| Gli steward sono entrati in funzione con l'approvazione del decreto ministeriale dell'8 agosto 2007 che rientra nel raggio di applicazione del decreto anti-violenza, il cui iter è partito all'indomani della morte dell'ispettore Filippo Raciti.
Il decreto distingue gli steward dai capi steward, che devono coordinare e gestire squadre composte da venti unità e possono essere dotati di un'arma, dal momento che il loro ruolo è equiparato a quello delle guardie giurate. Gli steward devono essere immediatamente riconoscibili e il decreto stabilisce con precisione anche il loro abbigliamento, che consiste in un giubbotto giallo o arancione a bande luminescenti sul quale deve essere apposta la scritta "steward" e il numero di matricola.
Le società hanno il compito di controllare che i loro steward non abbiano precedenti penali e devono occuparsi della loro formazione e selezione. Il raggio d'azione degli steward è molto ampio: il loro lavoro comincia già prima dell'apertura dei cancelli con delle ispezioni preventive, per proseguire con il pre-filtraggio e filtraggio degli spettatori con il controllo dei biglietti nominali, nonché di oggetti e striscioni vietati. All'interno dello stadio, invece, gli steward devono impedire che gli spettatori superino le recinzioni per spostarsi in altri settori dello stadio e vigilare su qualsiasi episodio di violenza. In caso di infrazioni, gli steward potranno raccogliere le generalità del tifoso indisciplinato e segnalarle ai pubblici ufficiali presenti nello stadio.
Il decreto stabilisce anche che le società emanino dei bandi per la formazione e la selezione del personale da utilizzare all'interno del proprio impianto sportivo. I requisiti fondamentali per gli aspiranti steward sono:
- età compresa tra i 18 e i 55 anni;
- capacità di espressione visiva e prestanza fisica adeguata;
- diploma scuola media superiore;
- conoscenza di una lingua straniera, preferibilmente inglese, parzialmente obbligatoria per le competizioni internazionali per il delegato alla sicurezza e il coordinatore;
- assenza di misure interdittive di accesso agli stadi;
- conoscenza di tecniche di individuazione di soggetti sospetti e di lettura del sistema di controllo della sicurezza.
La società sportiva sottopone i candidati alle prove preliminari ed ai test attitudinali previsti, segnalando al Prefetto i nominativi dei soggetti che si intende avviare alla formazione per l'espletamento dell'attività di steward.
La fase della formazione consiste in un corso di circa 40 ore, di norma suddiviso in due tronconi: le prime venti ore riguardano essenzialmente l'apprendimento di nozioni divise per aree di competenza, come la sicurezza, l'antincendio, l'ordine pubblico, l'area sanitaria, l'area giuridica e quella psicologica. La seconda ed ultima fase della formazione consiste nell'esercitazione pratica da effettuarsi presso l'impianto sportivo.
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