La puzza veementeIl fetore ammorba l'aria dentro la mia maglietta, sotto le ascelle e nelle mutande.
Non posso credere al fatto che solo ieri ero a farmi la doccia, non può essere.
E' passato all'incirca un giorno, ma in realtà pare siano passati sei mesi. Mi lavo ma puzzo, sempre più.
Sono caduto da una vespa, ma questo non basta. Sono stato nel centro storico di Brescia ma non basta.
Sono stato un coglione, non ho avuto il coraggio per fare una cosa, non so più che fare, ma la puzza si irradia e frammenta i miei pensieri, che come linee formano la seguente parola: FETICCIO.
Amo i cimiteri. L' posso puzzare. Puzzerò per sempre, lo sento. Annegherò nell'odore che nemmeno una doccia potrà lavare. La puzza, l'acre odore di una vita sprecata e della noia, della pigrizia, il non lavarsi, il sole che cala, il bagnato, la mongolfiera con Piero Angela, l'assurdo odore dell'inquietudine.
Non posso puzzare se non ho la coscienza di puzzare. Non esiste puzza più gratificante di quella che fai sentire con orgoglio e fermezza.
Mai reclinare il capo, di fronte all'afrore, all'odore prematuro di una giornata in cui ti sei lavato, ma puzzi dopo solo due secondi.
Natalino Balasso non potrà puzzare, perché è ricco e perché vuole essere presentabile per fottersi le ragazze della Mediaset, in cerca di popolarità, ma che puzzano lo stesso, nel senso della fica.
La puzza è lo stupro dei sensi, è il fiore divelto dell'umanità, è la traccia del non-essere. Non essere amato, non essere umano, non essere vivo (più che mai).