha più senso contare i granelli di sabbia o le gocce di piscio in una pozzanghera.
Le selezioni di partenza, in ogni caso, sono quelle che rendono ridicolo qualsiasi tentativo di conteggio...
 
Top
view post Posted on 25/1/2012, 00:43     +1   +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Dirty Blue Gene
Posts:
21,836
Spermatozoi:
+2,372
Location:
A Trieste, provincia di Bari. In Polonia.

Status:


CITAZIONE (Fanciullo Orsù @ 10/1/2012, 13:41) 
Tutto ciò fa il giro del "non senso" un numero imprecisato di volte. Si può solo andare per esempi...
...cos'è "1" ?
...in che modo, PERSINO la più precisa delle rilevazioni, dà il senso della dinamicità?
...dove finisce ciò che sparisce?
...da dove arriva ciò che "si materializza"?
...perché non fanno qualcosa di molto più sensato, tipo contare i morti nei cimiteri e i dispersi?
...perché, anziché contare i soldi spesi e il cibo consumato, non contano la quantità di escrementi e di rifiuti emessi, molto più proporzionali e molto più verificabili, non essendoci nessun interesse a farli sparire in modo definitivo? Questo metodo sarebbe utile anche in altri innumerevoli campi.

Si parla di soldi che spariscono, ma gli individui sono ancora meno tracciabili. Ma qui, è tutto "sulla fiducia"!
Tra le altre cose, ha più senso contare i granelli di sabbia o le gocce di piscio in una pozzanghera.
Le selezioni di partenza, in ogni caso, sono quelle che rendono ridicolo qualsiasi tentativo di conteggio...

tumblr_ly7djrBCmx1qbf5yio1_400
 
Top
Fanciullo Orsù
view post Posted on 29/1/2012, 20:20     +1   -1




 
Top
icon2  view post Posted on 5/2/2012, 10:33     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Dirty Blue Gene
Posts:
21,836
Spermatozoi:
+2,372
Location:
A Trieste, provincia di Bari. In Polonia.

Status:


Cito dal BresciaOggi:

Paspardo contro Wikipedia. «Un´offesa che non fa ridere»
Il sindaco Delia Orsignola esprime l´indignazione di tutti: «Più controlli sui contenuti del sito quella parolaccia è intollerabile»
Wikipedia, l´enciclopedia on-line più famosa del mondo, è finita nell´occhio del ciclone a Paspardo per quella parolaccia (quella che comincia con la «M») che un anonimo «guastatore» informatico ha inserito nella pagina dedicata al paese camuno, come riportato giovedì su Bresciaoggi.
IL «FATTACCIO» ha suscitato vivaci reazioni in mezza Valle Camonica, ed è così riassunto.
Alla voce «Paspardo» dell´enciclopedia, fino a qualche tempo fa si leggeva che «il paese sorge su una montagna, in una posizione dominante la Valle Camonica». E fin qui tutto bene. Ma poi qualcuno ha modificato il testo, facendolo diventare: «Il paese sorge su una montagna di merda».
È una parola che, inutile negarlo, ha da sempre una sua sfumatura comica. Da Dante Alighieri a Dario Fo, senza contare proverbi, canzoni e stornelli popolari, è ampiamente presente nella letteratura satirica per la sua capacità di suscitare facili e grevi risate.
Ma è pur sempre una parolaccia scurrile, che non fa ridere chi se la vede sbattere addosso (i paspardesi in questo caso) specialmente in un contesto, come quello di Wikipedia, che dovrebbe essere «serio».
E infatti a Paspardo sono molto, molto arrabbiati.
Il sindaco Delia Orsignola è indignata per questa «scurrile e denigratoria correzione sull´enciclopedia», della quale era venuta a conoscenza proprio giovedì da tantissimi suoi compaesani, che lo avevano appreso dal giornale.
«Non fa per niente piacere guadagnarsi addirittura la prima pagina su un quotidiano di tutto rispetto qual è Bresciaoggi, per una segnalazione di questo tipo». Poi il sindaco fa propria la rabbia di tutta l´amministrazione comunale: «È da condannare il gesto diffamatorio di chi ha inserito quelle parole denigratorie. Wikipedia, che dovrebbe essere strumento di informazione corretta e responsabile, farebbe meglio ad effettuare un maggior controllo sui propri contenuti, per non consentire a chiunque di esibirsi in esercitazioni di pessimo gusto».
IN CONCLUSIONE Delia Orsignola afferma che l´incidente, per quanto esecrabile, lascia il tempo che trova: «Paspardo e la sua montagna sono molto meglio di come veniva descritto in quel testo su internet, e non sarà una frase simile a farci cambiare idea. Visitate il nostro paese per credere».


Ridicolo al 100% :rotfl:
Si fingono scandalizzati per una modifica del cazzo e in realtà la usano per pubblicizzare il loro paesino di 500 abitanti.
Fra l'altro per evitare una "guerra diplomatica" intervengono anche i cittadini di Cimbergo, il paese affianco:

Solidarietà da Cimbergo: «Non è stato uno di noi»
In molti avranno riso, sopraffatti dall´effetto comico di quella parola nel contesto «serio» di un´enciclopedia.
Ma non hanno riso a Paspardo, e nemmeno in altri centri della Valle, dove tanta gente ha scritto a Bresciaoggi per prendere le distanze.
Una delle lettere più belle arriva da una lettrice di Cimbergo, Giuseppina Antonini. Nella sua mail, che è un condensato di amore per la montagna e di solidarietà camuna, esclude che il «blitz» su Wikipedia sia di un suo compaesano, magari per rivalità di campanile: «Al di là delle antipatie tra "cugini", ogni camuno ama le proprie montagne e non si permetterebbe mai di dire una frase così».
Si associa, da Sellero, Miriam Bressanelli: «Nessuna montagna è di merda: sono tutte bellissime! Lo sanno gli abitanti di Paspardo, di Cimbergo, di Capo di Ponte, tutti!».
Da Paspardo, Margherita Salari si lamenta per il risalto dato dal nostro giornale alla vicenda («con sarcasmo inopportuno», scrive).
Ma al tirar delle somme, la notizia c´era (se è vero che da giorni non si parla d´altro) e l´intervento di Bresciaoggi un effetto positivo l´ha avuto: la parolaccia è stata cancellata da Wikipedia, e Paspardo è ritornato «su una montagna» e basta.


Ahahahhaahhaahha! :bah:
Dato che stanno volando denunce (!!!) non scrivo cosa penso di questi strani "esseri umani" che concepiscono una goliardata come lo stupro di una figlia.
 
Top
view post Posted on 28/4/2012, 06:59     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Giovan Gastoni de' Medici
Posts:
13,419
Spermatozoi:
+1,857

Status:


Ma cosa c'entra, lagu?

CENSIMENTO. La foto del Bel Paese tracciata dall´Istat: siamo 59,5 milioni, triplicati gli stranieri e i «baraccati»
Rispetto a dieci anni fa siamo aumentati del 4,3% Al Nord il 46% dei censiti Doppio di immigrati al Sud
ROMA
Il 15esimo censimento dell´Istat ha scattato la foto più recente del Belpaese: in Italia, secondo i risultati ancora provvisori resi noti ieri, vivono poco meno di 59 milioni e mezzo di residenti; rispetto al 2001, c´è un incremento del 4,3%. Aumenta anche il numero delle famiglie, da 21.810.676 a 24.512.012. Il numero medio di componenti del nucleo passa da 2,6 a 2,4.
DONNE IN MAGGIORANZA.I cittadini sono 28.750.942 maschi e 30.713.702 femmine, in media 52 donne ogni 100 abitanti. Il 46% dei censiti vive al nord, il 19% al centro e il 35% al sud e nelle isole. Il 70% degli 8.092 Comuni ha una popolazione inferiore a 5.000 abitanti; in questi dimora abitualmente il 17% della popolazione, mentre il 23% vive nei 45 Comuni con più di 100 mila abitanti.
Gli altri dati demografici offrono il quadro di una società più eterogenea, ma anche più povera. Negli ultimi dieci anni si è triplicato il numero degli stranieri abitualmente residente in Italia: dai 1.334.889 del 2001 si è passati agli attuali 3.769.518. Gli stranieri incidono del 6,34% sulla popolazione contro il 2,34% del 2001, contribuendo, spiega l´Istat, all´incremento della popolazione totale contro la tendenziale staticità demografica italiana. Il 36% degli stranieri vive nel nordovest del Paese, ma in dieci anni è cresciuto del 192% il numero degli stranieri nell´Italia meridionale. Per quanto riguarda l´incidenza della popolazione straniera su quella complessiva, è assai più elevata nel nordovest (85,9 per mille abitanti) e nel nordest (93 per mille abitanti) che nel Mezzogiorno (23,4 per mille abitanti) e nelle isole (21,2 per mille abitanti). Brescia è la città con la maggior percentuale di popolazione straniera: il 16%.
LE CURIOSITÀ. Il Comune più popoloso è Roma con 2.612.068 residenti ed è anche il più esteso. Il meno popolato è invece Pedesina (Sondrio) con soli 30 residenti, il più piccolo Fiera di Primiero (Trento), con appena 0,2 chilometri quadrati. Il comune più densamente popolato è Portici (Napoli), mentre quello che ha aumentato di più (+220,1%) è Rognano (Pavia). Rispetto al 2001, in Italia ci sono l´11% in più di edifici, e 28.863.604 abitazioni, di cui l´83% occupate da residenti, ma quasi 3 milioni di case sono «potenzialmente» non occupate. Tuttavia, sono più che triplicate anche le famiglie che dichiarano di abitare in baracche, roulotte, tende o abitazioni simili: 71.101 contro le 23.336 del 2001. Un aumento definito dallo stesso Istat «vertiginoso». Entro fine anno saranno pubblicati i numeri sulla popolazione legale di ciascun comune per sesso, anno di nascita e cittadinanza.


 
Top
Fanciullo Orsù
view post Posted on 28/4/2012, 11:11     +1   -1




CITAZIONE (Skop's @ 28/4/2012, 07:59) 
Il comune più densamente popolato è Portici (Napoli)

CITAZIONE
Portici è tra le città al mondo con maggior densità abitativa, con oltre 12.000 abitanti per km². Da tener conto inoltre che più di un chilometro quadrato del comune è formato dal "Bosco di Portici", non abitato, e che in sostanza la popolazione è residente su meno di 3 km². Nella prima metà degli anni '80 del secolo scorso, quando la popolazione residente superava le 80.000 unità, Portici aveva una densità abitativa superiore ai 17.000 abitanti per km².

CITAZIONE
Superficie 4,52 km²

 
Top
view post Posted on 17/6/2012, 17:53     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Giovan Gastoni de' Medici
Posts:
13,419
Spermatozoi:
+1,857

Status:


Dato è che da 3 volte che perdo ore a modificare l'op rendendolo più completo ma in un modo o nell'altro perso le modifiche, incollo qua la statistica grezza senza analisi, e vaffanculo!

1. Roma 2.783.300
2. Milano 1.342.338
3. Napoli 957.838
4. Torino 906.057
5. Palermo 654.211
6. Genova 607.280
7. Bologna 382.635
8. Firenze 373.077
9. Bari 319.442
10. Catania 291.376
11. Venezia 270.755
12. Verona 264.245
13. Messina 241.505
14. Padova 214.062
15. Trieste 205.273
16. Brescia 194.376
17. Taranto 190.372
18. Parma 188.764
19. Prato 188.691
20. Reggio di Calabria 186.417
21. Modena 185.706
22. Reggio nell'Emilia 171.479
23. Perugia 169.290
24. Livorno 161.162
25. Ravenna 159.687
26. Cagliari 156.033
27. Foggia 152.261
28. Rimini 144.519
29. Salerno 138.653
30. Ferrara 135.487
31. Sassari 130.588
32. Siracusa 123.470
33. Monza 122.986
34. Pescara 122.974
35. Bergamo 120.133
36. Latina 120.000
37. Forlì 118.882
38. Giugliano in Campania (NA) 118.821
39. Trento 117.070
40. Vicenza 115.445
41. Terni 113.444
42. Novara 105.247
43. Bolzano 104.835
44. Piacenza 103.813
45. Ancona 102.906
46. Arezzo 100.634
47. Andria 100.361
48. Udine 99.946
49. Cesena 97.242
50. Lecce 95.746
51. La Spezia 95.266
52. Alessandria 95.157
53. Pesaro 95.153
54. Barletta 94.867
55. Catanzaro 92.986
56. Pistoia 90.282
57. Brindisi 89.760
58. Pisa 87.946
59. Torre del Greco (NA) 86.884
60. Como 85.993
61. Lucca 85.391
62. Guidonia Montecelio (RM) 84.759
63. Pozzuoli (NA) 83.554
64. Treviso 83.484
65. Marsala (TP) 82.962
66. Grosseto (GR) 82.399
67. Busto Arsizio (VA) 82.010
68. Sesto San Giovanni (MI) 81.841
69. Varese 81.530
70. Casoria (NA) 79.447
71. Caserta 78.733
72. Gela (CL) 77.307
73. Asti 76.761
74. Cinisello Balsamo (MI) 74.586
75. Ragusa 73.999
76. Fiumicino (RM) 72.997
77. L'Aquila 72.350
78. Cremona 72.108
79. Quartu Sant'Elena (CA) 71.882
80. Lamezia Terme (CZ) 71.324
81. Aprilia (LT) 71.287
82. Pavia 71.207
83. Massa 71.080
84. Trapani 70.406
85. Cosenza 69.955
86. Carpi (MO) 69.875
87. Altamura (BA) 69.858
88. Imola (BO) 69.262
89. Potenza 68.288
90. Carrara 65.332
91. Viareggio (LU) 64.685
92. Fano (PU) 64.447
91. Castellammare di Stabia (NA) 64.387
94. Viterbo 64.290
95. Vigevano (PV) 64.109
96. Afragola (NA) 63.675
97. Vittoria (RG) 63.599
98. Savona 62.332
99. Benevento 62.035
100. Pomezia (RM) 61.938
101. Crotone 61.935
102. Matera 61.065
103. Molfetta (BA) 60.257
104. Caltanissetta 60.149
105. Legnano (MI) 59.582
106. Marano di Napoli (NA) 59.559
107. Cerignola (FG) 59.284
108. Agrigento 59.130
109. Moncalieri (TO) 58.570
110. Faenza (RA) 58.509
111. Foligno (PG) 58.266
112. Manfredonia (FG) 57.380
113. Sanremo (IM) 56.950
114. Olbia 56.870
115. Acerra (NA) 56.725
116. Tivoli (RM) 56.700
117. Bagheria (PA) 56.590
118. Bitonto (BA) 56.450
119. Avellino 56.242
120. Anzio (RM) 55.925
121. Cuneo 55.900
122. Modica (RG) 55.350
123. San Severo (FG) 55.264
124. Teramo 54.890
125. Bisceglie (BT) 54.865
126. Siena 54.646
127. Ercolano (NA) 54.390
128. Trani 53.988
129. Velletri (RM) 53.750
130. Chieti 53.653
131. Civitavecchia (RM) 53.397
132. Portici (NA) 53.396
133. Cava de' Tirreni (SA) 53.373
134. Rovigo 53.231
135. Acireale (CT) 53.205
136. Montesilvano (PE) 52.286
137. Gallarate (VA) 51.980
138. Pordenone 51.785
139. Aversa (CE) 51.769
140. Mazara del Vallo (TP) 51.405
141. Battipaglia (SA) 51.111
142. Rho (MI) 50.984
143. Campobasso 50.969
144. Scafati (SA) 50.845
145. Ascoli Piceno 50.812
146. Chioggia (VE) 50.577
147. Scandicci (FI) 50.562
148. Casalnuovo di Napoli (NA) 50.558
149. Collegno (TO) 50.095
150. Misterbianco (CT) 49.851
151. Martina Franca (TA) 49.810
152. Rivoli (TO) 49.675
153. Paternò (CT) 49.638
153. Monopoli (BA) 49.638
155. Nichelino (TO) 48.875
156. Mantova 48.769
157. Lecco 48.354
158. Corato (BA) 48.270
159. San Benedetto del Tronto (AP) 48.250
160. Empoli (FI) 48.070
161. Frosinone 47.935
162. Settimo Torinese (TO) 47.894
163. Cologno Monzese (MI) 47.850
164. Sesto Fiorentino (FI) 47.835
165. Rieti 47.829
166. Paderno Dugnano (MI) 47.750
167. Nettuno (RM) 47.650
168. San Giorgio a Cremano (NA) 47.073
169. Vercelli 47.010
170. Capannori (LU) 46.400
171. Alcamo (TP) 45.890
172. Nocera Inferiore (SA) 45.800
173. Biella 45.647
174. Senigallia (AN) 45.312
175. Terracina (LT) 44.541
176. Cascina (PI) 44.470
177. Lodi 44.423
178. Gravina in Puglia (BA) 44.365
179. Campi Bisenzio (FI) 44.359
180. Seregno (MB) 43.742
181. Torre Annunziata (NA) 43.660
182. Bassano del Grappa (VI) 43.601
183. Ardea (RM) 43.530
184. Lissone (MB) 43.320
185. Macerata 43.030
186. Imperia 42.876
187. Avezzano (AQ) 42.348
188. Barcellona Pozzo di Gotto (ME) 42.120
189. San Donà di Piave (VE) 42.100
190. Rozzano (MI) 41.529
191. Ladispoli (RM) 41.425
192. Sassuolo (MO) 41.225
193. Sciacca (AG) 41.185
194. Alghero (SS) 41.107
195. Desio (MB) 41.071
196. Civitanova Marche (MC) 40.921
197. Albano Laziale (RM) 40.850
198. Vasto (CH) 40.740
199. Marino (RM) 40.690
200. Jesi (AN) 40.640
201. Città di Castello (PG) 40.633
202. Corigliano Calabro (CS) 40.620
203. Marcianise (CE) 40.610
204. Quarto (NA) 40.590
205. Monterotondo (RM) 40.250
206. Pomigliano d’Arco (NA) 40.115
207. Maddaloni (CE) 40.090
208. Voghera (PV) 39.975
209. Spoleto (PG) 39.712
210. Cantù (CO) 39.706
211. Schio (VI) 39.591
212. Caltagirone (CT) 39.536
213. Saronno (VA) 39.306
214. Mira (VE) 39.047
215. Licata (AG) 39.000
216. Modugno (BA) 38.985
217. Rossano (CS) 38.747
218. Merano (BZ) 38.723
219. Ciampino (RM) 38.673
220. Eboli (SA) 38.652
221. Rovereto (TN) 38.477
222. Monreale (PA) 38.398
223. Fondi (LT) 38.221
224. Fermo 37.969
225. Grugliasco (TO) 37.810
226. Formia (LT) 37.598
227. Cesano Maderno (MB) 37.587
228. San Giuliano Milanese (MI) 37.307
229. Pioltello (MI) 36.824
230. Adrano (CT) 36.775
231. Francavilla Fontana (BR) 36.570
232. Belluno 36.567
233. Carini (PA) 36.541
234. Cerveteri (RM) 36.429
235. Bollate (MI) 36.427
136. Chieri (TO) 36.285
237. Pinerolo (TO) 36.251
238. Nuoro 36.241
239. Lanciano (CH) 36.171
240. Pagani (SA) 36.029
241. Casale Monferrato (AL) 35.902
242. Gorizia 35.803
243. Rende (CS) 35.779
244. Casalecchio di Reno (BO) 36.113
245. Cento (FE) 35.729
246. Cisterna di Latina (LT) 35.719
247. Riccione (RN) 35.681
248. Conegliano (TV) 35.607
249. Limbiate (MB) 35.366
250. Somma Vesuviana (NA) 35.250
251. Canicattì (AG) 35.168
252. Piombino (LI) 35.073
253. Aosta 35.024
254. Venaria Reale (TO) 34.855
255. Corsico (MI) 34.660
256. Augusta (SR) 34.582
257. Segrate (MI) 34.549
258. Lucera (FG) 34.438
259. Crema (CR) 34.253
260. Osimo (AN) 34.062
261. Formigine (MO) 33.938
262. Vibo Valentia (VV) 33.816
263. Favara (AG) 33.811
264. Castelfranco Veneto (TV) 33.757
265. Santa Maria Capua Vetere (CE) 33.704
266. Brugherio (MB) 33.475
267. Cassino (FR) 33.206
268. Villafranca di Verona (VR) 33.170
269. Termoli (CB) 33.080
270. Gubbio (PG) 32.960
271. Lugo (RA) 32.839
272. San Donato Milanese (MI) 32.828
273. Grottaglie (TA) 32.804
274. Nola (NA) 32.798
275. Camaiore (LU) 32.659
276. Massafra (TA) 32.626
277. Milazzo (ME) 32.505
278. Rosignano Marittimo (LI) 32.502
279. Angri (SA) 32.416
280. Ostuni (BR) 32.279
281. Abbiategrasso (MI) 32.172
282. Castelfranco Emilia (MO) 32.092
283. Fabriano (AN) 32.035
284. Nardò (LE) 32.000
285. Oristano 31.901
286. Partinico (PA) 31.899
287. Avola (SR) 31.816
288. Manduria (TA) 31.811
289. San Giuliano Terme (PI) 31.782
290. Cernusco sul Naviglio (MI) 31.550
291. Alba (CN) 31.518
292. San Lazzaro di Savena (BO) 31.506
293. Sarno (SA) 31.457
294. Verbania 31.321
295. Montebelluna (TV) 31.300
296. Canosa di Puglia (BT) 31.121
297. Rapallo (GE) 30.810
298. Castelvetrano (TP) 30.700
299. Comiso (RG) 30.546
 
Top
view post Posted on 17/6/2012, 17:57     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
I Metalmeccanici della Fonderia
Posts:
12,868
Spermatozoi:
+2,032
Location:
Corea di Huntington

Status:


CITAZIONE (Skop's @ 17/6/2012, 18:53) 
Dato è che da 3 volte che perdo ore a modificare l'op rendendolo più completo ma in un modo o nell'altro perso le modifiche

Ora sai.
 
Punto di contacto  Top
view post Posted on 16/7/2012, 23:18     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Dirty Blue Gene
Posts:
21,836
Spermatozoi:
+2,372
Location:
A Trieste, provincia di Bari. In Polonia.

Status:


CITAZIONE (Fanciullo Orsù @ 28/4/2012, 12:11) 
CITAZIONE (Skop's @ 28/4/2012, 07:59) 
Il comune più densamente popolato è Portici (Napoli)

CITAZIONE
Portici è tra le città al mondo con maggior densità abitativa, con oltre 12.000 abitanti per km². Da tener conto inoltre che più di un chilometro quadrato del comune è formato dal "Bosco di Portici", non abitato, e che in sostanza la popolazione è residente su meno di 3 km². Nella prima metà degli anni '80 del secolo scorso, quando la popolazione residente superava le 80.000 unità, Portici aveva una densità abitativa superiore ai 17.000 abitanti per km².

CITAZIONE
Superficie 4,52 km²

http://it.wikipedia.org/wiki/Saint-Josse-ten-Noode Densità 20 864,04 ab./km²
Altro è questo: http://it.wikipedia.org/wiki/Emperador Densità 19 533,33 ab./km² Mi chiedo che senso abbia fare comuni così piccoli.
Guardalo su google maps... è terribile, c'è la fine della ferrovia (e mi immagino quelle aree schifose piene di binari morti e macchinari) e palazzi.

Si noti invece la superficie di questo: http://it.wikipedia.org/wiki/Inari_(Finlandia) e di questo http://it.wikipedia.org/wiki/Kiruna_(comune)
Senza considerare il genocidio di comuni finlandesi, passati da 602 nel 1937 a 337 nel 2011.
 
Top
view post Posted on 8/11/2013, 21:59     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Giovan Gastoni de' Medici
Posts:
13,419
Spermatozoi:
+1,857

Status:


Molto interessante, un lavoro sull'invecchiamento in Abruzzo, che ha come obiettivo stimolare Matteo Publius Lanarus a rimanere a volare sui teli a Scafa, aiutando Muc nella restaurazione dei maggiolini.
www.cresa.it/pubblicazioni/popolazione/cap_2.pdf
 
Top
view post Posted on 5/9/2014, 23:11     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Dirty Blue Gene
Posts:
21,836
Spermatozoi:
+2,372
Location:
A Trieste, provincia di Bari. In Polonia.

Status:


CITAZIONE (Skop's @ 7/1/2012, 12:37) 
2. Milano 1.318.578. In ascesa dopo un brusco calo, [...] La popolazione straniera residente nel 2011 è di 176.303, persone, pari al 14,2% di tutti i residenti; nel 2013 erano 264.238 persone pari al 19,5% della popolazione. Da non sottovalutare la presenza di clandestini, circa 50.000, che porterebbe la percentuale vicino al 23,2%: si presume che entro il 2015 la popolazione straniera in città sarà salita al 25%. ++

 
Top
view post Posted on 11/8/2018, 22:16     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Giovan Gastoni de' Medici
Posts:
13,419
Spermatozoi:
+1,857

Status:


Aggiornati con i dati di fine 2017; aggiunte nuove città.
 
Top
view post Posted on 26/7/2020, 12:49     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
Dirty Blue Gene
Posts:
21,836
Spermatozoi:
+2,372
Location:
A Trieste, provincia di Bari. In Polonia.

Status:


Sto pian piano aggiornando con i dati del 2019, è un lavoraccio infinito :)
 
Top
view post Posted on 28/7/2020, 17:02     +1   -1
Avatar

Dragaster Excuriam

Group:
OCD farming & bio-rape
Posts:
40,189
Spermatozoi:
-24

Status:


Il dato di Roma e' una stronzata assoluta.
C'e' dentro di tutto: da Ostia, Trigoria, Acilia... quelli dentro al raccordo anulare sono un milione in meno.
Piu' o meno come Milano.
 
Top
81 replies since 7/1/2012, 11:37   3130 views
  Share