CITAZIONE (lagunaloire @ 11/6/2015, 20:44)
Ma sai che effettivamente sembrano le loro speculazioni filosofiche? Ma poi perché cazzo critichi se poi gli metti il mi piace, ma te sei proprio rintronato, perdonami se ti muovo questa obiezione
non ho bisogno che il mondo sia d'accordo con me, per apprezzarlo. La diversità è il fondamento dell'esistenza, è la legge della complementarietà.
Raramente frequento persone con le mie idee, persino coi miei stessi gusti. Io non sono la legge del mondo ed in alcuni casi riesco persino a prendere le distanze dai miei gusti personali, non esserne completamente coinvolto. Alcune cose posso dire "mi piacciono" semplicemente perché vi sono abituato, mi accorgo. Inoltre, ho spesso notato come sia estremamente utile prendere spunto da ciò che non si condivide, anziché allontarsene o pretendere che esso cambi (o restare offesi da questa discrepanza, infantilmente). E' una cosa che mi ha permesso spesso di "trasformare" della materia creativa informe in me, e che non avrei mai potuto farlo col solo materiale in mio possesso, dando ulteriore utilità a tutto ciò che è diverso da me e dai miei gusti.
Secondariamente, a me non è mai la cosa che "meno mi piace" a restarmi di una situazione, al punto da condizionarmi nel giudizio anche degli altri elementi. E' un video esotico, per esempio, che è lo spezzone di un film che vidi anni fa; è un'ambientazione che mi comunica un'atmosfera molto suggestiva, a prescindere dai dialoghi messi in bocca ai personaggi dagli sceneggiatori.
In genere, sottolineo i lati negativi delle cose proprio per lo stesso motivo, perché il dialogo è lo strumento migliore per esprimere le critiche, quando si è in compagnia.
CITAZIONE (lagunaloire @ 11/6/2015, 20:44)
CITAZIONE (Ferraù @ 7/6/2015, 23:12)
Cavolo, io sono scemo però sono pieno di dubbi e di dolore come il saggio. Ho amato il denaro e sono povero, ho amato le donne e sono tradito, non amo il vino (tranne il Gattinara dei matrimoni abruzzesi) e infatti non ho libertà.
un'altra cosa che ho sottovalutato: nel linguaggio tradizionale degli orientali, a volte si dice intendendo altro,
oppure si parla per parabole, dicendo cose anche palesemente inesatte, per suscitare (anziché una mera reazione di rifiuto),
riflessioni più profonde, oppure aspetti imprevedibili con un modo di ragionare normale.
Il "saggio" e lo "scemo", in alcune storielle tradizionali, servono proprio a questo compito. E spesso le due cose coincidono,
ovvero uno per intraprendere la via della "saggezza" deve essere considerato scemo da tutti gli altri (oppure, se si credeva saggio,
capire che invece sia uno scemo); viceversa, per diventare un vero scemo, uno deve essere considerato saggio da tutti gli altri.