Volevo parlare di una pianta dal nome orribile, la Welwitschia mirabilis, che è anche una delle piante più brutte al mondo, se non la più brutta. Consiglierei a Jurambalco di procurarsela e disseminarla nel suo feudo. Da wiki:
https://it.wikipedia.org/wiki/Welwitschia_mirabilisLa Welwitschia mirabilis è una pianta diffusa nell'Africa sud-occidentale, nelle zone desertiche del Kalahari e del Namib, tra l'Angola e la Namibia. È l'unica specie dell'ordine Welwitschiales e della famiglia delle Welwitschiaceae.
Il nome "Welwitschia" deriva da Friedrich Welwitsch, il botanico austriaco che per primo ne documentò l'esistenza presso la comunità scientifica europea. L'aggettivo mirabilis si riferisce alla forma insolita della pianta. In lingua afrikaans viene chiamata tweeblaarkanniedood, che significa "due foglie non possono morire".
Il medico e botanico austriaco Friedrich Welwitsch scoprì questa pianta nel 1859 nei pressi di Cabo Negro in Angola [...]. Hooker commentò che la Welwitschia "era la più straordinaria pianta mai introdotta nel suo Paese, e una delle più brutte" ("It is out of the question the most wonderful plant ever brought to this country, and one of the ugliest").
In Angola la pianta è chiamata N'Tumbo, (da cui il "Tumboa" proposto da Welwitsch), che significa "ceppo". I Nama la chiamano Kharos o Khurub, i Damara Nyanka; per gli Herero è Onyanga, cioè la "cipolla del deserto", perché il suo midollo veniva mangiato sia crudo che cotto nella cenere.
La Welwitschia è una pianta appartenente alle Gimnosperme (gruppo di piante a cui appartengono anche i pini e gli abeti) ma dalle caratteristiche estremamente peculiari, tanto che Charles Darwin la definì "l'ornitorinco del regno vegetale". Presenta una radice a fittone molto profonda che si espande in orizzontale e due foglie dall'aspetto unico, lunghe fino a cinque metri e adagiate sul terreno, con un meristema basale che compensa l'erosione della parte distale, (in altre parole: le foglie sono nastri che crescono continuamente dalla base, mentre la estremità finale progressivamente si inaridisce e muore).
L'aspetto generale della pianta è quindi quello di una grande matassa di nastri verdi, larghi fino a quasi mezzo metro e lunghi cinque, attorcigliati e deposti sul suolo, con le parti finali che progressivamente muoiono, si sfilacciano, e diventano di colore marrone. Il tronco, piuttosto grande (in diametro) è cortissimo, e coperto dalle foglie.
Per questi aspetti, e soprattutto per la presenza di un vero tronco e di tessuti legnosi, la pianta non è da considerarsi una grande erba, ma si tratta invece di un vero albero, che risulterebbe addirittura correlabile alle conifere; tale relazione sarebbe basata sul fatto che sia la pianta maschio che la pianta femmina, (la specie è dioica), producono una infiorescenza simile ad una pigna.
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Un'altra caratteristica insolita della W. mirabilis è l'eccezionale longevità; la datazione con carbonio 14 ha dimostrato che alcuni esemplari hanno oltre 2000 anni. La pianta viene anche considerata un fossile vivente.
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Il suo tasso di crescita media annuale (basale delle foglie) è compreso tra i 10 mm in prossimità delle coste, fino ai 250 mm nella savana di alberi di mopane. [...]
Due esemplari di Welwitschia sono ospitati da molti anni nell'orto botanico situato all'interno della reggia Borbonica di Portici (NA) dove vengono curati dagli esperti dell'università di agraria della Federico II di Napoli che ha una sede distaccata al suo interno. La pianta fu portata qui per la collezione privata dei Borbone e grazie al terreno fertile di origine vulcanica e al clima mite è riuscita a sopravvivere e a riprodursi.