Eh sì, dovrei scrivere altre cose che ho pensato, solo che le penso mentre cammino (cammino molto, non ho il passe della metro) e poi me le dimentico e quel poco tempo libero che ho lo uso a spiare su facebrutt le foto delle bagascione con gli occhi fuori dalle orbite.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 14/5/2014, 04:07)
più cose scopro dell'islanda più mi attira, se la tua esperienza è regola quando ci andrò ne sarò devastato.
Ma tu sei nichilista per tua natura, quindi non ti frega un cazzo, e gli tagli anche il cetriolo!
CITAZIONE (Cough Ferati @ 14/5/2014, 04:07)
stavo appunto per citarlo
ma quindi questo significa che lo spagnolo è più evoluto? cioè, non so cosa significa esattamente questa cosa, da che si distingue. l'italiano è più simile al latino dello spagnolo?
Ecco un'altra cosa che volevo/dovevo dire. Questa peraltro non è un mio pensiero, ma una cosa vera che cerco di collazionare con altre info che ho.
Che lo spagnolo sia più evoluto dell'italiano è una certezza. Evoluto non significa certo "migliore", ma semplicemente che si è evoluto di più dal latino, che è andato avanti. Ci sono due motivazioni:
- Geografica: logico che Roma e i territori più vicino abbiano resistito di più al crollo della civiltà romana. Se in Iberia le cose son crollate subito, a Roma c'è stata una certa continuità data anche dalla Chiesa. Per questo il volgare toscano, romano, siciliano etc è venuto molto dopo rispetto ai volgari delle altre zone. Questa è proprio una cosa naturalissima, mera questione geografica.
- Linguistica: l'italiano è più vicino al latino anche perché è una lingua artificiale. E' nata dal volgare fiorentino delle Tre Corone (Dante, Petrarca, Boccaccio) assieme al volgare romano (molto diverso dal dialetto attuale, nato nelle corti papali dai moltissimi papi toscani che instaurarono corti toscano-bolognesi;adesso il volgare romano è sparito ma rimangono alcuni sostrati nell'attuale dialetto romano, che fra l'altro sono le cose che preferisco del romano, cioè il rotacismo della l in r, la contrazione della prima persona dei verbi irregolari, etc; ultime vestigia del volgare romano si trovano nella Cronica dell'Anonimo Romano, che fra l'altro è bellissima e di un realismo disarmante e anche grottesco, e mi è dispiaciuto non avere avuto tempo di leggerla tutta, lingua coloritissima) e, non meno importante, al milanese di Alessandro Manzoni dopo la Quarantana (l'edizione dei Promessi Sposi del 1840 dove riscrive togliendo lombardismi, francesismi e toscanismi, insomma tutti gli idiotismi in modo di creare una lingua piana che comunque ha molte valenze settentrionali). E' quindi una lingua artificiale, non è come il portoghese che si è evoluto naturalmente dal latino (naturalmente nel senso di "in modo naturale"). Non meno importante, anzi fondamentale e precedente a ciò che ho scritto poco fa, il 1) Periodo Umanista, dove essi, riscoprendo i classici, coniavano parole prendendole direttamente dal latino, che magari si erano già evolute dal latino in modo irreversibile, e 2) il periodo della nascita dell'italiano, cioè quando si è staccato dal volgare (Prose della volgar lingua, Pietro Bembo, 1525)
, perché tutti, anche gli scienzati (come farà Galileo) recuperarono moltissimi termini dal latino e dal greco. Possiamo chiederci se anche le altre lingue neolatine (e non) abbiano fatto lo stesso nel periodo umanista, e la risposta è sì, ma NON con la stessa forza degli italiani, che dovevano appunto crearsi una lingua e legittimarsi come eredi degli antichi (poi fra l'altro noi abbiamo avuto un periodo umanista che è durato dal Basso Medioevo al Barocco, loro hanno avuto un secolo e mezzo a dir tanto).
Quindi sì, l'italiano è di gran lunga la lingua meno evoluta dal latino e, mentre i dialetti si continuano a evolvere, l'italiano è rimasto fortunatamente quasi statico, stanno solo sparendo i dittonghi, cosa che mi vede favorevole. Lo spagnolo è più evoluto dell'italiano, il portoghese ancora di più, il francese è un caso a parte perché nello scritto non è molto evoluto ma nel parlato l'han totalmente gallicizzato-anglicizzato (è anche per questo che riesco a leggere il francese ma non lo riesco a capire e a parlare). Il rumeno è un caso strano perché ha conservato alcune cose latinissime perse dalle altre lingue (le declinazioni e gli articoli che derivano da
ipsum, come peraltro la lingua sarda) ma si è molto slavizzato. E poi comunque non lo conosco tanto da giudicare, peraltro una lingua che usa per verbo amare
dragosteia non mi attira molto.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 14/5/2014, 04:07)
Vero, sono adattabilissimi alla nostra, la imparano in pochissimo mentre altri di altre provenienze parlano male anche dopo anni. Tra l'altro, un mio amico e compagno di scuola diceva che il rumeno ha una cadenza quasi siciliana.
A me pare proprio che non abbia cadenza, in quanto non hanno un accento distintivo né quando parlano l'italiano né quando parlano il portoghese. Proprio la loro mancanza di accento li rende così versatili.
CITAZIONE (Cough Ferati @ 14/5/2014, 04:07)
Però non saprei dirti quanta importanza ha nella padronanza della lingua la differenza tra accento chiuso e aperto; io stesso non te la saprei spiegare né farti degli esempi di dove va usata l'una o l'altra, e faccio anche confusione tra i due di continuo.
Beh, ma che non le sai o che fai confusione (come tutti gli italiani tranne chi ha studiato dizione o fatto corsi per diventare giornalista/annunciatore/speaker/attore) è una cosa, che non le usi è un'altra. Loro
non le usano, solo 5, quindi non riescono a percepirle, se tu parli in italiano in modo normale non percepiscono le e, a meno che tu non le pronunci tutte è. Anche per questo dicono sempre "Gratzi", "grazi" per
grazie, perché non sentono la e, fanno una fatica allucinante, e questa è solo una atona, figurati la tonica. Un portoghese del corso mi legge sempre
fère per "fare", che pare Stanlio&Ollio.
Questo ti rende anche l'idea del macello con le doppie.
CITAZIONE (Simon Peter @ 19/5/2014, 12:10)
Non sono peregrine, ma si riferiscono ad un preciso ambito,
quello dell'analisi linguistica.
Ovvero di ciò che stiamo parlando, amigo
CITAZIONE (Simon Peter @ 19/5/2014, 12:10)
Ora, la lingua è diverse cose:
- è uno strumento di comunicazione ed interazione,
che si pone come ideale ponte fra due o più persone
- è uno strumento di formazione, che si pone come attaccapanni
a cui attaccare, alla giusta posizione, la percezione sensoriale corrispondente
- è uno strumento di per sè, un oggetto che si può tentare di mettere a fianco
con altri strumenti (altre lingue) e scoprirne eventualmente affinità, divergenze e ibridature
- è uno strumento organico legato alla produzione di suoni e vibrazioni
e altre cose ancora.
Questa è linguistica e filosofia del linguaggio. Può essere interessante parlarne, per me no perché non mi interessa e ho odiato l'esame di linguistica, mentre ho apprezzato quelli di filologia e amato quello di Storia della Lingua Italiana (da cui ho tratto l'80% delle informazioni che ho scritto).
Il mio punto di vista, come quello della mutua intelligibilità, si basa esclusivamente sull'analisi linguistica e sulla storia delle lingue, non sulla lingua come mezzo di produzione di vibrazioni o di percezioni sensoriali.
CITAZIONE (Simon Peter @ 19/5/2014, 12:10)
- Fabrizio ha facilità mentali con lo spagnolo, ma emotivamente gli è difficile, vocalmente gli è ancora più arduo ma ha molta energia fisica e questo perché la sua sessualità viene risvegliata dalla lingua spagnola e dalle connessioni mentali che dal pensiero di essa vengono attivate e questo risveglia anche energie fisiche che annichiliscono la sua pigrizia e, vinta la paura di "non essere bravo abbastanza", lo spingono a tentare modi o informarsi su come vincere le sue carenze fonetiche (ha un labbro leporino); poi succede che gli viene offerto un lavoro in Francia, e Fabrizio a malincuore ci va ma promettendo a se stesso che in futuro studierà lo spagnolo.
Il suo ego conscio dimenticherà questa promessa o per meglio dire, ne dimenticherà la purezza e la corromperà di pensieri ulteriori, aspettative e ideali; il suo inconscio invece manterrà il ricordo cristallino della promessa e sarà sempre, nel futuro, una lotta del suo inconscio per emergere, che lo porterà a frequentare una suora psicologa che da anni, in maniera insospettabile, spinge le persone al suicidio.
Fabrizio tenterà il suicidio ma nel farlo, pugnalerà una donna incinta che tentava di salvarlo. La donna morirà dando alla luce un bambino negro.
Fabrizio imparerà lo spagnolo in carcere, mentre lo prenderà nel culo da un domatore di leoni, un argentino: sarà quindi uno spagnolo diverso da quello che anticamente lo terrorizzava, e in parte più facile, in altre più facile da inserire in una mente molto "antropizzata", ma lo legherà per sempre allo stupro subito in carcere e lo userà, in futuro, solo per sgridare suo padre.
Quando uscirà dal carcere gli daranno immediatamente un lavoro in una libreria e, molti anni dopo, un uomo negro gli porterà un fegato molto puzzolente, in putrefazione.
"Per anni l'ha tenuto in freezer la mia sorellastra", sussurrò in italiano il negro, "quando finalmente ho accettato di scoparla, me lo ha donato dicendomi che era il fegato di mia madre, e che in esso c'era il coraggio che serviva per fermare un suicida del cazzo come te", dopodiché al libraio viene duro e dice:"poiché tu hai accettato di unirti interrazialmente con la tua sorellastra, io accetto di mangiare il fegato di quella donna che si unì al patrigno africano della tua sorella-amante" e nell'atto di mangiare quel pasto abominevole, Fabrizio si risveglia dall'ipnosi in cui la suora lo aveva indotto:"ora sei pronto a morire di tua volontà alle tue paure?", "clafo que fì, hermana; pero, por favor puedo bibir? tengo la garganta fieca"
Questa storiella è già più interessante, chiaro che ci sono molti elementi per apprendere una lingua, però ciò non spiegail fenomeno della mutua intelligibilità, ma solo casi specifici. Ovvero, può spiegare perché io apprenderei il francese più arduamente del portoghese e con un dispendio di energie superiori (perché del francese non mi interessa molto e soprattutto mi sentirei idiota a sentirmi parlare bene in quella lingua), ma non spiega perché gli italiani che non studiano lo spagnolo riescono comunque a capire un tot e gli spagnoli che non studiano l'italiano capiscono molto meno.
Poi magari esistono spagnoli che hanno le affinità sessuali con l'italiano e quelle robe psicotiche che hai scritto, ma la regola, che puoi verificare praticamente subito, iscriviti a Badoo con un profilo italiano e contatta spagnoli parlando in italiano e iscriviti con un profilo spagnolo parlando spagnolo a italiani. Gli italiani capiranno molto di più degli spagnoli, e non perché lo spagnolo sia più sdoganato, dato che lo stesso accade coi portoghesi (che però tendono a capire di più dato che hanno la distinzione tra b e v, usano la f dove invece lo spagnolo ha solo h, hanno più doppie, hanno suoni consonantici talvolta più simili all'italiano rispetto alle varie zeppole spagnole).
CITAZIONE (Cough Ferati @ 19/5/2014, 19:02)
Magari! invece è solo logico, ed è pieno di apologisti di questo abominio.
Già, razionale farebbe davvero paura.
CITAZIONE (Gion Chalis @ 25/5/2014, 07:54)
Topiz eccezionale.
Il mio contributo netto sarà equivalente a zero, ma l'argomento è interessante.
Dài, Skòp, skrif årgøtå.
Ma come, tu hai girato il mondo, avrai molte cose da dire.