CITAZIONE (Cough Ferati @ 27/8/2014, 17:14)
CITAZIONE
Mai di lavarse non ebbe diletto
A me fa più ridere il "Gli occhi avea rossi, con batter veloce", perché individua proprio il fanatismo di questo saracino. Fra l'altro io ricordavo un'altra frase che parlava dei suoi occhi pulsanti e bramanti dal desiderio, e io me lo immaginavo troppo bene, perché era uguale a me d'estate. Può essere successo che:
1) La frase esista davvero e sia scritta in un altro punto.
2) Leggendo il testo me la sia immaginata io, parafrasando in quel modo (forse anche erroneo) il testo.
3) L'aveva detta il professore a lezione nel monografico per parafrasare il testo e mi è rimasta impressa.
Peraltro ti citai anche quella demenziale di Cassio da Narni. Negli appunti (riassunti di un saggio che ho letto) ho scritto:
"Inoltre Ruggiero viene ingoiato da una balena, cosa molto inverosimile. Questo viene anche ripreso da Cassio da Narni, poeta ferrarese, nel 1521 [in nota: Questo era davvero un mito: abitava vicino a Boiardo e si professava suo discepolo, ma estremizzava in modo quasi grottesco ciò che scriveva Boiardo. Era un dilettante spigliato e burlone]; egli cita l’episodio e dice che è assurdo, ma anche Omero fece parlare una nave: se l’avesse scritto prima Ariosto, non ci sarebbe stato bisogno di giustificarsi. Tuttavia pare strano che Ariosto copiasse le invenzioni di quel tale [in nota: Anche perché scrivevano per lo stesso pubblico, negli stessi anni. Inoltre scriveva cose come Rinaldo che viene trasformato in donna e partorisce due gemelli, poi viene ucciso da uno di essi e l’altro scende all’inferno a liberarlo ma lui impazzisce ed uccide i genitori, eccetera; insomma, cose che avrebbero rivoltato Ariosto. Scrive anche che è Orlando a guidare l’assassinio. Poi trova una cinquantenne truccata e la picchia, pretesto per fare del moralismo verso le vecchie che si truccano da giovani; poi violenta una ragazza legata, eccetera], quindi in realtà, secondo Dionisotti, l’inventò Ariosto.
Un mito
CITAZIONE (Ferraù @ 27/8/2014, 20:15)
In verità il motivo per cui scelsi questo nickname era perchè avevo iniziato a leggere l'Orlando Furioiso per l'estetica dei versi. Però ben presto mi sono bloccato perchè dimenticavo subito i personaggi e a che punto erano arrivati nella storia, indice di scarsa volontà nel proseguire. L'unico che mi ricordavo era Ferraù, ma questo perchè alle medie facemmo un analisi del testo di uno dei primi capitoli.
Come ho commentato con Ferati alla stazione di Pescara, il brutto di questi cantari in ottave è che venivano scritti dall'autore per la corte: l'autore era un cortigiano e, bravo o non bravo, aveva l'obiettivo di guadagnarsi la pagnotta scrivendo. Le opere che azzeccava in genere non erano le poesie colte, perché quelle pochi potevano capirle, ma questi cantari abbastanza comici e pieni di quei valori cavallereschi di cui si fregiava l'oziosa classe aristocratica tardo-rinascimentale ("Le donne e i cavalieri, le armi e gli amori"). Così qualcuno li declamava e la corte, compresi i principi, si dilettava. Quindi l'autore aveva tutto l'interesse di tirarla per le lunghe.
Possiamo pertanto dire che i cantari in ottava hanno questi pregi: sono leggeri, divertenti e facili da leggere (perché non usano parole della poesia lirica, o poche ma con fine ironico).
I difetti: sono sempre il solito minestrone, non hanno una vera e propria trama e vi è una confusione di personaggi, che entrano/escono/etc (per loro era facile riconoscerli perché erano presenti nell'immaginario, infatti i personaggi son sempre quelli in tutte le opere di questo tipo... è come se noi scrivessimo un cantare con personaggi come l'uomo ragno, superman, Bob Marley, Elton John, lady Diana, etc: tutti noi riusciremmo a non confondere il personaggio di Homer Simpson anche se esce di scena per tre canti; ma fra 800 anni genererebbe confusione, perché lui non farà più parte dell'immaginario).
Linko lo specchietto dell'
Innamoramento de Orlando:
I personaggi dell’opera sono:
• Orlando: è chiamato con molti sinonimi provenienti dalle varie precedenti leggende, tra cui senatore di Roma; inoltre era guercio. Rimane ammaliato da Angelica.
• Carlo Magno.
• Gradasso: re saraceno che vuole far guerra a Carlo Magno.
• Angelica: figlia di Galafrone, bellissima principessa saracena. Cerca di dividere la corte di Carlo Magno sfruttando il suo fascino. Tutti i paladini si innamorano di lei. La principessa saracena in grado di fare magie era un
topos sia dei romanzi carolingi che degli arturiani, solo che era solitamente lei ad innamorarsi dei cavalieri cristiani.
• Malagige: mago di corte e cugino di Rinaldo, rassomiglia a Merlino della tradizione arturiana. Non si lascia irretire da Angelica e cerca di sconfiggerla evocando diavoli, ma viene fatto prigioniero.
• Rinaldo: valoroso ma povero guerriero, è un eroe spavaldo ed irrequieto.
• Astolfo: eroe simpatico e cortese; debole ma piacente.
• Argalia (Uberto): fratello di Angelica, è dotato di un’armatura e una lancia incantata. Viene ucciso da Ferraguto e la sua lancia è raccolta da Astolfo.
• Ferraguto: cavaliere saraceno dall’armatura fatata, meno che nella pancia.
• Gano di Maganza: traditore a Roncisvalle, è subdolo.
• Rugiero: eroe saraceno convertito, dà origine agli Estensi.
• Mandricardo: fortunato eroe saraceno, esprime continuità letteraria con l’epica classica.
• Brunello: furbo e piccolo ladro saraceno.
• Fate: esseri antropomorfi che reggono il destino degli uomini e vivono in luoghi lacustri in cui non scorre il tempo. Si riallacciano alla letteratura francese ed inglese.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 27/8/2014, 20:57)
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